Bici sulla metro: "Fare un passo indietro sarebbe l’ennesima occasione persa", il commento di Bike Pride
La Stampa l'ha definita un flop, Bike Pride invece esorta l'amministrazione ad andare oltre la sperimentazione e portare definitivamente le bici sull metro di Torino. "Non servono sperimentazioni macchinose ma solo un po’ di buon senso. Il trasporto delle biciclette in metropolitana è una pratica di intermodalità usuale e incentivata in 17 stati europei"
04 November, 2014
Non è passato inosservato l'articolo de La Stampa di lunedì 3 ottobre, in cui veniva definito un "flop" il servizio di trasporto bici sulla metro di Torino. Un giudizio tranchant espresso unicamente sulla base degli alti costi dell'operazione, a fronte di ricavi molto bassi, e delle proteste dell'Ugl che vorrebbe che quei soldi venissero spesi diversamente. Nessun approfondimento sui motivi che determinano una spesa così alta, nè sul perché gli incassi siano effettivamente bassi, nè tantomeno viene fatto un confronto, seppur minimo, con altre città dove le bici in metro sono una realtà consolidata. Eppure, come fa notare il coordinamento Bike Pride, "era evidente che la sperimentazione del trasporto biciclette la domenica mattina per 4 ore, una bici per volta e in un solo vagone per convoglio non avrebbe potuto portare dei grandi numeri". Un flop annunciato dunque, come ha scritto qui su Eco dalle Città Giulio Gonella. Sulla questione comunque Bike Pride chiede che si arrivi ad una soluzione definitiva.
Ecco il comunicato completo dell'associazione:
Meno biciclette e più controlli sulle metropolitane?
Non servono sperimentazioni macchinose ma solo un po’ di buon senso.
Attenzione, l’intermodalità (cioè la possibilità di viaggiare su più mezzi) è una cosa seria e se garantita e sensatamente incoraggiata porta benefici notevoli alla collettività.
Il trasporto delle biciclette in metropolitana è una pratica di intermodalità usuale e incentivata in 17 stati europei. E allora, evidentemente, al di là delle note problematiche tecniche (la metropolitana di Torino ha una sezione ridotta rispetto alle metropolitane usuali) non si tratta di scegliere fra “biciclette” o “sicurezza” come se le due cose non potessero essere garantite insieme ma di garantire entrambi i servizi senza inutili sprechi.
Era quantomeno evidente che la sperimentazione del trasporto biciclette la domenica mattina per 4 ore, una bici per volta e in un solo vagone per convoglio non avrebbe potuto portare dei grandi numeri. Non servono “stewart” che possono legittimamente essere utilizzati in modo più consono, sono sufficienti un paio di vincoli e il gioco è fatto.
La metropolitana non verrà presa d’assalto dalle biciclette (non avviene neanche a Copenaghen dove il 35% degli spostamenti urbani avviene su due ruote) ma la città di Torino regalerebbe ai cittadini una possibilità in più senza troppi affanni.
L’assessore ai trasporti ha fatto una scelta coraggiosa ed osteggiata, fare un passo indietro in questo momento rappresenterebbe l’ennesima occasione persa per fare di Torino una città sempre più Europea.
Quindi si termini la sperimentazione e si decida se le biciclette possano trasportate o meno e a che prezzo e con quali vincoli.