Puglia, Laboratori di Ecologia. Intervista a Luca Cascella, eco-giardiniere per professione
Fiera del Levante. I laboratori dell'Assessorato all'ecologia. Cascella: « ... questo albero che avevo già potato riprenderà vita, riacquistando le foglie, però di un’altra pianta. Foglie che potrebbero essere anche basculanti, perché un’altra cosa mi piace molto: fare in modo che gli oggetti che creo abbiano anche un movimento ... »
20 September, 2014
Luca Cascella, un giardiniere per professione, ma anche un creativo. Lei recupera in maniera artistica gli scarti delle potature. Ci può spiegare come?
«Si, io ho una fortuna che non tutti hanno: poter lavorare con la natura. Il mio lavoro è anche quello di operare delle potature e tutti gli sfalci, invece che buttarli a mia volta, li recupero e li riutilizzo. In questo momento, ad esempio, sto utilizzando delle foglie di camerop, una palma nana. Alle foglie più piccole, preventivamente tagliate, ho dato una forma tondeggiante; inoltre sto praticando dei fori su questo ramo più grande, una specie di piccolo tronco in cui inserirò del filo di ferro e creerò un aggancio per potervi applicare le foglie di palma. Così riprenderà vita questo albero che avevo già potato, riacquistando le foglie, però di un’altra pianta. Foglie che potrebbero essere anche basculanti, perché un’altra cosa mi piace molto: fare in modo che gli oggetti che creo abbiano anche un movimento».
Ha tenuto dei laboratori per la Regione Puglia in questa settimana fieristica?
«Si, c’è ne è stato uno, con dei bambini ma rivolto anche ai grandi, anzi, fondamentalmente a loro. Inizialmente volevo creare con loro degli attrezzi che potessero servire per il giardinaggio utilizzando materiali di scarto: palette fatte con delle bottiglie di plastica, o portaoggetti sempre con la stessa bottiglia ma tagliata in maniera diversa. Poi però mi sono accorto che era con la terra che volevano giocare, e questa cosa mi ha colpito».
Quindi come avete proseguito?
«Bè, ho preso un oggetto che loro conoscono, si trovano spesso tra le mani ma sistematicamente va buttato, e cioè il contenitore della sorpresa degli ovetti di cioccolata. Li abbiamo forati, facendoli diventare piccoli vasetti per metterci delle piantina e i bambini li hanno riempiti di terra. Ho poi dato a ciascuno di loro un pezzettino di pianta che si potesse riprodurre con talea e ce lo hanno piantato dentro e infine lo hanno portato con sé. Sono tantissime le piante che possono essere riprodotte così , ma in questo caso abbiamo usato quella che più semplicemente si riproduce, addirittura basta una foglia, e cioè una piantina grassa».