Tirreno Power, chiusa la centrale a carbone di Vado Ligure
Il Gip accoglie la richiesta di sequestro della Procura di Savona: non sarebbero stati rispettati i limiti imposti dall'autorizzazione integrata ambientale sulle emissioni. L'impianto potrà ripartire dopo che si sarà messo in regola introducendo tecnologie adeguate
10 March, 2014
Il Gip del tribunale di Savona, Fiorenza Giorgi, ha accolto la richiesta di sequestro della centrale elettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure avanzata dalla Procura. Dopo l'immediata notifica del sequestro ai dirigenti dell'impianto da parte dei carabinieri del Noe, sono partite le operazioni di spegnimento della centrale che dureranno dalle 22 alle 26 ore. La Procura di Savona ha chiesto il sequestro in seguito alle verifiche effettuate dai consulenti del ministero dell’Ambiente e della Procura, da cui sarebbe emerso il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall’Aia, l'Autorizzazione integrata ambientale. Il sequestro sarebbe scattato anche per l'assenza del "sistema di monitoraggio a camino", che avrebbe dovuto essere realizzato entro il 14 settembre dell'anno scorso. Il gip Fiorenza Giorgi spiega nell'ordinanza che la centrale potrà ripartire dopo che si sarà messa in regola introducendo tecnologie adeguate.
Sull'attività della Tirreno Power - nella cui proprietà è presente anche il Gruppo Sorgenia - sono aperti due filoni d'inchiesta, uno per disastro ambientale e uno per omicidio colposo. Secondo la procura di Savona i fumi della centrale hanno causato 442 morti tra il 2000 e il 2007. Per il procuratore Francantonio Granero l’impianto avrebbe causato anche “tra i 1.700 e i 2.000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d’asma tra il 2005 e il 2012″. Tre settimane fa la procura aveva acquisito un verbale dell’Ispra, l’Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale del ministero dell’Ambiente, redatto durante una visita di routine. Che ci fosse una situazione fuori norma la Regione Liguria lo sospettava da tempo: "Il dipartimento Ambiente della Regione Liguria aveva già precedentemente inviato una serie di lettere al ministero dell'Ambiente – ha dichiarato l'assessore all'Ambiente, Renata Briano, commentando la notizia – in esse si chiedeva di verificare l'esistenza di inadempienze ambientali sull'Aia stessa".
L'azienda si difende dicendo che gli studi dei consulenti di parte “non sono mai stati sottoposti a un contraddittorio” e che “non si comprende quale sia stato il metodo di valutazione di esposizione agli inquinanti. Tale mancanza di chiarezza è accompagnata dall'assenza della doverosa analisi di robustezza, di sensitività e quindi di affidabilità globale del metodo adottato. Anche per questo motivo non si può affermare in concreto alcun nesso di causalità tra morti, malattie ed emissioni”.
Intanto sulla notizia del sequestro arriva anche il commento di Legambiente, attraverso il vice presidente Stefano Ciafani: “Il sequestro dell’impianto della Tirreno Power di Vado Ligure rappresenta un importante passo avanti nella lotta all’inquinamento ambientale e sanitario da anni denunciato in Liguria. Ora ci aspettiamo che la centrale a carbone di Vado Ligure venga riconvertita con progetti utili e sostenibili e che possa così diventare un esempio da seguire anche per gli altri impianti industriali vecchi e inquinanti presenti ancora in Italia, che arrecano solo danni all’ambiente e alla salute dei cittadini. Dall’altra parte è però necessario che ci sia un cambio di rotta nella politica energetica di questo Paese. È ora di dire basta ai sussidi per le fonte fossili e alle politiche a favore del carbone, bisogna invece optare per una politica energetica che guardi alle fonti rinnovabili e alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano”.
(foto selsavona.org)