Legambiente, energie rinnovabili: «Giusto introdurre una valutazione cumulativa degli impatti»
Legambiente Puglia: «Giusto introdurre una valutazione cumulativa degli impatti. Occorre costruire una seconda fase dello sviluppo delle fonti rinnovabili a patto che si tenga conto di una visione d’insieme. Vendola rivendichi con orgoglio i risultati, per uscire dalle fossili e salvare il Pianeta dai cambiamenti climatici»
03 April, 2014
«In una situazione di crisi economica e climatica come quella attuale pensare che una Regione come la Puglia dica "stop a eolico e fotovoltaico" – dichiarano Edoardo Zanchini e Francesco Tarantini, rispettivamente vice presidente di Legambiente nazionale e presidente di Legambiente Puglia – appare quanto mai fuori luogo. Sembra quasi che sino ad oggi vi siano stati solo effetti negativi senza tener conto di ambiente, lavoro e opportunità per famiglie e imprese create da un modello energetico distribuito. Se è vero che vi sono stati errori, anche da parte della Regione nella gestione dei processi autorizzatori, non è il momento di mettere tetti allo sviluppo delle fonti rinnovabili ma di ripensare le procedure».
«Legambiente valuta positivamente l'introduzione di una valutazione degli impatti cumulativi per i progetti, perché può contribuire a risolvere i problemi dei tanti progetti rimasti fermi negli uffici e di evitare di realizzare impianti in posti e di dimensioni sbagliate. Ma ci aspettiamo dalla Regione che ora si cambi quella che il Presidente Vendola ama chiamare la "narrazione" del futuro, perché le rinnovabili sono una speranza e una opportunità concreta di cambiamento».
Legambiente considera l’eolico e il fotovoltaico due fonti fondamentali per continuare nella direzione di una produzione energetica sempre più incentrata sulle rinnovabili. Secondo l’associazione ambientalista il futuro dell’energia in Puglia può e deve essere tradursi in una battaglia concreta per ripristinare gli incentivi cancellati per la bonifica dei tetti con l'amianto, per spingere gli impianti sui tetti attraverso nuove politiche e per puntare all'efficienza energetica.
La Puglia ha rappresentato finora il territorio a cui guardare per comprendere il nuovo scenario energetico delle fonti rinnovabili. Nel nostro territorio ci sono tutte le condizioni per costruire una seconda fase dello sviluppo delle fonti rinnovabili a patto che si tenga conto di una visione d’insieme rispetto agli impianti già esistenti. Bisogna intervenire per fare in modo che le fonti rinnovabili diventino sempre più il perno di una generazione energetica pulita e efficiente, perché legata a precise politiche di riduzione dei consumi che riguardano l’edilizia, l’industria, l’agricoltura, i trasporti.
La scommessa è capire come dare risposta a problemi antichi (costo dell’energia, dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti, drammatico inquinamento generato soprattutto dagli impianti a carbone) attraverso strade capaci di creare inedite opportunità industriali e occupazionali. In particolare in questa visione proprio il mix di interventi che riguardano l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili possono diventare una grande opportunità per tutti.
«Per il futuro la Puglia deve puntare con forza a un mix di efficienza energetica e fonti rinnovabili passando attraverso una drastica riduzione delle fonti fossili – continuano Zanchini e Tarantini – Così facendo la regione può continuare ad essere una terra di innovazione virtuosa, con centinaia di tetti solarizzati e case riqualificate e meno energivore. Indispensabile è ora il completamento dei riferimenti normativi per ciò che riguarda i criteri per la più corretta progettazione e integrazione delle differenti tecnologie nel paesaggio e nel territorio secondo un principio di progressività, in modo da semplificare l’iter per gli impianti di dimensione ridotta. I criteri dovrebbero servire proprio a rendere efficace la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, in modo da sapere da subito quali aspetti devono essere approfonditi (attraverso lo scoping) e, nel caso di impianti di aree delicate, prevedere procedure pubbliche di partecipazione e confronto, per fare in modo che il dibattito sia il più possibile trasparente. Inoltre si deve avere il coraggio politico e la lungimiranza di puntare su una incisiva innovazione energetica del patrimonio edilizio pugliese».