In bici sul metrò, otto pionieri sperimentano il nuovo servizio
Prima domenica di test tra i dubbi, solo quattro mezzi permessi sul treno: "Meglio avere un vagone dedicato". La Scala, direttore Gtt: "L'idea è di arrivare in primavera con un'apertura più estesa" - da Repubblica del 21.07.2014
21 July, 2014
di Gabriele Guccione
si arriverà un giorno, a poter caricare le bici sul metrò durante tutta la settimana? A Milano è già così, anche se, c’è da dire, le carrozze sono più larghe di mezzo metro: si può salire sui treni prima delle 7, tra le 10 e le 16, e dopo le 20. Sarà un traguardo da raggiungere anche a Torino, dove da ieri, primo giorno di sperimentazione, si è cominciato a provarci, al momento soltanto la domenica dalle 8 alle 14 e acquistando un supplemento di 50 centesimi, oltre al normale biglietto o abbonamento. Serve più che altro a contare quanti salgono con la bici, stando a sentire Gtt, e ad aprire le porte riservate alle carrozzine.
Inaugurare il servizio è toccato a 8 pioneri dei pedali, quanti nell’intera giornata si sono presentati ai tornelli . Di buon ora è arrivato il primo. Dopo gli altri, compresi sei “ciclisti militanti” delle associazioni, che qualche tempo fa avevano fatto irruzione per rivendicare il diritto a viaggiare insieme alle loro bici. «In tutta Europa funziona, non capiamo perché a Torino non dovrebbe » dice uno di loro, Gabriele Del Carlo. L’Assessorato ai Trasporti e Gtt hanno deciso di provarci e la sperimentazione aiuterà ad aggiustare il tiro, sugli orari, sul posizionamento nelle carrozze, sul biglietto speciale.
Si scende dagli ascensori, dato che le scale sono bandite. Si prende il biglietto (anche qui, solo a Torino, mentre «vorremmo
fosse gratis») e si passano i varchi: i ciclisti si trovano di fonte a un cartello, piazzato sulle porte da cui è consentito entrare: «Bici a bordo». Non ne possono salire più di 2 per vettura, 4 per tutto il treno. Le regole sono chiare, e vanno addossate al palo centra-
le, perpendicolare alla porta. «Diciamo che messa lì è un ostacolo — riconosce Del Carlo, provando di persona l’effetto che fa — Sarebbe meglio arrivare ad avere un vagone dedicato per non intralciare gli altri utenti del metrò». Per ora staranno lì. Sono sicure. Gtt, per verificare che non volassero via, ha fatto delle prove (a treno fuori servizio) tirando il freno di emergenza a 90 all’ora. Già così non è stato facile ottenere le autorizzazioni per la sicurezza, considerato che a Torino i vagoni sono di soli 2 metri e il metrò è senza autista. Se la sperimentazione andrà a buon fine (durerà fino al 30 novembre) si aprirà anche ai pendolari, non solo a chi esce la domenica mattina. «Si tireranno le somme con l’idea — spiega l’ingegnere Piero La Scala, direttore dell’esercizio della metropolitana — di arrivare in primavera ad un’apertura più estesa». Al mattino presto e alla sera tardi, magari per chi da Fermi va a lavoro in centro e vuole muoversi in bici.