Piemonte: calano gli incidenti ma crescono quelli che coinvolgono pedoni e ciclisti
Presentato il rapporto 2014 del Centro di Monitoraggio Regionale della Sicurezza Stradale. Nonostante le riduzioni di incidentalità, nel 2013 il rischio di morire in un incidente stradale in Piemonte rimane superiore a quello rilevato per l’Italia e l’Europa, con 58 morti per milione di abitanti. La riduzione di morti tra pedoni, ciclisti e motociclisti rispetto al 2001 è stata inferiore rispetto alla riduzione del numero complessivo dei morti sulle strade
28 October, 2014
Cala del 9% il numero di morti sulle strade del Piemonte, rispetto al 2012. Secondo le cifre presentate dal Centro di Monitoraggio Regionale della Sicurezza Stradale (CMRSS), prosegue il percorso di miglioramento intrapreso dalla regione da oltre dieci anni. Se nel periodo dal 2000 al 2010 si sono chiusi con una riduzione della mortalità del 42% (il dimezzamento previsto dall’Unione Europea è stato raggiunto con due anni di ritardo, nel corso del 2012), il nuovo decennio vede il Piemonte ben avviato verso il perseguimento dei nuovi obiettivi. Con riferimento al valore 2010 (327 morti), il target piemontese per il 2020 è quello di non superare quota 163. Nonostante le riduzioni di incidentalità, nel 2013 il rischio di morire in un incidente stradale (morti per milione di abitanti) in Piemonte rimane superiore a quello rilevato per l’Italia e per l’Europa, con 58 morti per milione di abitanti. Tre incidenti su quattro avvengono nei centri abitati.
Lo studio analizza il fenomeno nelle sue molteplici e variegate componenti e, basandosi sui dati raccolti in tutto il territorio regionale, consente una focalizzazione sugli aspetti critici sui quali concentrare gli sforzi e gli interventi. Le evidenze illustrate nel Rapporto confermano che l'incidentalità stradale in Piemonte risulta essere un fenomeno prevalentemente urbano come numero di episodi. Nel 2013 sulle strade comunali in abitato si contano addirittura più morti sia rispetto all'anno precedente, sia considerando i valori 2010. Di contro, in ambito extraurbano (dove si verifica la maggioranza di incidenti gravi e mortali) le percentuali di riduzione dei sinistri stradali sono molto più marcate: -22% sulle strade provinciali e statali, -23% sulle autostrade. Un dato confortante è rappresentato dall'abbattimento della mortalità sulle arterie autostradali: -52% rispetto al 2010, -17% tra il 2012 e il 2013 (valore quest'ultimo rilevato anche sulle strade provinciali e statali extraurbane).
Lo scontro frontale-laterale (quasi 4mila casi nel 2013) è la natura incidentale più frequente, seguita dal tamponamento e dagli investimenti pedonali. La distribuzione temporale degli incidenti stradali nell'arco della giornata mostra che la quota di sinistri che avvengono nelle ore di punta (7:00-9:00 e 17:00-19:00), mediamente si attesta al 39%, salendo al 42% nel corso dei giorni lavorativi e riducendosi al 30% in quelli festivi. In calo anche gli incidenti che hanno visto coinvolte persone anziane (-24% rispetto al 2012). In controtendenza è invece l'aumento della mortalità giovanile: dopo diversi anni di miglioramento, nel 2013 si contano, rispetto al 2012, 6 vittime in più tra i neopatentati (18-21 anni) e 16 tra i giovani di età compresa tra i 22 e i 29 anni (+47%, valore che aumenta al 56% considerando il 2010).
“Sebbene i dati che emergono da questo rapporto siano positivi -commenta l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Francesco Balocco- in questi ultimissimi anni i tagli ai trasferimenti e la conseguente scarsità di risorse hanno ridotto significativamente le iniziative di prevenzione e di sensibilizzazione operate sul territorio piemontese. Il rischio è di un rallentamento nel trend positivo riscontrato negli anni precedenti. La sicurezza stradale rimarrà un tema prioritario della Regione Piemonte e procederemo alla redazione del nuovo programma regionale triennale 2015-2017 che, pur tenendo conto dei limiti di bilancio, fissi le linee guida della nostra azione ed individui nuove modalità di finanziamento anche attraverso forme di partenariato pubblico-privato”.
Migliora anche la situazione relativa agli utenti deboli, con una riduzione complessiva della mortalità del 22%, determinata soprattutto dal calo delle vittime tra i motociclisti (-35%). Ma la riduzione di morti tra i pedoni rispetto al 2001 (-37%) è stata inferiore rispetto alla riduzione del numero complessivo dei morti sulle strade (-54%). Nel 2013 gli incidenti stradali hanno causato tra i ciclisti 22 morti e 1.003 feriti. I ciclisti rappresentano il 9% dei morti; in ambito urbano il 13%. Il maggior numero di incidenti (il 55%) che coinvolgono i ciclisti si verifica nelle intersezioni, in particolare nei pressi di incroci e rotatorie. Nelle rotatorie il numero di incidenti è in aumento (da 93 nel 2010 a 139 nel 2013). Come per i pedoni, anche per i ciclisti nonostante risultati positivi dell’ultimo triennio, nel 2013 il numero di incidenti ed il numero di feriti rimane superiore ai valori del 2001. La riduzione di morti tra i ciclisti rispetto al 2001 (-19%) è stata nettamente inferiore rispetto alla riduzione del numero complessivo dei morti sulle strade (-54%). Come per pedoni e ciclisti, anche la riduzione di morti tra i motociclisti rispetto al 2001 (-15%) è stata nettamente inferiore rispetto alla riduzione del numero complessivo dei morti sulle strade (-54%).
Il rapporto completo è scaricabile all’indirizzo www.sicurezzastradalepiemonte.it