Clima: un appello al governo Renzi da ambientalisti, politici e personalità della cultura
Cento firmatari per un appello al governo Renzi, in cui personalità di spicco del mondo scientifico, ambientalista e culturale chiedono all'Italia un impegno deciso a tutela del clima in occasione del semestre italiano alla presidenza dell'UE
08 May, 2014
Cento firme – buona parte nuove all’impegno ambientalista – per chiedere al nostro Paese di uscire dall’era dei fossili, passare alle energie pulite e rinnovabili, appoggiare “un’azione coraggiosa che, attraverso lo sviluppo delle rinnovabili, dell’efficienza energetica e della chimica verde, ci avvicini al traguardo dell’80 per cento di taglio delle emissioni necessario per il 2050”. A rivolgersi al Governo italiano, due ex ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, politologi e giuristi, presidenti e direttori di importanti istituzioni come Fai, Wwf e Legambiente e di associazioni industriali e agricole, politici impegnati nelle commissioni parlamentari competenti, ma anche musicisti, registi teatrali e cinematografici, docenti universitari, scrittori, critici d’arte e sociologi: tutti costoro si sono impegnati nella campagna per la difesa del nostro pianeta dai gas clima-alteranti. L’appello è stato presentato nel corso di una conferenza stampa nella sede dell’ Ente Cassa di Risparmio di Firenze da Giampiero Maracchi, Presidente del comitato scientifico del premio ‘Il Monito del Giardino’; Sergio Givone, assessore alla Cultura di Firenze e docente di Estetica; Stefano Merlini costituzionalista ed ex sovrintendente del Comunale, Sergio Staino, illustratore e umorista; Marco Vichi, scrittore. L’appello è parte integrante dell’edizione 2014 del “Monito del Giardino” che si terrà il 14 maggio a Firenze, che ha per titolo ”Dalla Natura alla Natura, con energia” ed è dedicata alle fonti energetiche rinnovabili.
“Il pericolo – si legge nel testo – è già sotto i nostri occhi: non possiamo far finta di niente. Piogge simili a quelle monsoniche, alluvioni e frane sempre più devastanti, rischio idrogeologico in crescita minano la nostra sicurezza. Ma questa minaccia può e deve essere arginata”. A chiedere che il governo Renzi, in previsione del semestre di presidenza italiana della Ue, si impegni per sostenere una decisa azione europea contro i gas che alterano il clima è una lunga lista di personaggi del mondo della cultura, dell’ambientalismo, della scienza.
Si va dal politologo Giovanni Sartori, agli illustratori Sergio Staino e Mojmir Jezek, al meteorologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, ai pianisti Alexander Lonquich e Jin Ju, dall’ex ministro dell’Ambiente e ora commissario all’Ilva Edo Ronchi, a Andrea Segré, Presidente di Last Minute Market e coordinatore della task force del Ministero dell’Ambiente contro lo spreco alimentare, al direttore del Teatro della Pergola, Riccardo Ventrella, al giurista Unesco Francesco Margiotta Broglio, al regista Giuliano Montaldo, al direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, all’assessore alla Cultura di Firenze Sergio Givone, agli imprenditori Mariolina Marcucci e Agostino Re Rebaudengo, all’ex ministro dell’Agricoltura Mario Catania, all’economista americano Robert Costanza che, a livello internazionale, ha messo in discussione il concetto del PIL. Passando per nomi importanti dell’ambientalismo e della politica ambientale – tra cui Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati; Fulco Pratesi del WWF; Giulia Maria Mozzoni Crespi del FAI; Giuseppe Onufrio di Greenpeace; Vittorio Cogliati Dezza di Legambiente – e della ricerca scientifica: Giampiero Maracchi, climatologo e presidente del Premio Il Monito del Giardino; Riccardo Valentini, docente all’Università della Tuscia e membro del panel di scienziati Onu che indaga sui cambiamenti climatici (IPCC), Vincenzo Ferrara, anche lui docente a Viterbo ed ex rappresentante italiano dell’IPCC.
I 100 firmatari dell’appello chiedono nello specifico che venga appoggiata dal Governo italiano “la richiesta avanzata da numerosi ministri dell’Ambiente europei di rendere vincolanti, Paese per Paese, gli obiettivi che verranno stabiliti… Perché “Liberarci dal dominio dei combustibili fossili, vale a dire dall’illusione dell’energia a basso costo monetario (in realtà fortemente sovvenzionata oltre che ad alto costo ambientale), non serve solo a proteggere la Natura ma è una condizione necessaria per sostenere la sfida dell’innovazione tecnologica e rilanciare economia e occupazione. I Paesi e le aziende che hanno già fatto questa scelta – ad esempio la Danimarca, che quest’anno è uno dei sei premiati dal Monito del Giardino – ne hanno tratto benefici importanti in termini di competitività, fatturato, posti di lavoro e risparmio. L’Italia, con il 22 per cento di imprese che dal 2008 hanno investito in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare sui consumi, ha tutte le carte in regola per giocarsi la partita”, affermano i firmatari dell’appello.
“Il cambiamento climatico è un dato di fatto ineludibile: per averne la conferma basterebbe elencare la serie di eventi meteorologici calamitosi che si è abbattuta sempre più frequentemente negli ultimi anni nel nostro paese – ultima in ordine temporale quella delle Marche della scorsa settimana. E comunque la scienza non ha dubbi sull’entità del rivolgimento in atto,” afferma il presidente del Premio ambientale ‘Il Monito del Giardino’, il climatologo Giampiero Maracchi. “Si tratta di un tema che pare essere entrato nel cono d’ombra della politica ma che rimane invece all’attenzione forte dei cittadini e anche del mondo economico italiano e internazionale. Il nostro appello parte adesso con un nucleo di un centinaio di nomi anche ‘non scontati’ su questo tema, a riprova della preoccupazione di un mondo vasto, che nel quotidiano si occupa di cultura, scienza, imprenditoria e politica. La nostra intenzione è di far pervenire al Presidente del Consiglio il nostro messaggio da qui al 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente, allargando la platea dei firmatari per dare occasione all’esecutivo di impegnarsi sulla crisi climatica, oltre che su quella economica ”.
(Foto Panorama)