Ambientalisti a Renzi: "Il clima sia una priorità". il 28 febbraio manifestazione a Roma
Venerdì 28 febbraio alle 11,30 davanti Montecitorio una manifestazione indetta da Coordinamento FREE, Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club, Comitato Si alle Energie Rinnovabili No al Nucleare, WWF per chiedere che l’Italia assuma un ruolo decisivo nella lotta al cambiamento climatico
26 February, 2014
"Illustre Presidente, le scriviamo all’indomani del suo insediamento a capo del Governo per evidenziare il rilievo e l’urgenza degli impegni che attendono il nostro Paese, già nelle prossime settimane, in materia di contrasto ai cambiamenti climatici". Con queste parole si apre la lettera che Coordinamento FREE (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club, Comitato Si alle Energie Rinnovabili No al Nucleare e WWF hanno inviato oggi al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Le principali associazione ambientaliste italiane, insieme al più ampio coordinamento di associazioni e imprenditori dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, chiedono al nuovo governo di rappresentare l’Italia, nell’UE, con un impegno forte e ambizioso in materia di politiche per la salvaguardia del clima.
Venerdì 28 febbraio un vasto cartello di associazioni scende in piazza davanti a Montecitorio alle 11,30 per chiedere all'Unione Europea e all'Italia di assumere un ruolo realmente incisivo nella lotta al cambiamento climatico ma anche di cambiare prospettiva di sviluppo puntando verso innovazione e green economy. Anche Green Italy parteciperà alla manifestazione.
Il prossimo 20-21 marzo, infatti, il Consiglio europeo si riunirà per decidere sui target europei al 2030 in materia di clima ed energia; prima di allora, il 3 e il 4 marzo, sarà la volta dei ministri per l’Ambiente e di quelli con competenze in materia di Energia, anche qui per discutere il futuro dell’Unione nella sfida ai cambiamenti climatici. Saranno, questi, passaggi decisivi per scegliere la strada giusta per l’UE.
"L’Italia – si legge nella lettera - con il precedente esecutivo, ha già espresso il suo impegno (insieme a Germania, Francia, Danimarca e altri quattro stati) in favore della definizione di tre target ambiziosi e vincolanti per il contenimento delle emissioni di gas serra e lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. (…) Gentile Presidente, le chiediamo di confermare l’indirizzo sin qui espresso dall’Italia e di fare ancora di più."
Le associazioni firmatarie dell’appello rigettano gli obiettivi individuati dalla Commissione UE e chiedono al Governo italiano di partire dall’orientamento del Parlamento europeo (riduzione del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990; produzione di almeno il 30% del consumo finale complessivo di energia da fonti rinnovabili; incremento dell’efficienza energetica del 40%) come soglia minima di confronto con gli altri governi europei. Si chiede dunque a Renzi di puntare più in alto e contribuire a definire una politica comunitaria ambiziosa in materia di contrasto ai cambiamenti climatici. Target ambiziosi di contenimento delle emissioni di gas serra, così come di sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, sarebbero in grado - come confermano numerose ricerche - di sostenere l’Europa fino a trainarla fuori dalla recessione; e sono imprescindibili per decarbonizzare l’economia del continente, tornando a posizionare l’UE come avanguardia, sullo scacchiere internazionale, nella lotta al global warming.
"Auspichiamo – si legge ancora nella lettera - che la volontà di radicale innovazione da Lei più volte indicata come tratto essenziale del suo impegno di Governo, possa trovare traduzione concreta anche in politiche ambiziose per la salvaguardia del clima e lo sviluppo di un sistema energetico sostenibile." Le associazioni attendono lo stesso impegno anche in politica nazionale: chiedono al nuovo esecutivo, con questa nota, di esprimere fin da subito, in materia di energia, un indirizzo politico radicalmente opposto a quello del recente decreto Destinazione Italia, con cui il governo Letta ha ulteriormente finanziato le energie fossili e indebolito la crescita dell’energia pulita nel nostro Paese.
Foto: EPA