Tassa rifiuti, ecco tutti gli aumenti
Nuove agevolazioni per chi vive in centro e Pozzo Strada, quartieri virtuosi nella differenziata La prossima settimana il Consiglio comunale dovrà dare il via libera al provvedimento - da La Repubblica del 24.07.2014
29 July, 2014
di Gabriele Guccione
Qualcuno pagherà dieci, qualcun altro anche venti euro in più. Si fa più pesante per le famiglie torinesi, rispetto all'anno scorso, la tassa sui rifiuti, la cosiddetta Tari, un tempo Tarsu, l'anno scorso diventata Tares il tempo fuggente di un attimo. Quest'anno il Comune ha lavorato per incastrare le esigenze di tutti, impegnandosi a rivedere il peso della raccolta dei rifiuti sulle imprese, soprattutto quelle alimentari (dagli ambulanti dei mercati ai ristoratori e ai baristi), così ha dovuto rimodulare le tariffe, aumentando in media (ma è la famosa media del pollo) la tassa destinata alle 433mila famiglie torinesi del 3,85 per cento.
Significa, come ha spiegato ieri in commissione Bilancio, l'assessore Gianguido Passoni, presentando la delibera con le tariffe, che «qualcuno pagherà di più, qualcun altro di meno», ma in termini assoluti si dovrà qualcosa in più. Se infatti l'anno scorso il "peso" della tassa (204 milioni di euro, diventati quest'anno 206, che servono per pagare l'Amiat, ma anche i contestati costi amministrativi del Comune, calcolati in 23 milioni di euro) era suddiviso per il 45 per cento sui cittadini e per il 55 sulle imprese, quest'anno alle famiglie toccherà coprire il 47 per cento del costo e alle imprese il 53 per cento. In questo modo, dopo lunghe discussioni, si è potuto diminuire dell'11 per cento la tassa agli ambulanti e agli esercenti, rispetto ai rincari dell'anno scorso, che avevano portano i "forconi" in piazza. «C'è stato comunque un contenimento dei costi da parte dell'amministrazione, che ha risparmiato un aumento dei costi di 1,7 milioni», ha specificato Passoni.
Certo, resta il principio introdotto per la prima volta l'anno scorso, del più si è in casa, più si paga, non valendo più soltanto i metri quadrati dell'alloggio in cui si vive. Così c'è una parte fissa della tariffa (in base al numero di componenti) che va sommata a quella variabile, calcolata (ma arriveranno i bollettini a casa) moltiplicando l'aliquota prefissata con il numero di metri quadri dell'abitazione. Sarà però più caro, guardando qualche esempio di calcolo: se l'anno scorso una famiglia con un bambino che vive in un alloggio di 80 metri quadrati aveva versato 287 euro, quest'anno ne dovrà versare 304, che è il 5,9 per cento in più.
Incremento, quello che il Consiglio Comunale si appresta, la prossima settimana, a deliberare, che si applicherà al conguaglio del 10 dicembre. L'acconto è stato già versato in due rate a maggio e a giugno: il 40 per cento della tassa pagata l'anno scorso. Ci saranno, oltre a quelle dell'anno scorso che sono confermate, anche nuove agevolazioni: quella, per esempio, del 10 per cento di sconto per chi vive nei quartieri virtuosi che primeggiano nella differenziata, quest'anno sono il Centro e Pozzo Strada. Confermata l'agevolazione per le famiglie numerose (con più di 5 componenti) che vivono in alloggi sotto gli 80 metri quadri, oltre all'esenzione per le famiglie che hanno la social card e le agevolazioni in base al reddito. Che prevedono sconti dal 25 al 50 per cento, a seconda degli scaglioni, per le quasi 75mila famiglie torinesi che hanno un Isee sotto i 24mila euro.
E si continuerà a pagare all'interno della tassa una aliquota del 5 per cento che andrà alla Provincia. Che nel frattempo è morta, ma è rimasta viva e vegeta quando c'è da riscuotere le tasse. Si paga sempre, insomma, senza scampo. «Così, ancora prima che decidessimo come far pagare la Tari — racconta il direttore del fisco comunale, Paolo Lubbia — dalla Provincia ci hanno confermato che anche quest'anno avrebbero preteso il 5 per cento degli incassi».