Spalma incentivi: il Senato approva senza modifiche significative
Le Commissioni Bilancio, Industria e Ambiente del Senato hanno approvato il testo del decreto spalma incentivi, senza modifiche significative alla versione licenziata dal Consiglio dei ministri qualche settimana fa
25 July, 2014
Le Commissioni Bilancio, Industria e Ambiente del Senato hanno approvato il testo del decreto spalma incentivi, senza modifiche significative alla versione licenziata dal Consiglio dei ministri qualche settimana fa. Respinte, dunque, le numerose richieste di correttivi avanzate da diverse associazioni del settore delle rinnovabili.
Ferme restando le ancora possibili modifiche alla Camera, ai titolari di impianti fotovoltaici incentivati di potenza superiore ai 200 kW resterebbero due diverse opzioni: un allungamento degli incentivi dai 20 anni attuali a 24, con un taglio della tariffa che va dal 25% con un periodo residuo di 12 anni fino al 17% per 19 anni e oltre; oppure il mantenimento dei 20 anni di erogazione degli incentivi, ma con un taglio che avverrà secondo percentuali stabilite dal MISE entro il prossimo 1 ottobre (i tagli saranno più consistenti nei primi anni, mentre nei successivi sarà effettuato un conguaglio).
I soggetti interessati dovranno informare della propria scelta il GSE entro il 30 novembre 2014. In mancanza di comunicazioni, il Gestore procederà comunque con una riduzione degli incentivi (che resteranno in questo caso di durata ventennale) sulla base della potenza dell'impianto: 6% per gli impianti da 200 kW a 500 kW; 8% da 500 a 900 kW; 10% per gli impianti di potenza superiore (ma voci non ancora ufficiali parlano di un possibile ribasso di un punto percentuale dei tre scaglioni di tagli).
Palazzo Madama ha invece introdotto un correttivo per quanto riguarda l'autoconsumo dell'energia rinnovabile: il testo originario dello spalma incentivi prevedeva di pagare parte degli oneri di sistema anche sull'energia autoconsumata, inclusi gli aumenti previsti per il 2015 sui sistemi efficienti di utenza (SEU). Il Senato hanno posto dei limiti a questi incrementi, stabilendo che la crescita della quota di oneri da pagare varrà solo per gli impianti non ancora in esercizio al momento in cui gli aumenti verranno deliberati (e non potrà in ogni caso superare il 2,5% biennale).
Non basta, secondo il Coordinamento FREE (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), che è stata tra le prime associazioni a commentare la notizia. «L'emendamento definitivo relativo alla norma cosiddetta spalma incentivi approvata dalla Commissioni Industria e Ambiente del Senato non sana il vulnus gravissimo della retroattività di un provvedimento che non ci fa apparire come Paese serio e affidabile – si legge nel loro comunicato - L'articolo 26 fa persino confusione tra la categoria degli operatori del fotovoltaico e quella delle altre Fer. Sull'opzione 3 per prolungare il meccanismo degli incentivi e sulla nuova opzione della cartolarizzazione degli incentivi nella misura dell'80% presso un operatore finanziario - operazione questa in misura diversa proposta da Free nel passato - ci si affida ad una serie di provvedimenti che emanerà l'Autorità dopo l'approvazione di questo decreto. Siamo in presenza di un meccanismo troppo farraginoso. Non un bel risultato per un Governo che si vanta di semplificare e velocizzare».