Crisi? La soluzione è l'efficienza energetica
Per Livio Sacchi, presidente dell'Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma, l'efficienza energetica e i piani di rigenerazione urbana possono far uscire l'Italia dalla crisi
16 September, 2014
"L'efficienza energetica e i piani di rigenerazione urbana sono temi cruciali per far uscire dalla crisi la categoria professionale degli architetti". Così Livio Sacchi, presidente dell'Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Ppc) di Roma nell'introdurre il convegno "Il decreto di recepimento della direttiva 27/2012. Strategie e metodi per l'efficienza energetica del patrimonio edilizio nazionale" promosso dal Dipartimento Progetto sostenibile ed efficienza energetica dell'Ordine degli Architetti Ppc di Roma.
Obiettivo del convegno, fare il punto sulle politiche conseguenti il recente recepimento della Direttiva europea sull'efficienza energetica e sui possibili sviluppi economici per far ripartire l'edilizia, uno dei possibili settori chiave dell'economia su cui puntare per uscire dalla crisi.
Se, infatti, il settore delle costruzioni continua a perdere occupati e il reddito medio degli architetti è sceso sotto i 20.000 euro l'anno, le analisi degli effetti degli incentivi finora messi in campo nel settore mostrano buone potenzialità. Ben venga, dunque il recepimento della Direttiva Europea, ma ad alcune condizioni. Prima fra tutte, una regia unica nell'applicazione e un'organizzazione industriale della microdomanda che viene dal settore privato.
Seconda condizione per il recepimento della Direttiva Europea, ha sottolineato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente e territorio della Camera dei Deputati, è che anche in Italia si adottino politiche attive di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, che consistano nel porre l'obiettivo di contenere i consumi energetici e nel perseguire politiche sulla casa basate sulla qualità e il risparmio energetico, che è poi risparmio anche economico.
Non sprecare, dunque, neanche le opportunità. Realacci ha sottolineato come siano già disponibili circa 900 milioni di euro l'anno per migliorare il conto termico dell'Italia (700 milioni per progetti nel settore privato e 200 per gli edifici pubblici) ma finora sono arrivati progetti per un solo milione di euro perchè il bando era troppo complicato.
Il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, ha sottolineato la necessità, per far ripartire subito l'economia, di puntare su edilizia e cura del territorio. Dal 2009 sono disponibili 2,3 miliardi per contrastare il dissesto idrogeologico, ma i vincoli burocratici, amministrativi e quelli relativi al Patto di stabilità non ne permettono la spesa. Sullo Sblocca Italia, poi, Buzzetti ha sottolineato come le risorse a disposizione siano poche ed il 60% verranno spese dal 2018. Occorre cambiare paradigma e puntare di più sulle piccole opere e sulle città e, soprattutto, intervenire con misure che velocemente possano costituire un volano per l'edilizia, come gli incentivi per il risparmio energetico.
Il viceministro dello sviluppo economico Claudio De Vincenti, infine, ha offerto un panorama delle misure messe in campo dal Governo, ad esempio, con il Fondo nazionale per l'efficienza energetica (70 milioni l'anno fino al 2020) e con il conto termico (900 milioni l'anno). Ha spiegato poi il Decreto legislativo di recepimento della Direttiva, sottolineando il grande apporto dato dall'Italia nel definirla e l'impegno nel darsi un obiettivo nazionale di risparmio dei consumi primari di energia che è uno dei più consistenti in Europa.
Il Decreto legislativo di recepimento della direttiva fissa nel 3% l'anno la superficie degli edifici della Pubblica Amministrazione centrale da riqualificare: questo è quello che realisticamente oggi si può fare. Un primo passo, quindi, in linea con il rigore richiesto dall'attuale crisi che si affianca ad altre misure efficaci, come lo sblocco dei pagamenti della Pubblica amministrazione (26 miliardi finora, ma in fase di accelerazione grazie alle nuove regole di pagamento introdotte di recente) che potrebbe essere accompagnato da piani di rigenerazione urbana.
Rimettere al centro l'edilizia con uno spirito nuovo, dunque, che punti su riqualificazione e rigenerazione dell'esistente e non più sul consumo di territorio. Per questo l'Ordine degli Architetti Ppc di Roma e Provincia ha deciso di diventare socio del Cresme e di avviare una ricerca sullo stato dell'edilizia in tutta l'area della città metropolitana di Roma. L'obiettivo è costruire un sistema di linee guida per i decenni futuri che si confronti con quello che è già avvenuto o sta avvenendo in Europa. (Fonte: Adnkronos)