La V° C elementare della Galvani di Milano dice la sua sull’iniziativa “Dalla mensa a casa” di Milano Ristorazione
Abbiamo sentito i pareri di una classe di bambini di quinta sul progetto promosso da Milano Ristorazione contro lo spreco alimentare. Gli allievi hanno anche partecipato al nostro sondaggio “Dalla mensa a casa, come lo chiamiamo?” per trovare un nome, che suoni meno “canino” di doggy-bag, al sacchettino degli avanzi
26 February, 2014
di Aglaia Zannetti
Parola ai bambini per testare il terreno sull’iniziativa rivolta alle mense scolastiche, alla quale sta lavorando Milano Ristorazione, con l’obiettivo di arginare il fenomeno dello spreco alimentare, sensibilizzando alunni e insegnanti alla lotta contro lo scarto di cibo (ben 8 tonnellate al giorno, pari al 25% degli 80.000 pasti giornalieri preparati da Milano Ristorazione, per i 450 istituti scolastici milanesi).
La classe quinta C dell’Istituto comprensivo Galvani ha partecipato con entusiasmo alla discussione attorno al progetto che li vedrà coinvolti esprimendo, nel complesso, opinioni positive sull’iniziativa, partecipando anche al sondaggio di Eco dalle Città per la ricerca di un nome da dare a quella che a Milano si chiama “schiscetta”, contenitore per gli avanzi di cibo che, normalmente, viaggia da casa a scuola e che qui si ritroverebbe a fare il viaggio opposto: dalla mensa scolastica a casa.
Su 21 alunni, 9 hanno detto che sarebbero disposti a portarsi in cartella qualsiasi tipo di alimento, anche i primi e i secondi cucinati. I restanti 12 hanno invece espresso preferenza solo per determinati tipo di alimenti, come pane o frutta in particolare(6), ma anche yogurt (3). Qualcuno di loro ha però osservato che i cibi non deperibili (pane, frutta, dolci, yogurt) sarebbero comunque più comodi da trasportare e anche maggiormente appetibili.
La maggioranza di loro - 15 bambini – ha specificato che darebbe gli avanzi a fratelli o sorelle, o comunque alla famiglia, “tenendomene per me solo un po’”. Diversi bambini hanno accolto positivamente anche la prospettiva di un’eventuale raccolta degli avanzi da distribuire ai “senza tetto” o alle “famiglie bisognose” sottolineando come lo scarto quotidiano sia quantitativamente rilevante al punto da poter essere distribuito tra le loro famiglie e le persone da aiutare che hanno delle difficoltà economiche.
In controtendenza, rispetto ai risultati dei voti sinora raccolti, le preferenze su come chiamare il contenitore degli avanzi: tra la rosa dei nomi proposti dal nostro sondaggio – il salvamerenda, il salvacibo, il rispuntino, il mangiopoi – 15 bambini hanno scelto “Il Salvacibo”, seguito da “Il rispuntino” (3) il mangiopoi (2) e infine, il salvamerenda (1 sola preferenza).