Volpi diventate urban: 10.000 solamente a Londra
Londra, Zurigo, Melbourne: secondo le autorità locali, il numero delle volpi in città sarebbe ormai superiore a quello delle zone rurali e comporterebbe notevoli disagi per i cittadini. Ma è davvero così?
28 July, 2014
di Albana Muco
Fino a qualche decennio fa, le volpi erano chiamate solamente “volpi di campagna”. Essendo animali molto adattabili, proprio grazie a questa loro caratteristica, sono riuscite a insediarsi anche nelle aree urbane. Da qui l’appellativo “volpi urbane”. La loro presenza in città è dovuta soprattutto all’abbondanza di cibo, ovvero animali di piccola taglia e rifiuti. Abituandosi alla vita cittadina, le volpi sono diventate meno schive e non hanno paura di girare anche durante il giorno.
Il 20 giugno 2014 l’Herald Sun, il secondo quotidiano più importante d’Australia, dedicò un articolo al problema delle volpi urbane presenti a Melbourne. Il giorno prima, due volpi erano state avvistate, verso mezzogiorno, mentre camminavano sui tetti delle case nel quartiere periferico Mount Waverley.
“Loro sono ovunque. Non sono state un problema quando vivevano nella boscaglia e non assillavano nessuno, però ora la vita delle persone è intrecciata con quella delle volpi”, afferma la portavoce del Ministero dell’Ambiente e delle Industrie Primarie, Gemma Gadd. Inoltre, secondo la signora Gadd, anche se è difficile stimare quanti esemplari vivono a Melbourne, il numero delle volpi in città è notevolmente superiore a quello delle zone rurali. La difficoltà è dovuta alle abitudini notturne delle volpi, che possono percorrere anche 10 km in una notte in cerca di cibo.
Nello Stato di Victoria, di cui Melbourne è capoluogo, grazie alla legge “Captazione e Tutela del Territorio” del 1994, in materia di gestione e tutela delle acque e dell’ambiente, le volpi sono considerate animali infestanti. Quindi è compito dei proprietari terrieri impedire la loro diffusione e, per quanto possibile, eliminarle. Tuttavia, la portavoce Gadd informa che le persone non devono essere concentrate sull’allontanarle dalle aree cittadine, ma sul rendere le loro proprietà “fox unfriendly”.
Il problema delle volpi urbane è molto significativo anche a Londra. Questi onnivori canidi urbani hanno l’abitudine di intrufolarsi in case, giardini e uno di loro, nel 2011, ha scalato persino il grattacielo The Shard, arrivando fino al suo 72esimo piano. Risale a più di un anno fa, precisamente febbraio 2013, l’ultima famosa storia volpina che ha suscitato grande preoccupazione e reazioni contrastanti nell’opinione pubblica inglese e, soprattutto, in quella londinese: una volpe, entrata in una casa a Bromley, periferia di Londra, morse un neonato di 4 settimane.
Di fronte a quell’attacco, il sindaco di Londra, Boris Johnson, invocò una linea dura nei confronti delle volpi. A detta del sindaco, quanto accaduto doveva essere un campanello d’allarme per i responsabili della disinfestazione, incaricati di capire la ragione per cui la presenza delle volpi urbane è diventata un problema e agire rapidamente per arrivare alla sua risoluzione. Anche se, diversamente dalla classificazione australiana, nel Regno Unito le volpi sono considerate animali selvatici, e quindi non come infestanti o nocivi.
Sebbene l’opinione pubblica sia divisa a metà tra chi vuole l’abbattimento delle volpi o il loro allontanamento e chi le ritiene innocue, gli esperti affermano che esse non rappresentano per i cittadini un pericolo maggiore rispetto ai cani randagi. Inoltre, le volpi non possono più essere neanche motivo di spavento o preoccupazione per quanto riguarda la rabbia, malattia mortale e virale, debellata ormai da anni. La loro presenza nelle città ha anche dei lati positivi: mangiano gatti morti, ratti ed altri roditori che trasmettono malattie gravi.
I problemi causati dalle volpi sono:
- Rumori durante la notte e specialmente durante la stagione degli amori, ma si tratta solo di un fastidio stagionale dalla durata limitata a un paio di settimane;
- Buste dell’immondizia strappate e rifiuti sparsi per le strade.
Questo tipo di problema, però, può essere causato non solo dalle volpi, ma anche da altri animali, come cani randagi e gatti.
Le volpi urbane non sono diverse da quelle di campagna e possono vivere in media 14 anni. Secondo l’esperto John Bryant, l’unica differenza tra loro consiste nel fatto che le urbane sono più abituate alla presenza e alla vicinanza delle persone. Questi canidi si sono “trasferiti” in città dal 1930, ma solamente dopo la Seconda Guerra Mondiale sono diventati “cittadini” dei centri urbani. Questo per due motivi: 1) a quel tempo si è iniziato a costruire abitazioni a bassa densità, fatto che ha portato all’espansione dell’area cittadina e delle villette a schiera con giardini posteriori, fonte di cibo per le volpi; 2) l’assenza di cani randagi, loro concorrenti di cibo e che potevano persino ucciderle.
Per quattro decenni, fino al 1980, le autorità inglesi hanno dato la caccia o hanno catturato le volpi per poi abbatterle somministrando iniezioni letali. Il primo metodo, quello della caccia, è molto pericoloso per poter essere applicato nelle zone urbane, mentre il secondo è troppo dispendioso. Tuttavia, gli esiti di tali azioni non sono stati soddisfacenti. Si stima che nelle città del Regno Unito, dal 1980, le volpi urbane siano 33.000, di cui 10.000 a Londra. Nonostante le azioni di contenimento, il mezzo più efficace per tenere sotto controllo la popolazione volpina pare sia costituito dai veicoli a motore: il 50% delle volpi muore investito sulle strade.
Al fine di tenere le volpi lontane dalle abitazioni, gli organi competenti consigliano di:
- Rendere le case e i giardini meno “attrattivi”, evitando di lasciare fuori, anche dagli appositi cassonetti, buste di rifiuti;
- Usare repellenti anti-volpe, per impedire all’animale di marcare il territorio e per tenerlo lontano dai luoghi abitati;
- Astenersi dal nutrirle, non lasciare in giardino gabbie di volatili e cibo per gatti;
- Interrare bene le recinzioni.
La presenza delle volpi nelle aree urbane ha suscitato anche un dibattito sulla gestione dei rifiuti. Ceris Burns, Amministratrice Delegata di Ceris Burns International, a tal proposito, ha scritto un articolo pubblicato nel periodico digitale Tomorrow’s Cleaning, nel mese di marzo 2013, intitolandolo “Can wily waste management out-fox the urban fox?”, ovvero “Può un’astuta gestione dei rifiuti superare in furbizia la volpe urbana?”. Burns punta l’attenzione sulla presenza di rifiuti nelle città, una fonte ricca di cibo per gli animali affamati. Secondo la sua opinione, la gestione dei rifiuti deve diventare più innovativa; le aziende e i consumatori devono essere stimolati, attraverso l’educazione e la sensibilizzazione, a riciclare o smaltire i propri rifiuti più intelligentemente, però anche il processo di sviluppo del prodotto deve fare la sua parte. Burns auspica, quindi, che la gara di astuzia tra le persone e la volpe possa portare entro breve tempo all’invenzione di uno scavenger-proof bin, ovvero un contenitore a prova di chi rovista nei rifiuti.
Le volpi urbane sono presenti da qualche tempo anche in Svizzera: solamente a Zurigo vivono 1.300 esemplari adulti. La Protezione Svizzera degli Animali, PSA, ha pubblicato un foglio informativo con lo scopo di fornire informazioni obiettive sulle volpi. La convivenza pacifica, per l’ente svizzero, si può avere tenendo in mente la parola d’ordine “tolleranza”. Per chi fosse interessato, il materiale scritto in italiano è consultabile a questo link.