Spreco di cibo, 26 consigli per ridurre gli scarti domestici
Dario Cambiano e Cinzia Picchioni del Centro Studi Sereno Regis di Torino forniscono una serie di consigli per ridurre al minimo gli scarti alimentari del cibo che si consuma quotidianamente. Dai fondi del caffè nei vasi delle piante, ai gusci delle uova per uno zabaione migliore, dal limone usato come spugna, alle foglie del sedano per un sale afrodisiaco
02 May, 2014
Il compostaggio domestico è una pratica sempre più diffusa. Su 100 chili di rifiuti alimentari compostati quanti se ne potrebbero ridurre con una spesa più oculata e un riutilizzo più furbo degli «scarti»? Un numero preciso di chili non è facile da calcolare, ma se si seguissero i consigli di Dario Cambiano e Cinzia Picchioni del Centro Studi Sereno Regis di Torino di certo da compostare rimarrebbe ben poco...
Ecco la lista dei consigli:
Dario cambiano:
1 il pane secco lo dai alle gattare, lo porti all'enpa (ente nazionale protezione animali), lo tiri ai cinghiali in montagna o lo porti al cai (per i vecchi alpini sdentati che lo tocciano nell'acqua)
2 chi mangia carne può portare i residui ai gatti randagi
3 coi i gusci d'uovo mia madre ci faceva una specie di zabaione ricco di calcio facendoli sciogliere in aceto (mi pare fosse aceto sì). Ma anche fatti seccare e poi polverizzati diventano un eccellente fertilizzante per le piante (rimineralizza)
4 i semini delle mele non si buttano ma si mangiano, son pieni di vitamine!
5 in modiche quantità la pelle delle mele e delle pere (per chi la toglie) può finire nei vasi di casa sminuzzata
6 cavoli e ortaggi vari, comprandoli dai coltivatori diretti si possono lasciar loro le foglie esterne, che di solito le riportano in cascina per farne compost
7 le ossa di agnello (lo so, è aberrante) suonano molto bene e costituiscono un pregevole strumento ritmico nelle valli alpine
8 lo stesso dicasi per la mascella di bovino, che in Cile è un ottimo strumento ma vorrei capire chi va a comprare mascelle di bovino qui in Italia
9 scherzi a parte, conosco un liutaio che fa i capotasti delle chitarre con le ossa delle costine che mangia, e belli che sono....
10 ci sono dei buontemponi, di solito adolescenti alle prime armi, che si fumano il the dopo averlo fatto asciugare
11 ovviamente i fondi del caffè sono spettacolari nel tenere lontano dalle piante le lumache e vari altri insetti mangioni
12 i fondi di vino, ammesso che si producano, finiscono tutti insieme a fare aceto
13 i noccioli delle albicocche, facendoci un buco per fregamento e togliendo la mandorla amara, base peraltro degli amaretti, diventano un fischietto dal fischio lacerante
14 i noccioli di pesca infilati almeno in numero di venti in una calza diventano un'arma mica male.
I consigli di Cinzia Picchioni:
Per i non violenti i noccioli di ciliegia si possono riunire in un sacchetto che - scaldandolo in forno per pochi minuti - si trasforma in un benefico «cuscino riscaldante» per la cervicale; i noccioli hanno infatti il potere di assorbire velocemente il calore e immagazzinarlo per rilasciarlo invece molto lentamente
15 ancora i noccioli di ciliegia: si lavano, si fanno asciugare, si fa una tisana per la tosse dell'inverno
16 i piccioli di ciliegia, si seccano e ci si fa una tisana per la tosse dell'inverno
17 le foglie di sedano, qualche minuto in forno aperto seccano benissimo e poi si polverizzano per un sale aromatizzato che è anche afrodisiaco
19 bucce di arance e/o limoni(se biologiche): si toglie abbastanza bene il giallo, si lasciano in un cestino, coperte con della carta, finché siano ben seccate. Così possono servire per fare dolci o tisane digestive e riscaldanti; (se non biologiche) stesso trattamento per comporre pot pourry (insieme ad altro); altro utilizzo: farle seccare sul calorifero (così in ogni caso fanno meno «volume» quando le butteremo via) e/o sulla stufa - se abbiamo la fortuna di averla - e poi usarle per accendere il fuoco di un camino - sempre se abbiamo la fortuna di averlo.
Altra cosa da ricordare per allungare la vita del limone prima di farlo diventare rifiuto è che, dopo averlo spremuto, aprendolo un po' per appiattirlo, diventa un'ottima spugna da passare sulle pareti del lavandino per sgrassarlo. E poi ancora lo buttiamo nel catino dove laveremo i piatti - magari senza detersivo o con sola acqua calda o col bicarbonato o con l'acqua di cottura della pasta - che così sgrasserà due volte. Esempio: la mattina ci facciamo un tè, ci spremiamo dentro mezzo limone, «apriamo» un po' la calottina per riuscire a strofiinare l'interno contro le pareti del lavandino, buttiamo la calottina dentro a un catino in attesa di lavare i piatti, aggiungendo solo dell'acqua calda. Infine possiamo ancora far seccare la calottina e regalarla al famoso amico con stufa o camino
20 gusci di noci, mandorle, arachidi, tenerle per regalarle al solito amico che ha la fortuna di possedre un camino o una stufa
21 fiammiferi di legno, dopo averli usati tenerli in un sacchetto e regalarli sempre al solito amico che ha la fortuna...
22 gambi dei finocchi, si possono centrifugare insieme alle parti più dure del sedano, ai «torsoli» dei cavoli e in genere a tutto ciò che è «troppo» per essere cucinato, e ottenerne un centrifugato rimineralizzante
23 foglie esterne dei carciofi, dopo aver mangiato a crudo con un po' d'olio la parte vicino alla base del fiore, si possono cuocere
24 buccia della zucca, si mangia senza problemi. Si cuoce benissimo, resta del suo bel colore verde, è ricchissima di calcio e ha un buonissimo sapore. Quasi sempre possiamo evitare di sbucciare la zucca, a meno che non vogliamo fare un purè. Al massimo, se proprio resta così dura da non riuscire a mangiarla (ma ce n'è praticamente solo un tipo), la togliamo dopo, sarà sempre meno di quella che avremmo buttato via sbucciandola da cruda.
25 qualunque foglia, di qualunque verdura non sarà mai troppo dura e/o molle da non poter essere usata per fare un condimento della pasta. Basterà aggiungere un po' d'aglio, tagliarle finemente et voilà: quelle grosse, dure apparentemente immangiabili «foglione» del cavolfiore, le foglie più esterne della verza, le foglie ormai appassite di quell'insalata «3x2» che ci siamo lasciati tentare ad acquistare, la rucola che dal frigorifero ci implora - come dice Carlin Petrini: «Mettimi sotto una mezzaluna!», le carote che abbiamo dimenticato nel cassetto del frigo e sono troppo avvizzite per mangiarle crude, le foglie grandi del finocchio che ci siamo dimenticati di usare per il centrifugato e ora sono diventate troppo «molli». Tutto può diventare un «trito» colorato e saporitissimo da far saltare in padella con un po' d'olio (buono) e il predetto spicchio d'aglio. Se poi vogliamo esagerare possiamo perfino frullare il tutto per ottenere una «cremetta» che nessuno sospetterà provenire dalle foglie «di scarto» che così diventeranno rifiuto solo dopo aver fatto il loro lavoro nell'organismo.
26 Ultimo punto. A meno di una spesa collettiva, non cediamo alla tentazione di comprare tre chili di mandarini (o di peperoni) perché costano “poco”. Sulla pelle di chi li raccoglie nel sud dell'Italia o in Argentina non è per nulla “poco”. In generale non si dovrebbe comprare se non si è deciso deciso di farlo (la lista della spesa delle nostre nonne, ricordate?) e poi, sì, certo, se avanziamo qualcosa perché ne abbiamo acquistato troppo, menomale che possiamo buttarlo nel compost, ma non dev'essere una giustificazione.
(foto non sprecare.it)