In scadenza il bando seminascosto di Torino per il car sharing: Car2go rinuncia. Ecco perché
Il comune di Torino, anzi Car City Club aveva aperto un bando, scadenza 31 ottobre, per ampliare il servizio di car sharing anche senza postazioni fisse, come nelle altre grandi città italiane. Intervista a Gianni Martino, manager di Car2go per l'Italia, che ci spiega perché uno dei più grandi gestori d'Europa ha dovuto rinunciare
24 October, 2014
Dell'esistenza di un bando car sharing a Torino non ne era a conoscenza quasi nessuno, ad esclusione degli operatori del settore, ma il bando c'è e scade venerdì 31 ottobre. Vi si legge che il Comune è interessato ad affiancare al servizio di car sharing esistente un nuovo operatore, che lavori assieme a CarCityClub, il gestore del servizio di car sharing attuale, per lanciare l'auto condivisa anche in modalità flusso libero, ossia, senza dover cercare punti fissi di noleggio, come invece accade ora.
Questo, in sintesi, l'oggetto del bando: "In funzione della complementarità al Trasporto Pubblico Locale e dell’oggettivo interesse a sviluppare per la cittadinanza forme innovative di Car Sharing che hanno riscosso notevole successo in altri contesti nazionali ed internazionali, la Città ha dato mandato a CarCityClub, gestore del servizio CAR SHARING TORINO dal 2002, di sviluppare il servizio anche nella modalità Free Floating (NdR: a flusso libero, e cioè "quella che permette al cliente di prendere e lasciare la macchina ovunque nell’area operativa, senza punti fissi di noleggio") in modo da soddisfare esigenze diverse mediante pluralità di modelli commercialmente integrati e accessibili con unicità di supporto fisico (tessera integrata BIP)" (Leggilo in versione integrale)
Al momento non è ancora possibile sapere quanti operatori abbiano risposto alla chiamata, ma ce n'è uno, il più famoso in Italia, che ha dovuto tirarsi indietro: è Car2go, di cui abbiamo parlato spesso, che è presente a Milano, Roma, Bologna, Firenze, e in una trentina di città fra Europa e Stati Uniti. Ecco cosa è successo.
Risponde alle nostre domande Gianni Martino, Country manager di Car2go per l'Italia
Car2go è ormai presente in diverse città italiane, e il Comune di Torino ha aperto un bando per un nuovo servizio di car sharing che affianchi CarCityClub: è l’occasione giusta per inaugurare un Car2go torinese o no?
No, non si tratta dell’occasione giusta per lanciare il nostro servizio a flusso libero nel Comune di Torino perchè il bando che è uscito ha delle caratteristiche molto particolari e molto diverse dai bandi di Milano, Firenze e Roma che, di fatto, non ci consentono di partecipare. Nel bando infatti si da mandato a CCC (car City Club srl gestore del servizio di car sharing one-way dal 2002) di sviluppare il servizio anche nella modalità Free Floating ma ponendo regole e vincoli che frustrano in partenza qualunque velleità di costruire un sistema funzionale e competitivo, e che costituisca un reale servizio per i cittadini. Per esempio si fissa un numero massimo di auto troppo basso. Si impone di dover collaborare con Car City Club. Si escludono le nostre tariffe come se fossero troppo alte. Inoltre ci si penalizza perché abbiamo due porte e non quattro...Anche se avessimo visto prima questo bando - era seminascosto, l'abbiamo trovato il 20 ottobre - non avremmo partecipato. A differenza degli altri comuni italiani che hanno bandito una manifestazione di interesse per svolgere il servizio di car sharing a flusso libero, il Comune di Torino ha optato per una vera e propria gara che mette in competizione i vari gestori premiando aspetti che deturpano il valore della gara stessa mettendo di fatto alla porta chi il car sharing a flusso libero lo ha inventato e lo gestisce in tutto il mondo.
Nonostante qualche guerra di numeri, il car sharing resta indubbiamente un servizio in continua espansione in tutta Europa, e anche oltre. Realisticamente, si può pensare a un futuro in cui l’opzione auto condivisa possa soppiantare l’auto privata per chi vive in città?
Il car-sharing a flusso libero non è in concorrenza con l’auto di proprietà se non nei luoghi in cui l’uso dell’auto di proprietà viene pesantemente penalizzato per ragioni di sostenibilità ambientale. Molti clienti car2go tengono comunque la propria auto privata, ma preferiscono utilizzare le piccole vetture smart environmental-friendly per i loro spostamenti urbani. Le case automobilistiche come Daimler stanno espandendo la loro linea di prodotti dal momento che non sono più solamente fornitori di automobili, ma stanno diventando fornitori di soluzioni di mobilità.
Come si configura la distribuzione anagrafica degli utenti del car sharing? I giovani fino a 24 anni ne fanno uso?
Il nostro è un servizio molto apprezzato dai giovani ma le statistiche ci dicono che l’età media dei nostri clienti è più alta rispetto alla media europea. Ecco qualche dettaglio: sul totale degli iscritti, due terzi (66% a Milano e il 68% a Roma) dei clienti italiani è di sesso maschile, mentre un terzo (34% a Milano e 32% a Roma) è di sesso femminile. Considerando, invece, la suddivisione per età, più di un terzo (35%) dei clienti hanno tra i 36 e i 49 anni, e quasi un terzo (32%) hanno tra i 26 e i 35 anni.
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