Sacchetti, Elisabetta Gardini sulla direttiva: "Risultato importante per l'Italia ma la battaglia finirà con la votazione in plenaria"
L'europarlamentare Elisabetta Gardini: "È un risultato importante per l'Italia ma la battaglia non è finita qui, perché ad aprile ci sarà la votazione della direttiva in seduta plenaria e bisogna confermare quanto approvato dalla Commissione"
12 March, 2014
La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha approvato la relazione presentata dalla europarlamentare verde Margrete Auken sulla proposta di modifica della direttiva Imballaggi e rifiuti di imballaggio (94/62/CE) avanzata dalla Commissione Europea con l'obiettivo di ridurre il consumo di sacchetti monouso in plastica all'interno dell'Unione.
Se la modifica della Direttiva Imballaggi sarà votata definitivamente dal Parlamento Europeo ad aprile, il bando alla vendita in Italia dei sacchetti per la spesa monouso in plastica non biodegradabile e compostabile dovrebbe trovare piena attuazione. Su questa legge, formalmente in vigore da tre anni, pende oggi una procedura di infrazione perché in contrasto con l'articolo 18 della 94/62/CE, che tutela la libera circolazione degli imballaggi negli Stati membri.
Alla luce di questo abbiamo chiesto un commento ad Elisabetta Gardini, europarlamentare di Forza Italia, sostenitrice dell'esonero del biodegradabile dalla direttiva. Esonero che però non è stato accolto.
Onorevole Gardini è sodisfatta da quanto è stato deciso dalla Commissione Ambiente?
“Parzialmente. È un risultato importante per l'Italia, un bel riconoscimento, ma la battaglia non è finita qui, perché ad aprile ci sarà la votazione della direttiva in seduta plenaria e bisogna che tutti siano presenti per confermare quanto approvato dalla Commissione. Solo a quel punto la procedura d'infrazione tutt'ora aperta per il nostro paese verrà chiusa. Comunque adesso possiamo continuare a lavorare con maggiore tranquillità su biodegradabili e compostabili. Come italiani abbiamo la tecnologia più avanzata e dobbiamo difenderla. Qualcuno voleva assumere un unico modello di riferimento ma non era corretto”.
Ai sacchetti biodegradabili son state fatte alcune concessioni ma non sono stati esentati dalla direttiva. È vero che la condizione per l'esenzione era che i sacchetti fossero biodegradabili al 100%, lasciando come residui solo acqua, CO2 e biomasse?
“Sì, ma la commissione è stata istituita parecchio tempo fa e ha basato le sue valutazioni su degli studi superati. La bioplastica italiana, in un arco di tempo che va dalle 16 alle 24 settimane, si scioglie completamente nell'acqua senza provocare alcun danno.Inoltre il Conai ha effettuato varie sperimentazioni, arrivando a introdurre nella frazione della plastica avviata al riciclo fino al 10% di sacchetti biodegradabili senza che questi creassero alcun problema. Sacchetti che non vanno assolutamente confusi con i cosiddetti “oxo”, ovvero quelli trattati con additivi oxobiodegradabili, che frammentano la plastica in pezzi molto piccoli che creano invece grossi danni ambientali”.