Commercianti visti da vicino, la testimonianza di un attivista delle Cartoniadi
"Non ho incontrato molti commercianti paladini della raccolta differenziata. Eppure ci sono. Sono quelli che pur di riciclare tutta la carta schiacciano più che possono gli scatoloni e li stipano nel negozio, quelli che attraversano tre isolati per raggiungere un'isola ecologica, quelli che ti tengono svariati minuti a parlare dell'amministrazione comunale e degli altri cittadini loro vicini"
17 November, 2014
di Matteo Volpengo
Ci sono commercianti che a sentire la parola "Cartoniadi" fanno buffe espressioni. Poi gli spieghi bene l'iniziativa, loro ti ascoltano e dopo sono molto felici di ospitare nel negozio i volantini che hai in mano. "Finalmente un'iniziativa carina", dice la proprietaria di un grande negozio di cartolibreria. Sono soprattutto i premi in denaro per le scuole elementari a suscitare l'approvazione generale.
Non ho incontrato molti commercianti paladini della raccolta differenziata. Eppure ci sono. Circa il 5%. Sono quelli che pur di riciclare tutta la carta ed il cartone schiacciano più che possono gli scatoloni e li stipano in aree appositamente dedicate nel loro negozio, anche se lo spazio è poco e certi giorni muoversi diventa difficile. Quelli che attraversano tre isolati per raggiungere un'isola ecologica e piegano e strappano i cartoni per farli entrare nelle anguste fessure del cassonetto AMIAT. Quelli che ti tengono anche dieci minuti a parlare e ti raccontano tutti i dettagli delle loro prodezze e delle nefandezze dell'amministrazione comunale e dei privati cittadini loro vicini.
A parte questa minoranza impegnata, la maggioranza dei commercianti fa il proprio dovere, differenziando per quanto possibile e accettando di buon grado i volantini dell'iniziativa.
Ma c'è ancora un inquietante buco nero di esercenti che al sentire nominare le parole "raccolta differenziata" non cambia espressione, non fa nessuna faccia, sembra nascondersi dietro una maschera neutra, di disinteresse, a volte anche di fastidio, come quando ti parlano di un sasso nella scarpa, di qualcosa di cui non vuoi sentir parlare. E sì, ti fanno mettere i volantini. Ma te ne vai col dubbio, con troppi dubbi, e con dentro la testa le immagini, purtroppo comuni, di quei grossi cartoni che sporgono dai cassonetti dell'indifferenziato.
Sono pochi a confessare di non fare del tutto la raccolta differenziata di carta e cartone, lo fanno candidamente, adducendo ragioni di vario tipo, come il non essere stati avvisati ("nessuno mi ha detto che dobbiamo fare la raccolta differenziata") o l'insufficiente qualità e disponibilità del servizio di raccolta (passaggi troppo rari, cassonetti troppo lontani, mancanza di spazio per conservare temporaneamente i rifiuti). Caso limite è un macellaio di via Donizetti, vicino a Piazza Nizza, che di raccolta differenziata non vuole proprio sentir parlare, è contrario, non mi fa mettere nemmeno i volantini sul bancone. Dice che non fa la raccolta differenziata per protesta, la farà soltanto quando la faranno anche quelli del comune. E interrompe le mie domande e gentilmente mi invita ad uscire dal suo negozio.