ForumRifiuti: dai tetti di amianto ai pannolini riciclati
Secondo ed ultimo giorno per il forum nazionale sui rifiuti a Roma. Al tavolo alcune delle eccellenze italiane nel campo del riciclo, ma anche il dramma dell’amianto
18 June, 2014
di Matteo Nardi e Giorgia Fanari
In Italia mancano regole certe, controlli severi e incentivi. Questo è chiaro ed è emerso quasi da ogni relatore del Forum dei Rifiuti tenutosi a Roma il 18 e 19 giugno.
La mancanza di incentivi è emersa anche, con maggiore forza e gravità, con Annalisa Corrado Responsabile Industrial Business di AzzeroCO2; la società di consulenza energetico-ambientale infatti denuncia la mancanza di una vera politica di incentivi per aiutare privati ed industrie a rimuovere quel 70% di amianto che è ancora il loco. Della nocività dell’amianto si accorsero gli inglesi nel 1930 ed i tedeschi nel 1943 furono i primi a prevedere un risarcimento per quanti si fossero ammalati lavorando l’amianto. In Italia il 70% dell’amianto ancora non è stato rimosso ed ogni anno 2000 morti dipendono proprio dall’inalazione delle fibra mortali. “Come Legambiente o Kyoto Club abbiamo chiesto, senza risultati, a tutti i governi di non tagliare i fondi per lo smaltimento - ha affermato Annalisa Corrado- Eppure ancora oggi abbiamo 2000 morti all’anno per colpa dell’amianto. Morti che per altro non sono più per colpa delle industrie, ormai chiuse, ma causate direttamente dall’inquinamento ambientale. Chi è al governo e non affronta questo problema deve caricarsi anche di questa responsabilità.” Ed anche sull’amianto si estende l’ombra dell’ecomafia visto che, dati i costi di smaltimento, le aziende in difficoltà finiscono con il rivolgersi alle cosche mafiose per liberarsi del metallo pericoloso.
Dai drammi ai buoni propositi, dall’amianto ai pannolini, il Forum dei Rifiuti è anche occasione per conoscere un’eccellenza tutta italiana nel campo del riciclo. Il progetto “Riciclo del Pannolino” viene intrapreso dall’azienda Fater con sede a Pescara che da tempo lavora nel settore dell’igiene producendo pannolini, assorbenti e fazzoletti. La sfida dell’azienda è quella di trasformare proprio questi prodotti in una risorsa per tutti.
In che modo?
Ideando il primo processo tecnologico in Italia in grado di riciclare i prodotti assorbenti per la persona usati trasformandoli in nuove materie prime: plastica e cellulosa.
Il progetto polito al momento si trova negli USA, ma entro il 2014 ne verrà installata una in Italia capace di servire 400.000 persone.
Altro esempio di sostenibilità italiano lo abbiamo nel campo dell’olio esausto. Nella giornata di ieri COOU (Consorzio per la raccolta degli oli usati) e Viscolube hanno presentato la buona pratica dell'olio lubrificante in Italia spiegando il ciclo di raccolta e riutilizzo dell'olio usato che, una volta rigenerato, torna a una nuova vita con caratteristiche simili a quelle del lubrificante da cui deriva. “L'Italia per quanto riguarda la raccolta di oli lubrificanti fa scuola in diversi Paesi. Circa il 70% torna ad essere lubrificante”, ha spiegato Franco Barbetti, Direttore Tecnico Operativo COOU. “In 30 anni di attività, l'88,7% dell'olio raccolto dal COOU è stato classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, mentre il 10,8% è stato avviato a combustione in appositi impianti quali, ad esempio, i cementifici. Solo una piccola frazione, in quanto irrimediabilmente inquinata, è stata termodistrutta”. Inoltre, come afferma Antonio Lazzarinetti, Amministratore Delegato Viscolube, “talvolta i prodotti ottenuti con olio rigenerato sono superiori a quelli che si ottengono con il petrolio. Il settore – ha continuato – rappresenta il 25% dei lubrificanti venduti in Italia. Senza dimenticare che il nostro Paese è leader per rigenerazione dell'olio usato con l'89% avviato a rigenerazione, meglio di Germania e Francia”.
L’Italia è pronta a cambiare a rotta. E lo dimostrano l’impegno delle industrie, ma anche i dati della ricerca “Gli italiani ed il riciclo dei rifuti", realizzata dall’Istituto Lorien Consulting per Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati e Legambiente. Dopo il lavoro infatti, è l’ambiente il tema che suscita le maggiori apprensioni dei cittadini. In particolare i rifiuti sono considerati la minaccia più rilevante (72%), mentre la raccolta differenziata è l’argomento su cui gli italiani si considerano più informati (78%). ”I risultati più alti ottenuti nel sondaggio dal tema rifiuti - ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - dimostrano che questo è il tema più 'frequentato' dai cittadini, ovvero che ormai in Italia la maggioranza della popolazione si misura o con le buone pratiche di governo ed una raccolta differenziata funzionante o con situazioni emergenziali. In un caso come nell'altro i cittadini sono consapevoli e sanno anche qual è la soluzione possibile. E' importante quanto emerge dalla ricerca, ovvero che i cittadini sono in gran parte ben disposti e informati sul tema. Quello che invece continuata mancare sono le politiche nazionali in grado di mettere tutto ciò a sistema e rendere organiche e efficaci le pratiche virtuose in tema di gestione dei rifiuti" .