Municipio Roma V parla di rifiuti: serve il porta a porta al più presto
Legambiente Lazio: basta con il modello fallimentare di raccolta stradale con il cassonetto a Roma. Servono il porta a porta e nuovi impianti per la frazione organica
28 February, 2014
Nuove forme di arredo urbano: così Legambiente Circolo Città Futura titola un video che raccoglie le immagini scattate nei Municipi Roma V e Roma III negli ultimi giorni. Foto che mostrano frigoriferi, materassi, scatoloni abbandonati nei pressi dei cassonetti. “Roma non è sporca, è sporcata”, ha detto Amedeo Trolese, Presidente del Circolo Città Futura, citando Luigi Petroselli, nell'incontro “Fuori dalla palude del sistema Malagrotta” che si è svolto ieri, 27 febbraio, presso la Casa della Cultura di Villa de Sanctis . Tra gli altri, erano presenti Giulia Pietroletti, assessore alle politiche Ambientali Municipio V, Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, Roberto Scacchi, Direttore di Legambiente Lazio, Gianfranco Bongiovanni, Occhio del Riciclone. L'incontro integra e riprende quello fatto con il Municipio Roma VIII sullo stesso tema una settimana fa.
"Per rendere decorosa questa città serve la partecipazione di tutti, deve esserci uno sforzo anche da parte dei cittadini, soprattutto per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti", ha detto Amedeo Trolese. In particolare, Legambiente ha ribadito la propria posizione contro il sistema Malagrotta sottolineando le 10 proposte per uscire dalla dittatura delle discariche.
Sulla raccolta differenziata, Legambiente prova a fare chiarezza sui numeri divulgati da Ama e Comune di Roma. “Si parla addirittura del 40% di raccolta differenziata nel 2013, ma l'unico dato certo – ha spiegato Trolese – è quello di giugno 2013 diffuso da Ispra, che dava la differenziata di Roma al 24%. Bisognerà aspettare giugno 2014 e i nuovi rapporti Ispra per sapere realmente qual è la situazione dei cassonetti romani”. Secondo Legambiente inoltre il sistema di raccolta stradale con i cassonetti deve essere superato e sostituito in tutta la città con il porta a porta secco/umido: “Nel Municipio Roma III, che conta circa 400.000 abitanti, il sistema di raccolta con il cassonetto è stato fallimentare: purtroppo i cittadini abbandonano i rifiuti fuori dai cassonetti e si vengono a creare delle mini discariche che con il passare dei giorni non fanno che ingrandirsi. Se sono stati firmati contratti per l’acquisto dei cassonetti della tradizionale raccolta stradale – ha aggiunto Trolese - si valuti la rescissione del contratto per evitare di ingessare su questo modello la raccolta dei rifiuti dei prossimi anni in città. Serve un mandato chiaro ad AMA che indichi compiti e responsabilità dell'azienda per puntare tutto su riduzione, riciclaggio e riuso. Vanno riscritti il contratto di servizio e il piano industriale dell'azienda per puntare su impianti e servizi necessari per poter riciclare organico, carta, vetro, metalli, e sugli spazi per il riuso nelle vecchie e nuove isole ecologiche. AMA – ha detto il presidente del Circolo Città Futura - dovrà anche definire nuovi accordi con i sindacati e i lavoratori che prevedano più efficienza per superare gli enormi limiti dell’azienda”.
Inoltre, servono nuovi impianti per il trattamento della frazione organica. L'organico va raccolto in maniera differenziata piuttosto che trattato e mandato in discarica, e Roma ha una clamorosa carenza in tal senso. Nel 2012 sono state 1.753.782 le tonnellate di rifiuti urbani e assimilati nella Capitale e oltre 500mila di queste sono rifiuti organici. Per questo Legambiente chiede che si estenda la raccolta dell’organico a tutta la città e ci si doti dei necessari impianti per il trattamento. Allo stesso modo, secondo l'associazione non è necessaria la costruzione di nuovi impianti di trattamento meccanico biologico, Roma ne ha ben 4 e i numeri della differenziata in crescita non richiedono affatto investimenti in questa direzione. “Oggi i TMB sono pensati però con una logica vecchia, devono essere trasformati in vere e proprie fabbriche di materiali che, potenziando le fasi di selezione, aumentano le rese di recupero del 20%”, ha detto Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente.