Adattamento ai cambiamenti climatici, solo 13 paesi in Europa lo mettono nell'agenda politica
L'Agenzia Europea per l'Ambiente, in collaborazione con altri 12 centri di ricerca europea, ha guidato la stesura di un report per valutare come il tema dell'adattamento ai cambiamenti climatici sia affrontato dai 30 paesi europei
13 October, 2014
“In oltre i tre quarti dei paesi l’adattamento ai cambiamenti climatici è un argomento che fa parte dell’agenda politica” è quello che si legge nella ricerca dal titolo “National Adaptation Policy Process in European Countries - 2014” redatto dall'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA), con l’obiettivo di produrre dati, informazioni, indicatori e valutazioni per le politiche nell’area degli impatti dei cambiamenti climatici, la vulnerabilità e l’adattamento.
Il rapporto è una raccolta di risposte a analisi fornite dai 30 paesi dell'Europa in merito ai temi del cambiamento climatico, alle soluzioni per rendere il territorio meno vulnerabile agli impatti del clima.
Come si legge nel rapporto, principalmente sono tre i motivi, per cui i temi dell'adattamento sono stati inclusi nelle agende politiche: innanzitutto la necessità di definire direttive europee a cui gli Stati devono attenersi, in secondo luogo l'analisi dei costi derivanti dai danni prodotti dal non adeguato adattamento e, infine, l'importanza della ricerca scientifica al fine di supportare le strategie e le azioni da intraprendere.
La maggior parte dei partecipanti alla ricerca ha identificato degli ostacoli per tradurre l’adattamento in azioni concrete. Uno tra questi la scarsità di risorse quali tempo, denari e tecnologie, ma non solo. Ostacolo alla realizzazione di opere concrete è anche l'impossibilità di conoscere con certezza l'ampiezza dei futuri cambiamenti climatici.
Nonostante queste difficoltà, la metà dei paesi ha fatto registrare un’alta volontà di sviluppare delle politiche di adattamento a livello nazionale. Volontà che manifesta la crescente consapevolezza dei temi dei cambiamenti climatici.
“È la prima volta che gli sforzi di adattamento dei paesi europei vengono analizzati in maniera così esauriente” ha commentato Hans Bruyninckx, Direttore esecutivo dell’EEA. “Spesso, per motivi per altro validi, l’attenzione si concentra sugli sforzi tesi a ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Ma l’adattamento è inevitabile, è quindi un fatto molto positivo che su questo argomento ci sia ora un focus politico a livello europeo. Ora – continua - molti paesi hanno bisogno di tradurre i piani in azioni”.
Si prevede che i cambiamenti climatici possano interessare l’Europa con un incremento di eventi come alluvioni, siccità, ondate di calore, innalzamento del livello dei mari ed altri diffusi cambiamenti ambientali che riguarderebbero, ad esempio, la distribuzione delle specie e la stagionalità dei prodotti agricoli.
Nonostante una diffusa consapevolezza tra i politici – 21 paesi sono dotati di una strategia nazionale di adattamento – le azioni concrete sono ancora alla fase iniziale in molta parte dell’Europa.
Fino ad oggi sono solo 13 i paesi che stanno già implementando politiche di adattamento, secondo i dati della ricerca. La disponibilità di informazioni è la più menzionata tra gli strumenti politici di adattamento, mentre la gestione delle risorse idriche è il settore di adattamento che ha fatto registrare i maggiori livelli di priorità.
Molti paesi, mostra la ricerca, hanno già messo in campo schemi per monitorare, valutare o redigere rapporti circa i propri progressi, mentre più della metà dei paesi coinvolti sta pianificando o avviando simili schemi.
L’obiettivo principale del report è di condividere esperienze, lezioni imparate e buone pratiche in tema di adattamento. La ricerca è stata realizzata su base volontaria e su un principio di auto-valutazione da parte delle persone che vi hanno partecipato.