L’orto universitario del Politecnico, un'“azione di socialità”
Intervista ad Alessandro Sachero, giovane designer, tra i promotori di “Coltivando”, l’orto “conviviale” del Politecnico di Milano. Un orto per il quartiere Bovisa e di sperimentatori: non solo pomodori e zucchine, ma carciofi, angurie e meloni e una piccola aiuola a zafferano e cotone, dove mettono mano anche i bambini
19 June, 2014
di Aglaia Zannetti
Aglaia Zannetti: Alessandro, come e quando nasce e si sviluppa il progetto dell’orto del Politecnico di Milano?
Alessandro Sachero: L’idea di Coltivando, l'orto conviviale del Politecnico di Milano, nasce nel 2012 da un progetto di ricerca di un team composto da studenti, docenti e ricercatori della facoltà di design al fine di creare un punto di incontro tra il campus e il quartiere dove è situato, la Bovisa (periferia nord di Milano ndr) : questo perché il campus universitario si è di fatto “insediato” in un quartiere che aveva già una sua storia e struttura e si è avvertita la necessità di integrarsi e i farsi conoscere dagli abitanti della zona, invitandoli a vivere insieme a noi l’area verde, a tutti gli effetti pubblica, partecipando alla coltivazione e alle attività previste. All’inizio del 2012 con il coinvolgimento degli studenti sono state avviate delle attività di co-progettazione, co-design e workshop e nell’ottobre dello stesso anno c’è stata l’inaugurazione dello spazio con la costruzione dell’orto.
A.Z. Leggendo le varie informazioni sul vostro sito, appare evidente l’intento di socializzazione legato al progetto dell’orto condiviso
A.S. Sì, assolutamente, lo spazio del nostro orto condiviso è gestito collettivamente, non c’è un’associazione alle spalle: il Politecnico è stato promotore e finanziatore agli inizi, per consentirci l’ acquisto dei cassoni di lamina - un progetto che nasce da una mia tesi di laurea - all’interno dei quali coltiviamo gli ortaggi, e della terra, oltre che dell’impianto di irrigazione, della cui gestione sono il referente. Ciascuna delle persone che ha contribuito a far nascere il progetto “Coltivando” gestisce infatti precise aree di lavoro, chi si occupa della semina, chi del raccolto, chi delle attrezzature …un nucleo di 25/30 partecipanti cui si aggiungono i residenti del quartiere; lo spirito è quello della condivisione all’interno di un gruppo spontaneo con l’obiettivo di realizzare dei risultati produttivi attraverso la coltivazione dell’orto
A.Z. Che tipo di coltivazioni avete? Avete seminato solo verdure e ortaggi o avete pensato anche ad alberi da frutto?
A.S. Posso dire che siamo degli sperimentatori poiché oltre alle coltivazioni “classiche” di pomodoro, zucchine, melanzane e via dicendo, abbiamo anche quelle di carciofi, angurie e meloni. Per quanto riguarda la frutta, abbiamo un piccolo frutteto, composto di 5 alberi . Poi una particolarità , una piccola aiuola dove coltiviamo zafferano e cotone, coinvolgendo, in questo, anche i bambini dell’asilo nido presente all’interno del campus i quali, quindi, sperimentano un vero e proprio orto didattico e hanno la possibilità di gestire autonomamente una seconda aiuola dove possono coltivare ciò che vogliono.
A.Z. Che tipo di attività svolgete e proponete al quartiere?
A.S. Con l’intento di riappropriarsi di uno spazio pubblico e di trasformarlo in un luogo di aggregazione, proponiamo diverse attività , per adulti e bambini. Oltre a “Coltivando” che è l’attività trainante, da un anno a questa parte abbiamo istituito il “Sabato della Bovisa” , con cadenza mensile o bimestrale. Abbiamo attività come quella di book sharing, o “swapping di vestiti” (scambio, ndr) ; abbiamo anche fatto dei laboratori per costruire degli spaventapasseri o dei laboratori di maglieria coinvolgendo le signore del quartiere oltre che tutti i corsi del Politecnico; gli studenti sono una risorsa attiva e preziosa per il volantinaggio ai mercati, ad esempio, in giro per il quartiere, così da raggiungere anche un utenza che non necessariamente si rivolge ad internet.
La “regia” di tutte queste attività socializzanti è sempre dello “zoccolo duro” del Politecnico in collaborazione con associazioni di quartiere come ZUP Urban Project, De.De. P. (Design democratico e partecipato) , per citarne alcune. Le iniziative, così come i corsi e i laboratori sono molto frequentati, abbiamo potuto monitorare gli ingressi agli eventi che nello scorso mese di marzo, ad esempio, hanno raggiunto quota 700 persone. Un ottimo risultato di cui andiamo fieri.
A.Z. Fate parte di una rete? Avete contati diretti con gli altri giardini e orti condivisi di Milano?
A.S. Facciamo parte della rete “libere rape metropolitane”, utilissima per tenerci in contatto e sempre informati su tutte le attività e iniziative anche delle altre realtà, anche se per adesso non abbiamo ancora gestito un evento in collaborazione con altri orti.