Riuso e riutilizzo a Palazzina7, il bilancio del direttore Paolo Hutter
Paolo Hutter fa un bilancio dell'evento organizzato a Milano da Temporiuso ed Eco dalle Città, con il patrocinio di Fondazione Cariplo, Zona 4 ed AMSA. "Mercato o scambio libero degli oggetti senza denaro? Non c'è risposta definitiva e comunque una cosa non deve per forza escludere l'altra"
13 April, 2014
Un bilancio sull'evento, com'è andata?
Beh partiamo da venerdì, che è stata la giornata di preparazione all'evento clou di sabato e domenica, ovvero il banco del riuso.
Abbiamo fatto un giro del quartiere con un carrello, grazie alla collaborazione del comitato inquilini Molise Calvairate e della sua anziana leader, Franca Caffa, che ci ha anche fornito la partecipazione all'evento del percussionista Rashid e dell'animatrice Gaia. Il giro lo abbiamo fatto sia per pubblicizzare il banco che per raccogliere oggetti da metterci sopra.
Cosa ne è venuto fuori?
Innazitutto ci siamo accorti ancora una volta che donare e raccogliere oggetti usati e il loro riutilizzo sono pratiche che creano molta socializzazione. Ovviamente in questo caso è accaduto in un quartiere dove c'è già una certa socialità, commercio e varie attività, magari in un posto gelido di villette dove tutti sono diffidenti e non si rivolgono mai la parola, il risultato non sarebbe stato lo stesso.
Per quanto riguarda gli oggetti invece, cosa avete trovato?
Oggetti di varia natura, libri, giocattoli, videocasette, utensili da cucina, vestiario... Un macellaio ci ha regalato 30 bicchieri che dovrebbe dare ai migliori clienti, ma che nessuno vuole e da noi invece sono andati a ruba. Sabato quindi abbiamo allestito il famigerato banco del riuso, con cui ci siamo accorti che è più facile che qualcuno porti qualcosa e non che lo venga a prendere, o che accetti per buono quello che magari gli viene proposto. Infatti il giorno dopo Gianfranco Bongiovanni dell'Occhio del Riciclone mi ha confermato quello che più o meno tutti hanno constatato e cioè che, sia che si tratti di mercatini sia che si tratti di banchi, dove c'è un libero scambio di cose, c'è sempre una quantità che rimane invenduta, non piazzata, non regalata. Anche se Danilo Vismara, direttore marketing di AMSA, ci ha detto che alle ultime grandi fiere del riuso a Milano, in piazza Fontana e al parco Trotter, hanno dovuto portare via pochissime cose rimaste.
Per un riuso “virtuoso” è meglio il mercato o lo scambio libero senza denaro?
Non c'è una risposta definitiva e comunque non è detto che una cosa debba escludere l'altra, anzi. A questo proposito nel corso dell'evento milanese c'è stato un dibattito molto fitto tra Rossella Traversa del comitato di Zona 4, innamorata del negozio (Non) Negozio Passamano di Bolzano, gestito da volontari che chiedono un'offerta libera con cui pagano dei costi vivi, e Occhio del Riciclone che parla invece di una filiera del riciclo e del riuso che ha bisogno di denaro per alimentarsi. Ad esempio, per la raccolta degli indumenti usati, una quota di quegli abiti viene effettivamente venduta e questo serve per finanziare la quota che viene regalata. È una dinamica molto importante perché altrimenti le cose si finisce per non farle.
Vorrei aggiungere una cosa per chiudere...
Ho imparato due cose dall'Amsa che non sapevo. Sta andando abbastanza bene un centro di recupero degli ingombranti a Muggiano, dove alcuni degli oggetti multimateriale, che in genere agli eco-centri fanno una brutta fine, lì riescono a smontarli e sminuzzarli. Altra cosa che non mi sarei aspettato è che la quantità di abiti usati conferita dai milanesi negli appositi contenitori negli ultimi anni èfosse aumentata del 10% e oltre. Vista la crisi, non può essere dovuta ad un aumento degli acquisti, ma è il risultato sicuramente delle buone pratiche, di maggiore consapevolezza contro lo spreco, dell'educazione...