Filtri, divieti e incentivi Cinque anni per vincere lo smog
Il libro bianco del Pirellone: cinquanta pagine con l´obiettivo di dimezzare l´inquinamento
29 September, 2005
<b>Nel mirino i vecchi diesel: chi non si mette in regola non potrà più circolare
Previsti finanziamenti sino al 50% per adeguare i veicoli: sostituiti tutti i bus
Il documento dovrà essere approvato dal Consiglio L´opposizione: è vago
ALESSIA GALLIONE </b>
Cinque anni per sconfiggere lo smog. Cinque anni per far tornare a respirare la Lombardia. Abbattendo del 50 per cento le polveri sottili. Obiettivi comunque ambiziosi, impossibili da raggiungere guardando solo al prossimo inverno e all´allarme rosso che tra qualche settimana arriverà dalle centraline dell´Arpa. Perché non bastano le domeniche a piedi o il blocco giornaliero delle auto più inquinanti, continuano a ripetere tutti. Perché ci vuole un piano a lungo termine. E allora eccolo il piano della Regione: filtri per i diesel, divieti di circolazione per i vecchi motori, con gli Euro zero e poi gli Euro 1 e gli Euro 2 costretti a restare progressivamente in garage. Ma anche i sistemi di riscaldamento: dopo le caldaie a olio combustibile a dover andare in pensione saranno quelle a gasolio. Il documento si chiama «Misure contro l´inquinamento»: cinquanta pagine di una sorta di libro bianco che la giunta ha già approvato e che ora è all´esame della commissione Ambiente. Prima dell´approdo in Consiglio, dove dovrà ricevere il via libera definitivo dell´aula per poter partire.
La lotta contro lo smog verrà combattuta essenzialmente su due campi. E investendo, assicurano al Pirellone, 600 milioni di euro per quelli che vengono definiti interventi «strutturali». Il primo filone, il più importante, è quello che affronta il problema del Pm10 prodotto dal traffico e che dovrebbe calare di un 30 o 40 per cento. La principale misura del piano, infatti, riguarda i veicoli diesel, i più nocivi: è stato calcolato che un bus emette 375 microgrammi a chilometro contro gli 0,8 di un´auto a benzina di ultima generazione. L´arma da impiegare sarebbero gli incentivi per installare su tutti i diesel filtri anti-particolato che, per ora, solo poche case automobilistiche prevedono. Questo dispositivo costa dai 500 euro in su, ma la Regione promette incentivi fino al cinquanta per cento del prezzo. E se sarà fondamentale rinnovare l´intero parco autobus della Lombardia sostituendo i mezzi vetusti con altri di ultimissima generazione, a cadere nel mirino dei provvedimenti del Pirellone non saranno solo i veicoli pesanti. Dall´inverno 2006 partirà un conto alla rovescia per eliminare progressivamente le auto più vecchie: si inizierà con i diesel Euro zero, per continuare l´anno successivo con gli Euro 1 e approdare, nel 2008, agli Euro 2.
Secondo fronte: le caldaie. Perché i problemi, si sa, aumentano e molto, quando inizia ufficialmente il momento di accendere i riscaldamenti. Dopo la messa al bando degli impianti a olio combustibile - per cui la Regione è ancora impegnata nella battaglia giudiziaria contro il ricorso presentato dai petrolieri - l´intenzione è di accelerare sulla sostituzione delle caldaie a gasolio con quelle a metano. E anche in questo caso, a incoraggiare l´operazione sarebbero fondi regionali. Tra le misure definite di «innovazione tecnologica» anche lo sviluppo di sistemi a energia solare o il sostegno dell´acquisto di elettrodomestici a basso consumo. E ancora: la diffusione del Gpl e tessere sconto per i combustibili alternativi.
Un libro dei sogni ancora troppo vago, per il centrosinistra e in particolare per i Verdi. Una strategia valutata in modo positivo dall´Unione europea, rivendica il Pirellone. Perché è proprio l´Europa a dover stabilire i limiti dell´inquinamento. Limiti molto severi: le città non dovrebbero superare per più di 35 giorni all´anno la quantità giornaliera di 50 microgrammi per metrocubo. Dal 2010 i giorni dovrebbero diventare sette. Soglie che vengono costantemente superate. Per questo, la Commissione - ma ora spetta al Consiglio dei ministri Ue e al Parlamento dare il via libera - avrebbe deciso di concedere proroghe fino a 5 anni. Ma solo a chi, appunto, presenterà un piano specifico di abbattimento degli inquinanti e potrà fare appello - come la Pianura Padana - su attenuanti dovute alla condizioni geografica e ambientale sfavorevoli.
Ultimo particolare. Il pericolo maggiore per aria e polmoni, è vero, arriva dai tubi di scappamento. Ma non sono solo le città a essersi trasformate in camere a gas. Dagli ultimi studi della Regione risulta che una parte significativa del cosiddetto Pm10 secondario - quello che non proviene dalle auto - è di origine agricola ed è prodotto da liquami o concimi. Una novità su cui i tecnici ammettono di dover iniziare a ragionare.