UberPedal, a Seattle il nuovo servizio di Uber per le biciclette
Uber, il servizio di taxi sharing, ha introdotto a Seattle il programma UberPedal, che consente di caricare in auto fino a due biciclette. Intanto, in Italia, Uber Pop potrebbe tornare grazie alla riforma del codice della strada
22 October, 2014
Uber, il servizio di taxi sharing tramite app, tende una mano ai ciclisti di Seattle. Il colosso americano ha infatti creato UberPedal, un programma che consente di caricare in automobili opportunamente predisposte due biciclette. Con un supplemento di 5 dollari, coloro che desiderano usufruire del nuovo servizio possono selezionare la scheda “Promotions” dell’app ed inserire il codice “Pedal” per consultare i veicoli a disposizione. Una volta accertata la disponibilità in zona, gli utenti avranno a disposizione un'auto equipaggiata con supporti Saris, azienda produttrice di portabici per automobili. UberPedal sarà un valido aiuto per un ciclista in difficoltà, appiedato da un guasto lontano da casa o magari sorpreso da un forte temporale, o anche semplicemente per un ciclista stanco di pedalare, perché no.
Fantascienza per l'Italia? Nel nostro paese Uber, nella sua versione UberPop, che trasforma in autista qualunque privato cittadino che si offra di trasportare con la propria auto chi si prenota tramite la app, è ancora un servizio controverso. Dopo essere stato definito “in contrasto con la legge” dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, e da alcuni comuni, potrebbe tornare in auge in seguito alla futura riforma del Codice della strada. La legge delega sulla riforma, che ha da poco ottenuto il primo via libera alla Camera in attesa di passare al Senato, in seguito ad un emendamento del M5S introduce infatti nel Codice la definizione di “car pooling” con una formula che potrebbe comprendere anche Uber Pop. Il car pooling viene definito come «servizio di trasporto, non remunerato, basato sull'uso condiviso di veicoli privati tra due o più persone che debbano percorrere uno stesso itinerario, o parte di esso, messe in contatto tramite servizi dedicati forniti da intermediari pubblici o privati, anche attraverso l'utilizzo di strumenti informatici». Proprio questi “servizi dedicati” e la possibilità che possano essere svolti con strumenti informatici, ad esempio una app, fanno pensare immediatamente a Uber Pop.
Inoltre, come fa notare Maurizio Caprino sul Sole 24 ore, il concetto di “remunerazione” si presta a diverse interpretazioni. È chiaro che la definizione approvata dalla Camera vuol dire che il guidatore dell'auto non deve guadagnarci, “ma il punto è che il rimborso spese che essi dovrebbero dargli si può calcolare in svariati modi”. “Per esempio – scrive Caprino - si considera solo il costo del carburante e dell'eventuale pedaggio o anche una quota per l'usura, la manutenzione e la svalutazione del mezzo? E quale criterio va usato, tra i tanti possibili, per calcolare ciascuno di questi elementi di costo? Basta adottare criteri generosi per trasformare di fatto un rimborso spese in una sorta di reddito per il guidatore”.