La Smat prepara un’acqua speciale per gli astronauti di Missione Marte
Torino da tempo rifornisce la Nasa per le esplorazioni nello spazio. Ma ora il liquido vitale dovrà resistere 10 anni - da La Repubblica (Torino) del 9.04.2014
09 April, 2014
di Diego Longhin
Per arrivare preparati all’appuntamento, non ancora fissato, bisogna predisporre ogni minimo dettaglio per tempo. L’acqua potabile è uno degli aspetti fondamentali, uno dei primi da prendere in considerazione. L’Agenzia Spaziale Europea ha lanciato un programma da 200 mila euro per mettere a punto l’acqua adatta alla spedizione.
Gara che è stata vinta da una cordata di cui fa parte Smat, oltre alla Aero Sekur, alla Thales Alenia Space e al Cnr. «Si calcola che un primo lancio con destinazione Marte si possa concretizzare nei prossimi dieci, quindici anni — spiega l’amministratore delegato di Smat, Paolo Romano — può sembrare un’eternità, ma considerando lo studio e i test che dovremmo realizzare noi per sviluppare l’acqua adatta e quelli che dovranno poi fare gli enti spaziali che parteciperanno alla missione, è appena sufficiente».
Quella che verrà caricata sull’astronave diretta verso il pianeta rosso dovrà essere un’acqua “purissima” in termini di batteri. Insomma, non dovrà esserci traccia di agenti patogeni. «Come dire — banalizza l’ad Romano — deve essere sterile, anche se non è corretto in termini scientifici e i miei tecnici probabilmente storcerebbero il naso. Diciacrescita mo quasi sterile, stabilizzata. Per questo da mesi i tecnici stanno studiando sistemi biocida che disinfestino l’acqua per un lungo periodo».
Si tratta di “inventare” un additivo disinfettante permanente per prevenire contaminazioni e di batteri. Così si mantiene la qualità, a temperatura e pressione costante, per anni: l’obiettivo è arrivare ad avere un’acqua che si possa conservare e bere per quattrocinque anni. E non è solo questione di “liquidi”: si dovranno pensare nuovi contenitori per lo stoccaggio e la conservazione. Oltre ad una nuova rubinetteria per gli astronauti diretti verso Marte.
Un passo in avanti rispetto ai “boccioni” che da Torino partono periodicamente, una o due volte l’anno, verso la Iss. Spedizione che arriva dopo un lungo viaggio alla stazione internazionale: tra produzione, imballaggio e trasporto l’acqua potabile che gira nelle condotte della città costa ben 20 mila euro al litro al condominio che orbita attorno alla Terra. Prezzo dettato soprattutto dalla spesa per il viaggio. «Costo che non si può abbattere », scherza Romano. Dal 2008 la Smat fornisce sia l’equipaggio russo, che utilizza quella proveniente dai pozzi di corso Regina, più mineralizzata e trattata con sali d’argento. Gli statunitensi, invece, gradiscono quella prelevata dal Pian della Mussa, più leggera e “passata” con sali di iodio.
I tempi per questa nuova ricerca, considerando che per mettere a punto l’acqua per la stazione orbitale gli studi sono partiti nel 2002? «Ora saranno in generale più lunghi — spiega Romano — ci vorranno un anno, un anno e mezzo per i nostri test, e poi bisognerà vedere se questa acqua prodotta rimarrà stabile per cinque anni. Se raggiungeremo l’obiettivo, passeremo il tutto agli enti spaziali che dovranno svolgere ulteriori verifiche».