Consumi energetici civili, Andrea Roscetti (Polimi): «Non stanno calando»
È vero che, nonostante la crisi e le politiche per l'efficienza energetica, i consumi delle abitazioni non stanno diminuendo? Eco dalle Città ha raccolto il parere di Andrea Roscetti, membro dell’end-use Efficiency Research Group del Politecnico di Milano
06 November, 2014
Se i consumi di elettricità e gas di molti settori industriali sono in calo a causa della crisi, cosa sta accadendo a quelli del comparto civile? È vero che, nonostante la congiuntura economica sfavorevole e le politiche per l'efficienza energetica, i consumi delle abitazioni non stanno diminuendo? Eco dalle Città ha raccolto il parere di Andrea Roscetti dell’end-use Efficiency Research Group del Politecnico di Milano, il Gruppo di ricerca sull'efficienza negli usi finali dell'energia attivo dal 1996 presso il Dipartimento di Energia dell'ateneo milanese.
Qual è l'andamento recente dei consumi energetici del settore domestico?
Per quanto riguarda i consumi di gas, a livello complessivo pare che effettivamente non ci sia stata una riduzione, anzi. Negli ultimi 10 anni, in pratica, i crescenti consumi del settore civile sono andati a compensare e sostituire quelli industriali (da industria o generazione elettrica verso terziario), che invece sono calati progressivamente, probabilmente per effetto della crisi.
E i consumi elettrici?
Da tutti i report mensili pubblicati da Terna, il dato destagionalizzato (ovvero depurato dalle fluttuazioni “cicliche” che si ripetono annualmente a causa del clima, del numero dei giorni lavorativi e di consuetudini sociali come l'abitudine di concentrare le ferie in determinati periodi dell'anno, ndr) risulta in riduzione minima. Però va detto che tutte le azioni politiche recenti, come la nuova tariffa elettrica “flat” per le pompe di calore, puntano a incrementare di nuovo i consumi elettrici del settore civile, forse anche in questo caso per sostituire quelli in calo dell'industria, come sta già succedendo da 10 anni per il gas.
Quindi le iniziative per incentivare l'efficienza energetica sono state finora sostanzialmente inefficaci?
Gli sforzi per l’incremento di efficienza si perdono nei numeri… Uno dei problemi principali è che non viene dato abbastanza risalto al bilancio destagionalizzato dei consumi per settore e/o uso finale. Quello dovrebbe essere il numero “vero” per monitorare l’intensità energetica e cominciare a valutare gli incrementi di efficienza nei settori.
E adesso non succede?
Non direi. Nei report annuali e nei lanci stampa di autorità, federazioni, produttori, etc, c’è sempre la nota, peraltro posta in termini negativi, della riduzione dei consumi. Ma come ho detto prima, se poi si guarda al dato vero, in realtà non è così. Un altro problema è che servirebbe davvero mettersi d’accordo sugli obiettivi e sul ruolo del mercato in termini di efficienza.
In che senso?
Quello dell'energia non dovrebbe essere il classico mercato in cui chi più vende più guadagna. In caso di riduzione dei consumi, non legata alla crisi ma a pratiche di maggiore efficienza, ad esempio, le utility non dovrebbero assistere a una riduzione dei propri guadagni, ma al contrario mantenere i loro margini e vedere in questo modo premiati gli sforzi compiuti nella direzione dell'efficientamento.