Una petizione per fermare lo sterminio delle api
Meno 7 miliardi di api nella sola Europa, con conseguenze preoccupanti per l’impollinazione delle colture e la produzione agricola
09 April, 2014
di Aglaia Zannetti
«Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra – diceva Albert Einstein - all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita».
Una delle tante profezie destinate ad avverarsi se, numeri alla mano (meno 13,4 milioni di colonie in Europa, pari a circa 7 miliardi di api ) non dovesse arrestarsi la progressiva moria di questi insetti, fondamentali per la nostra agricoltura, così come viene segnalato da una nuova ricerca dell'Università di Reading, nel Regno Unito, che insieme a Finlandia, Estonia, Lituania e Lettonia, registra il maggior calo di insetti impollinatori. Negli Stati Uniti la situazione è allarmante, la mortalità delle api sfiora, in alcune aree, il 60-70%, tanto che è stata coniata la sindrome del Colony Collapse Disorder, Sindrome dello spopolamento degli alveari.
Spiega bene il fenomeno il professor Tom Breeze dell’Università di Reading, autore di "The Decline of England’s Bees" (Il declino delle api in Inghilterra) : partendo dall’incidenza negativa dell’utilizzo massiccio di pesticidi, tra il 2005 e il 2010, osserva Breeze, le colture destinate alla produzione di mangimi e di biocarburanti, coltivate a colza, girasole e soia, sono aumentate di quasi un terzo. Non solo pesticidi, dunque, o riscaldamento globale della terra, tra le cause, ma anche il boom repentino di numero di piante da impollinare, che si traduce in un surplus di lavoro che le api non riescono a sostenere, con conseguenze definite “catastrofiche” per l’uomo e la nostra catena alimentare.
Dipendiamo dalle api, infatti, per la produzioni di frutti (come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, ciliegie, albicocche, susine, ad esempio) colture orticole da seme ( aglio, carota, cavoli , cipolla) e anche colture foraggere, come l’erba medica e il trifoglio presenti nei prati per gli animali da allevamento. A rischio anche la produzione di meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e colza .
Una vera e propria emergenza poiché il lavoro silenzioso di questo insetto è difficilmente sostituibile dall’uomo se non a fronte di cospicui investimenti (si parla di cifre attorno ai 2 miliardi di euro l’anno per paese).
È possibile ora firmare una petizione, che sta facendo il giro del web, per “fermare la strage di api” e che chiede al Ministero dell'Ambiente e delle Politiche Agricole di “approvare una nuova normativa che vieti l'uso intensivo di pesticidi in agricoltura, dannosi oltre che per le api, anche per la nostra salute”.