Puglia, il Piano di Azione Regionale di Acquisti verdi. Intervista a Nicastro e Antonicelli
L’assessore alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro nel nuovo padiglione (modulo n.1) della Fiera del Levante e il direttore d’Area politiche per la riqualificazione tutela e la sicurezza ambientale e per l’attuazione delle opere pubbliche della Regione Puglia, Antonello Antonicelli hanno presentato alla stampa il Piano d’azione per gli acquisti verdi della Regione
18 September, 2014
A partire dal 2010 la Regione Puglia ha dotato le sue strutture di arredi e oggetti tecnologici realizzati con materiali e strumenti a basso impatto ambientale avviando un percorso virtuoso, ora arrivato a maturazione. Il piano contiene la previsione della Puglia di fare degli sforzi per progetti ancora più ambiziosi e alternativi.
«La legge che regolamenta gli acquisti verdi in Puglia è già del 2006 – ha dichiarato l’assessore alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro – ma a luglio di quest’anno abbiamo presentato, io e il collega del bilancio Di Gioia, una delibera (DGR n.1526/2014 Approvazione Piano d'Azione Regionale Acquisti Verdi) che contiene proprio questo programma, che è un programma molto elaborato perché vogliamo fare le cose per bene. L’obiettivo è lo stesso che si prefigge il piano del governo centrale e la stessa Unione Europea, perché noi in Puglia replichiamo a livello territoriale decisioni e scelte, in questo caso sagge, di risparmio della risorsa ambiente, quella che si definisce “cifra ambientale” a partire dalle pubbliche amministrazioni, quindi con acquisti di beni e servizi che comportino il minor consumo di risorsa ambientale. Le amministrazioni possono per esempio bandire gare per acquistare carta riciclata, o anche a basso impatto e tutto ciò che, dal punto di vista della sua produzione e poi del suo utilizzo in concreto, di fatto comporti un risparmio di risorsa ambientale, cioè un minor consumo di risorse comuni».
Ing Antonicelli, oggi viene presentato alla stampa questo Piano regionale per gli acquisti verdi, piuttosto sostanzioso, tanto che il Ministero dell’Ambiente ha organizzato un approfondimento a Bari il 25 settembre presso la Camera di commercio un Convegno sullo stesso tema, dal titolo “L’uso strategico degli acquisti pubblici verdi per un’economia sostenibile”. Quali sono gli obiettivi generali e operativi, cosa propone in particolare?
«Il piano ha un obiettivo ambizioso quanto importante – ha dichiarato Antonello Antonicelli – promuovere l’uso delle razionale delle risorse utili al funzionamento delle amministrazioni regionali. Pensiamo a quanta carta viene utilizzata da una amministrazione pubblica in un anno, o all’energia o all’acqua che viene utilizzata all’interno di ogni struttura. L’Unione europea, con la strategia Europa 2020, assegna agli appalti pubblici e alla qualificazione ambientale e sociale un ruolo determinante. Il motivo è evidente: gli acquisti pubblici costituiscono in Europa il 16-17% del PIL, circa 150 miliardi di euro l’anno. A sottolinearlo anche è il documento sul quadro decennale (2012-2022), adottato nel giugno 2012 nella Conferenza dell’ONU sullo sviluppo sostenibile svoltasi a Rio de Janeiro, che stabilisce uno dei temi principali dei programmi: proprio il Sustainable Public Procurement (SPP)».
«Riguardo agli obiettivi generali, - ha poi continuato Antonicelli - il piano si propone di raggiungere nel prossimo triennio di inserire criteri di ridotto impatto ambientale nel 50% dell’ammontare in valore dei contratti pubblici annuali di beni, servizi, e lavori di competenza. In particolare il Piano proposto, prevede l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi per alcune tipologie di beni e servizi (dagli arredi all’elettronica, dalla cancelleria ai servizi energetici, dalla ristorazione ai trasporti, dall’edilizia alle infrastrutture) specificando l’obiettivo specifico di spesa per categoria di prodotto».
Un ultima domanda all’Assessore Nicastro. Lei usa spesso,in occasione di interviste o conferenze stampa, citare un autore o un libro. Quale lettura suggerisce su questo tema ai lettori di Eco dalle Città?
«Non avevo memoria di questa cosa ma mi fa piacere. Per il momento che stiamo vivendo cito un libro che ormai si trova rarissimamente in libreria, ma è reperibile in rete, ed è “Il medioevo prossimo venturo”, di Roberto Vacca, un libro del 1971, quando il nostro paese, il nostro pianeta era, anche se sono passati pochi decenni, completamente diverso. Leggetelo perché c’è una premonizione fortissima in quel libro di quelle che sarebbero potute essere e che forse potevano ancora essere le conseguenze degli ultimi 40 anni di progresso. All’epoca non esistevano i telefonini, dei computer si faceva un uso primordiale rispetto a quello che se ne fa oggi, in definitiva eravamo ancora uomini non dipendenti dalla rete, non dipendenti dalla tecnologia. È un libro molto interessante perché quel medioevo prossimo venturo secondo me è oggi più prossimo di quanto non lo fosse nel 1971».