Illuminazione pubblica, tagli alla spesa nella spending review di Cottarelli
Torna la proposta di razionalizzare la spesa per l'illuminazione pubblica, ma a differenza dell'operazione Cieli Bui del 2012, non c'è stata (ancora) l'alzata di scudi del fronte pro-lampioni. Come andrà a finire, questa volta?
19 March, 2014
Due anni fa l'avevano chiamata Operazione Cieli Bui. La proposta del governo Monti di inserire la razionalizzazione dell'illuminazione pubblica nelle misure per la spending review aveva trovato grande spezio sugli organi di stampa nazionali, suscitando tra l'altro la vivace reazione dei “paladini” dei lampioni (amministratori, giornalisti, associazioni del settore dell'illuminazione). Questa volta, il fatto che il piano di tagli elaborato dal Commissario per la spending review Carlo Cottarelli contenga una voce per ridurre i costi legati ai lampioni stradali sembra, almeno per il momento, essere passato sotto silenzio o quasi.
Eppure, secondo le anticipazioni pubblicate dal Tempo e riprese da molti quotidiani nazionali, il programma di contenimento della spesa pubblica è chiaro: una delle slide presentate dal Commissario nominato da Renzi prevede una serie di misure per ridurre l'inquinamento luminoso e i consumi energetici per l'illuminazione. Si tratta, più nel dettaglio, di interventi basati sul'appello inviato al Parlamento dall'associazione CieloBuio (e sottoscritto da numerosi esponenti del mondo accademico e della ricerca scientifica) dopo la bocciatura della prima versione dei provvedimento.
In particolare, Cottarelli prevede misure di breve periodo, che consisterebbero in:
- spegnimento dell'illuminazione extraurbana
- spegnimento dell'illuminazione pubblica esterna non necessaria
- spegnimento di punti luce in aree artigianali e industriali.
L'attuazione di questo tipo di interventi, comunque, dovrebbe prevedere delle deroghe «per evitare eccessi», i cui criteri non sono ancora stati specificati. Sul medio periodo, invece, il Commissario per la spending review ha in serbo misure più strutturali, per le quali saranno necessari degli investimenti. Si tratta, in particolare, della sostituzione degli impianti di illuminazione inefficienti e della installazione, «dove appropriato» di lampade a LED.
L'insieme degli interventi di risparmio energetico nel settore dell'illuminazione pubblica dovrebbe permettere di recuperare 100 milioni di euro (la “prima” operazione Cieli Bui puntava a salvarne addirittura 500).
In attesa di conoscere i dettagli del piano di razionalizzazione del Commissario Cottarelli, resta da capire se dovremo assistere a una nuova alzata di scudi del fronte “pro lampioni”. O se, viceversa, questa sarà la volta buona per avviare un discorso sul contenimento dei costi per l'illuminazione pubblica e dell'inquinamento luminoso.
Quelli di CieloBuio sembrano essere piuttosto pessimisti. «Come al solito la cosa sarà bersaglio di coloro che, in buonafede o meno, criticheranno qualsiasi provvedimento che vada a spegnere anche il più inutile (ma non per questo non inquinante) dei lampioni - scrive sul suo sito l'associazione - L’Appello Permanente, esplicitamente citato dal Commissario è stato firmato da personalità accademiche sicuramente al di fuori degli interessi in gioco e che hanno a cuore la salute degli italiani e dell’ambiente in cui viviamo». Staremo a vedere.