Edifici colabrodo a Torino e Alessandria. Le termografie di Legambiente bocciano anche l’archistar Krier
Presentati i risultati di "Tutti in classe A", l’indagine di Legambiente sulla qualità del patrimonio edilizio. Il Piemonte promosso per la normativa sull’efficienza energetica, “ma è l'ora di passare dal dire al fare. Per uscire dalla crisi servono edifici meno energivori, più belli, ospitali e salubri”
05 March, 2014
Sono stati presentati i risultati di Tutti in classe A, l’indagine di Legambiente sulla qualità del patrimonio edilizio italiano. L’associazione ha preso in considerazione oltre 500 edifici in 47 città italiane, grazie a un team di esperti che viaggiando da nord a sud del Paese, ha fotografato con un’apparecchiatura termografica la situazione termica degli edifici confrontando le rese di costruzioni recenti, firmate anche da note archistar, con palazzi costruiti nel dopoguerra ed edifici dove sono stati realizzati interventi di retrofit, evidenziando come una riqualificazione energetica ben fatta possa permettere di realizzare risultati significativi di riduzione dei consumi energetici.
In Piemonte sono stati analizzati diversi edifici a Torino e ad Alessandria. Nel capoluogo le termografie hanno interessato alcune strutture di edilizia popolare degli anni ’70 ed edifici che ospitano uffici pubblici come la sede della Provincia di Torino di via Bologna o il palazzo dei Lavori Pubblici del Comune di Torino in piazza San Giovanni. In questi casi le analisi agli infrarossi hanno evidenziato dispersioni termiche rilevanti su tutte le facciate degli edifici. Coibentazione scadente e notevole dispersione termica è stata fotografata anche in edifici nuovi, e già vecchi, come quelli di via Tofane, del quartiere residenziale di borgo San Paolo e del comprensorio Valdocco di Spina 3. Non mancano, ovviamente, anche casi positivi come l’edificio in classe energetica A costruito nel 2010 in via Fratelli Calandra. Ad Alessandria, invece, è finito sotto la lente di Legambiente il quartiere “Pista”, firmato dall’archistar Leon Krier. Anche qui, nonostante l’impronta architettonica sia chiara e riconoscibile, manca l’attenzione all’efficienza energetica: l’analisi a infrarossi ha dato risultati simili a quelli di altri edifici recenti di firme meno prestigiose, con difetti nelle superfici perimetrali ed elementi disperdenti nelle strutture portanti.
“In un periodo di crisi drammatica come quello che sta vivendo anche il mercato immobiliare, deve essere raccolta la sfida della riqualificazione energetica. Le nostre case possono essere comode e sicure, ben isolate e correttamente soleggiate, oppure possono essere scomode e dispendiose, troppo calde d’estate o fredde in inverno; possono contribuire a migliorare la nostra qualità della vita o, al contrario, pesare significativamente sulla spesa familiare per raggiungere minimi livelli di benessere e contribuire enormemente all’inquinamento urbano –sottolinea Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. L’innovazione ambientale rappresenta la via più interessante e utile per risollevare il settore immobiliare e dell’edilizia nel suo complesso, grazie alle notevoli opportunità che offre anche in termini occupazionali ed economici”.
Che in “Classe A” si viva meglio lo dimostrano le termografie di edifici ben progettati, costruiti e certificati, che mostrano invece un comportamento omogeneo delle facciate e l’assenza di ponti termici significativi, la precisa scelta di sfruttare al meglio l’esposizione dell’edificio e l’uso di specifici materiali per le diverse facciate al fine di sfruttare al meglio la radiazione solare, minimizzando i consumi energetici per il condizionamento invernale con un risparmio, per i fortunati abitanti di questi edifici, fino a 2 mila euro ogni anno.
Nel rapporto Tutti in classe A vengono segnalati, inoltre, la situazione e i problemi della normativa, l’articolato quadro di regole nelle diverse regioni, in particolare per quanto riguarda controlli e sanzioni, ma anche sul fronte delle buone pratiche.
Il rapporto di Legambiente promuove il Piemonte (insieme alla Lombardia e alle due Province autonome di Trento e Bolzano) per essere una delle regioni all’avanguardia sul fronte delle norme di sostenibilità. La regione si distingue ad esempio per aver portato l’obbligo per le nuove costruzioni, e nei casi di nuova installazione degli impianti termici, di produzione minima del 60% di acqua calda sanitaria da fonti rinnovabili. Il Piemonte inoltre è tra le regioni in cui sono previsti controlli e sanzioni sia in fase di edificazione sia successivamente alla realizzazione degli edifici. E’ interessante notare come con la L.R. 13 del 2007 del Piemonte vengano sanzionati anche i proprietari degli immobili in cui non sono stati installati impianti solari termici integrati nella struttura edilizia con una multa tra i 5.000 ed i 15.000 euro. Lo stesso discorso vale per gli impianti di solare fotovoltaico per i quali la multa varia tra i 2.000 ed i 10.000 euro. La norma prevede però che i controlli delle certificazioni vengano effettuate solo “a campione”.
In Valle d’Aosta c’è da registrare il positivo recepimento dell’obbligo sulle fonti rinnovabili che si unisce ad un sistema avviato di certificazione energetica.
“I risultati dell’indagine Tutti in classe A –dichiarano Flavia Bianchi e Gian Piero Godio, rispettivamente responsabili del settore Urbanistica e del settore Energia di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta- mostrano con chiarezza che, per quanto riguarda l'efficienza energetica degli edifici, sia per Torino, sia per Alessandria, gli sprechi sono ancora troppo elevati e la strada da fare è ancora molta. D'altra parte, il Piano della Provincia di Torino approvato lo scorso 21 gennaio, prevede a ragion veduta che entro il 2020 i consumi di energia termica potranno ridursi di oltre il 25%, riducendo così proporzionalmente anche i costi del riscaldamento. Per attuare concretamente questi obiettivi, oggi vi è una grande e concreta opportunità, in quanto sono a disposizione dei cittadini svariati incentivi che permettono di migliorare l'efficienza degli edifici e dei relativi impianti termici, beneficiando di detrazioni di ben il 65%: è dunque il momento di passare dal dire al fare, creando così risparmio per le famiglie, miglioramento della qualità dell'aria, opportunità di lavoro per gli operatori del settore edile, nuova e duratura occupazione anche per i giovani, stimolo alla ricerca e alla produzione di nuovi componenti e materiali. Ci rendiamo quindi disponibili per consigliare a tutti i cittadini, singoli o in condominio, quali possano essere gli interventi più appropriati dal punto di vista ambientale, energetico ed economico”.