Puglia, Nicastro: ecco la storia della discarica di Spinazzola ...e dei suoi rifiuti tombati
Lorenzo Nicastro, Assessore alla Qualità dell'Ambiente della Regione Puglia, ripercorre le tappe della discarica di Spinazzola in località Grottelline. Dal quando nel 1990 fu presentato il progetto dalle amministrazioni locali fino alla gestione come sito per il temporaneo ed urgente smaltimento dei propri rifiuti urbani a partire dal dicembre 1995
20 June, 2014
“Per ristabilire la storia di Grottelline, rispetto agli attacchi ingiustificati cui la Regione Puglia è sottoposta è opportuno partire dalla documentazione, per evitare ricostruzioni fantasiose o, peggio, prive di qualunque crisma di storicità: in riferimento alle evidenze emerse dalle attività degli organi di polizia giudiziaria che hanno rinvenuto in quell'area rifiuti riconducibili alla pratica degli ex art. 12 Dpr 915/82. Premettendo che questa ricostruzione è assolutamente indipendente rispetto all'iter di valutazione tecnica dell'ipotesi di localizzazione dell'impianto in quel sito, vale la pena però ripercorrere le tappe che hanno portato a rinvenire in quel sito dei rifiuti interrati. Rifiuti dei quali, solo le indagini, potranno stabilire la provenienza e, soprattutto, la distanza che hanno percorso”. Così Lorenzo Nicastro, Assessore alla Qualità dell'Ambiente della Regione Puglia.
Il progetto presentato dalle amministrazioni comunali. “La Giunta Provinciale di Bari con una delibera del 28 marzo 1991 approvava il progetto di realizzazione di un impianto di 1^ categoria per lo smaltimento rifiuti in località Grottelline a Spinazzola. Il progetto, tanto per chiarezza, era stato presentato dallo stesso comune di Spinazzola con istanza del 14 febbraio 1990 e aveva scontato vari passaggi in conferenza provinciale con la partecipazione delle amministrazioni di Spinazzola, Poggiorsini, Gravina racchiusi in un verbale di seduta del 25 febbraio 1991. E' evidente quindi, nonostante qualcuno dica che quel sito non sia mai stato nelle disponibilità di quella amministrazione, che proprio su quello – chiaramente individuato in ordinanza con i dati catastali foglio 142, particelle 11 e 143 – vi fosse una vera e propria pianificazione per la gestione dei rifiuti urbani di quel comune e non solo".
"Tra conferenze provinciali ed accordi di programma interni all'Ato Ba4 – prosegue Nicastro – il sito di Grottelline passa in secondo piano rispetto all'altro sito individuato in territorio di Altamura che stando alle analisi costi/benefici dell'epoca risultava più comodo sul piano logistico per le esigenze del Bacino”.
“Grottelline diventava così, almeno formalmente, l'opzione 'B' salvo poi tornare in auge a seguito di indisponibilità del sito di Altamura: nel 1995 Spinazzola individua le famose particelle, in virtù del citato art. 12 Dpr 915/82, come sito per il temporaneo ed urgente smaltimento dei propri rifiuti urbani a partire dal dicembre 1995 (l'ordinanza nr. 77/1995 revoca le precedenti che individuavano altra location e individua Grottelline) e, con certezza documentale, fino a metà dell'anno successivo. Nel mezzo ci sono querelle con altri comuni del territorio che si rifiutano di accogliere i camion di Spinazzola, ordinanze fatte e poi ritirate, accordi di programma tra comuni firmati e poi disattesi che, alla fine costringono il sindaco di allora ad usare nuovamente Grottelline formalmente fino al 12 giugno del 1996. E' utile tratteggiare la storia di quel sito per chiarire da dove possano essere arrivati i rifiuti rinvenuti, individuare a quali istituzioni spettasse il compito di monitorare che la ditta incaricata del servizio di nettezza urbana a cui veniva 'ordinato' di conferire nelle cave di quel sito lo facesse rispettando le prescrizioni contenute negli atti. Nel disordine provvedimentale ci sarebbe spazio per considerazioni di ogni tipo, quello che certamente dai documenti appare evidente è – prosegue l'assessore – cosa sia accaduto in quei luoghi, chi fossero i soggetti a vario titolo interessati nelle attività di gestione e in virtù di quali atti: una chiarezza che sembra sfuggire a chi vuol fare di quel sito, a qualunque costo, il terminale di traffici illeciti, di interessi criminali o a chi, ancora, usa addossare al Piano Rifiuti approvato dal Consiglio e alle scelte operate dal Governo Regionale la responsabilità di tutto quello che è accaduto sul nostro territorio, anche in epoche risalenti nel tempo. La vicinanza alle popolazioni non è solo partecipare alle marce, è anche poter restituire alla cittadinanza una storia certa che, in quanto conosciuta e conoscibile da tutti, possa non ripetersi tale e quale”.