Sacchetti, oxobiodegradabii sotto inchiesta in Europa, già banditi in Italia
Dal testo in discussione in Europa è stato cancellato il divieto esplicito di commercializzare sacchi oxobiodegradabili. Ma è stata prevista un'indagine sulla loro efficacia Per il bando in vigore in Italia però, ( legittimato dalla UE), son già fuori legge sul mercato italiano e passabili di sanzioni. Assoecoplast - che rapprsenta "gli oxo" - chiede che venga rivista la normativa
21 November, 2014
Dopo qualche tira e molla istituzionale, il testo che circola a Bruxelles sulla proposta di direttiva volta a ridurre il consumo di sacchetti di plastica usa e getta in Europa sembrerebbe aver trovato un equilibrio tra le parti. Viene riconosciuto agli Stati membri il diritto di imporre bandi sul modello di quello italiano, che verrebbe così definitivamente legittimato anche dall'Unione Europea, e contemporaneamente si elimina il riferimento esplicito alla messa al bando dei sacchi oxobiodegradabili, non conformi alla famosa UNI EN 13:432. Spetterebbe dunque ai singoli Stati decidere come fara pplicare la direttiva. Questa libertà, o mancanza di omogeneità, a seconda dei punti di vista, è stata proprio la base delle polemiche degli ultimi giorni fra Consiglio, Parlamento e Commissione.
Segue il comunicato di AssoEcoPlast, l'associazione che riunisce le aziende italiane produttrici di plastiche oxobiodegradabili.
Assoecoplast accoglie con favore le prime notizie che arrivano da Bruxelles in merito alla cancellazione del riferimento esplicito al divieto assoluto delle plastiche oxo-biodegardabili dalla proposta di modifica della Direttiva sugli imballaggi.
Stefano Mangherini, Presidente di AssoEcoPlast, afferma: “Ci auguriamo che quello che sembra l’accordo raggiunto tra Commissione e Parlamento Europeo, possa riaprire il dibattito anche in Italia dimostrando, come abbiamo sostenuto da prima della pubblicazione del Decreto Legge del 2012 che di fatto ci ha messi al bando nel nostro paese, che le plastiche oxo-biodegradabili, rappresentano una soluzione percorribile e green per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’inquinamento ambientale causato dalla plastica”. “Gli additivi verdi grazie ai quali le plastiche che produciamo divengono biodegradabili” continua Mangherini “ci rendono a tutti gli effetti protagonisti dell’impegno delle aziende nei confronti della tutela dell’ambiente, ma in Italia non si è voluta considerare l’opzione di permetterci di continuare a produrre, mettendo a rischio chiusura circa 1500 aziende su tutto il territorio. Attendiamo di vedere cosa accadrà nelle prossime settimane a livello UE, quello che per ora ci limitiamo a dire è che, ad una prima lettura dei fatti, l’Italia, per la legislazione drastica e restrittiva che ha deciso di adottare a spese delle aziende che AssoEcoPlast rappresenta, potrebbe essere a breve a rischio infrazione. Per questo motivo auspichiamo quanto prima l’approvazione da parte del Parlamento di una revisione della legge vigente sui sacchi per asporto delle merci che liberi i magazzini ed i negozi dalla preoccupazione di vedersi comminate sanzioni ingiuste e sproporzionate e che recepisca i principi di quella che sarà la nuova Direttiva Comunitaria, senza inutili fughe in avanti delle quali non beneficia né l’ambiente né l’economia italiana”.