Rinnovabili, le imprese friulane contro il decreto spalmaincentivi
Dal Sole 24 ore del 28.07.2014
29 July, 2014
di Barbara Ganz
Parte da Udine la mobilitazione delle imprese contro il cosiddetto "Decreto spalmaincentivi per le rinnovabili" (Dl n. 91 del 24 giugno 2014), che ha introdotto disposizioni urgenti con incidenza retroattiva sugli incentivi per il fotovoltaico.
«Il nostro obiettivo - spiega Alessandro Papparotto, capogruppo del gruppo Energia e telecomunicazioni a Rete di Confindustria Udine - è quello di sensibilizzare le aziende del settore e quanti hanno investito in questo tipo di risorsa su ciò che sta accadendo e le eventuali procedure attivabili, anche di profilo legale, al fine di tutelare i diritti acquisiti. Siamo di fronte a una procedura con effetto retroattivo che mina il principio fondamentale dei diritti acquisiti. Se la finalità del Governo era quella, condivisibile, di ridurre gli oneri nella bolletta dell'energia elettrica per il consumatore si poteva raggiungere l'obiettivo con ben altre soluzioni e non a carico di chi ha effettuato piani di investimento sul fotovoltaico garantiti dalla legge».
Lo "spalmaincentivi" è in una fase in cui può ancora subire modifiche in Parlamento durante la conversione in legge, che deve avvenire entro 60 giorni.
La sensibilità del Friuli per il tema dell'energia ha una radice tanto geografica quanto storica: la regione è al confine con aree - quella carinziana e quella slovena - dove il costo della bolletta risulta sensibilmente inferiore. Non solo: Udine è stata la patria di nascita di Arturo Malignani, imprenditore e inventore che si segnalò per i suoi brevetti nel campo dell'illuminazione elettrica e che capì per primo l'importanza dell'uso dell'energia elettrica su scala industriale.
«Seguendo il suo esempio tanti imprenditori, dalle imprese della Carnia ai vari Consorzi alle aziende del legno, hanno investito in impianti di autoproduzione, facendone sia una componente del proprio business che una intelligente copertura sull'aumento dei costi dell'energia» sottolinea Papparotto.
Fra le altre, la Ifim Spa di Udine (smaltimento rifiuti): «Noi come Gruppo abbiamo realizzato tre anni fa un impianto fotovoltaico da 2,5 mega in località Premariacco, Udine, all'interno di una ex cava, con tanto di benestare degli ambientalisti - dice Raffaella Midolini - Abbiamo poi costruito un altro impianto da 1,5 mega in località a San Gottardo in zona di riqualificazione ambientale. Abbiamo usufruito di un leasing le cui rate da pagare - che prima erano in equilibrio finanziario - ora, alla luce del Decreto sono diventate problematiche da soddisfare. Sottolineo anche che un impianto realizzato in Friuli sconta una ulteriore penalizzazione rispetto ad uno del centro o del sud di Italia dove la producibilità può essere superiore con valori che vanno dal 30 al 50%».
Ecco perché «siamo in tanti qui in Friuli a chiedere l'eliminazione del Decreto Spalmaincentivi che modifica con effetto retroattivo i diritti legittimamente acquisiti da parte di imprese e privati - sottolinea Papparotto - Il nostro sforzo è stato sin da subito concentrato a creare consapevolezza nelle imprese associate, con una costante attività di informazione. Siamo pronti a supportare le azioni di tutela legale che vorranno essere intraprese dalle aziende e ad estendere tale possibilità anche alle aziende non associate. Saremo infatti in prima linea come Confindustria a difendere il principio fondamentale della certezza del diritto a prescindere dall'appartenenza o meno di un'azienda al nostro sistema. È infine nostra intenzione di aprire anche una pagina sui social network per generare un continuo scambio di idee sull'argomento».