In Italia energia costa 30% in più rispetto a media Ue
L'energia elettrica in Italia costa il 30% in più rispetto alla media dell'Unione europea: a pagarne le spese, in termini di competitività, sono soprattutto le piccole e medie imprese, come quelle del settore chimico, della plastica e della gomma. Gli unici a tirare un sospiro di sollievo sono gli utenti domestici con bassi consumi, che invece risparmiano pagando il 7% in meno rispetto agli altri Paesi europei
09 December, 2014
A scattare questa fotografia sono gli esperti della società Rse (Ricerca sul Sistema Energetico) nella nuova monografia "Energia elettrica, anatomia dei costi", la quinta della collana 'RSEview - Riflessioni sull'energia', presentata a Roma presso l'auditorium Gse (Gestore Servizi energetici).
Una delle voci che incide maggiormente sulla bolletta energetica nazionale è quella dei costi per la generazione. "Il diverso mix di fonti energetiche determina per l'Italia un extra-costo dell'ordine di 15 euro per megawattora, equivalente a circa 4,5 miliardi di euro all'anno, pari all'8% della bolletta elettrica nazionale", spiega Luigi Mazzocchi, direttore del dipartimento tecnologie di generazione di Rse. Altra voce di costo particolarmente pesante sarebbe, secondo Mazzocchi, quella dovuta "alla 'generosa' politica di incentivazione delle rinnovabili che è stata condotta negli anni passati", sempre secondo l'esperto. (Si veda però: Spalma incentivi, assoRinnovabili: «La mancanza del decreto attuativo è un nuovo schiaffo al fotovoltaico») e anche Spalma-incentivi: assoRinnovabili lancia la campagna #SalvaLeRinnovabili).
"Dai 4,4 miliardi di euro del 2010, siamo passati ai 12,7 miliardi del 2013. Di questi - precisa Mazzocchi - circa 3-4 miliardi sono di sovraincentivazione". Per aggredire questi costi, il margine di manovra è piuttosto limitato. "Il mix di generazione non si cambia dall'oggi al domani, perchè il sistema elettrico ha una lunga inerzia: le scelte di oggi hanno ricadute che si prolungano per molti anni", afferma l'amministratore delegato di Rse Stefano Besseghini. "Quello che invece possiamo fare - conclude - è dar vita ad una politica di incentivazione più ragionata, così da governare l'evoluzione del sistema elettrico in modo più attento che in passato".