La differenziata nelle scuole milanesi, Comune e Amsa al lavoro
Dopo l’annuncio dell’Assessore all’Ambiente Pierfrancesco Maran sull’introduzione della raccolta differenziata nelle scuole a partire da settembre, abbiamo approfondito la questione parlando con Amsa e con una maestra della Primaria G. Galvani su come sono stati gestiti, sino ad oggi, i rifiuti negli istituti scolastici
29 June, 2014
di Aglaia Zannetti
Bidoni comuni per la raccolta della carta nei corridoi, bidoni per l’umido nei refettori, cassonetti da 140 o 240 litri nei cortili.
Queste, sino ad oggi, le direttive per la gestione dei rifiuti prodotti da allievi , insegnanti e personale scolastico.
La raccolta differenziata, dunque, già esiste all'interno istituti scolastici ma è di questo sabato 28 giugno la notizia data dall’Assessore Maran sulla partenza a settembre della differenziata con il coinvolgimento delle singole classi e non solo negli spazi comuni sopra citati, con l’impegno da parte del Comune ad organizzare alcuni incontri informativi per ragazzi, bambini e loro insegnanti poiché, come spiega Maran, non necessariamente tutti hanno già acquisito le corrette informazioni in merito.
Attualmente nelle mense, ci riferisce Giuliana Romano, insegnante di quinta alla Primaria Galvani di Milano, la raccolta è distinta tra umido, per gli avanzi del cibo, carta e plastica (per le confezioni di prodotti come merendine, succhi di frutta, vasetti di jogurt e simili) ma nelle singole classi l’iniziativa è stata lasciata, fino ad oggi, alla buona volontà delle insegnanti che in alcuni casi si sono procurate il numero necessario di contenitori per la differenziata in classe, in altri casi, invece, si sono limitate a far separare la carta dall’umido (con il risultato che spesso, ci segnala la Romano, la plastica finisce nell’umido) .
Una situazione di “anarchia” nelle aule che negli intenti di Amsa e Comune sarà arginata, prima di tutto, attraverso una maggiore informazione e dialogo con i più piccoli sebbene sia ancora allo studio la gestione pratica della differenziata che impegnerà attivamente anche le classi, al di là dallo spirito di intraprendenza e sensibilità ecologica dei singoli docenti.
Si tratta solo di ipotesi, per ora, ma Amsa dice che si potrà valutare, ad esempio, se fornire i contenitori necessari alle classi per fare la differenziata oppure consegnare ai plessi scolastici un numero sufficiente di cassonetti da sistemare negli spazi comuni (oltre a quelli già presenti per la carta e per l’umido nelle mense) per poter fare correttamente la raccolta.In questo senso ci sarà un confronto anche con il Comune.
Un ruolo di sensibilizzazione potrebbero averlo anche i genitori, come suggerisce l’insegnante Giuliana Romano, poiché alla Galvani, ad esempio, è stato proprio il Comitato dei genitori a proporre, auto tassandosi, la costruzione di una casetta in muratura , posta in cortile, dove sono raggruppati i diversi contenitori per cercare di migliorare la raccolta differenziata finale, grazie al lavoro delle inservienti che dividono, separandoli meglio, i rifiuti a volte misti a volte già smistati correttamente, raccolti dalle aule.