Incentivi alle rinnovabili, tagli in arrivo. Le proteste di Legambiente
Un piano del ministero dello Sviluppo Economico punta a ridurre le bollette elettriche recuperando copertura da un taglio degli incentivi al fotovoltaico e alle altre rinnovabili. Legambiente boccia il provvedimento e chiede al governo di ripensarci
16 May, 2014
No al taglio degli incentivi alle rinnovabili per ridurre la bolletta elettrica. Legambiente si schiera contro il piano elaborato dal ministero dello Sviluppo Economico, che punta a ridurre la bolletta di circa 2 o 3 miliardi di euro. Il taglio principale riguarderà proprio i sussidi alle rinnovabili, a cominciare dal fotovoltaico (700-900 milioni di risparmio), ma è in programma anche una nuova rimodulazione volontaria degli incentivi alle altre rinnovabili elettriche.
Per gli impianti fotovoltaici sopra i 200 kW, in particolare, il piano del ministro Guidi stabilisce una spalmatura obbligatoria degli incentivi, la cui durata passerà da 20 a 25 anni. La rimodulazione, però, non prevede interessi, per cui al prolungamento dell'erogazione dei sussidi corrisponderà un calo delle tariffe incentivanti. Di qui la reazione di associazioni ambientaliste e addetti ai lavori.
«Tagli retroattivi agli incentivi per il solare fotovoltaico anche per famiglie e agricoltori, tasse sull'autoproduzione da nuovi impianti da fonti rinnovabili anche senza incentivi, ma pure soldi pubblici presi dalle bollette per salvare il fallimentare progetto di rigassificatore a Livorno – dichiara il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini - I contenuti del provvedimento che il Governo dovrebbe approvare nei prossimi giorni, anticipati ieri dal Ministero dello Sviluppo economico, per mantenere la promessa di riduzione del 10% delle bollette alle piccole e medie imprese vanno in una direzione esattamente contraria agli interventi di cui il Paese avrebbe bisogno».
Zanchini boccia il piano dello Sviluppo Economico senza mezzi termini, sostenendo che le misure proposte finirebbero col tagliare le bollette elettriche solo delle PMI, arrestando però la crescita delle rinnovabili. I benefici, secondo l'ambientalista, si manifesterebbero solo per i grandi gruppi energetici in affanno per la crisi.
«Chiediamo al governo Renzi di fermare un provvedimento sbagliato nel merito delle scelte e nel messaggio che viene inviato alle famiglie e alle imprese, perché l’Italia avrebbe tutto l’interesse a investire nelle fonti rinnovabili per ridurre importazioni di fonti fossili e spesa energetica – prosegue il vicepresidente di Legambiente - Tutti condividiamo la necessità di ridurre la spesa energetica, e per questo riteniamo non accettabile che si scelga una strada che va solo nella direzione degli interessi dei grandi gruppi energetici legati alle fonti fossili».
Oltre al taglio degli incentivi alle rinnovabili, il piano proposto dal ministro Guidi prevede anche altre misure: si va dalla riduzione degli sconti alle Ferrovie; l' addebito progressivo (a partire dal 10%) degli oneri di sistema anche a Riu, Seu, Seseu e l' abolizione degli sconti agli ex dipendenti di aziende di distribuzione elettrica. Eliminati infine le agevolazioni per Vaticano e San Marino e i contributi alle centrali a olio.
Leggi il comunicato stampa di Legambiente
(Foto: Infobuildenergia)