Federauto: "Mercato dell’auto si riduce a quello fine anni ‘70. Nel 2014, vendute 1.360.000"
Pavan Bernacchi di Federauto: "Come ampiamente previsto chiude male il mercato dell’auto 2014 e se il Governo manterrà questa apatia nei confronti della nostra filiera il 2015 si preannuncia un bis". Nonostante rispetto al 2013, c’è stato un incremento delle nuove immatricolazioni del 4,2% rispetto al 2012, il mercato dell’auto si è contratto ritornando ai livelli di fine anni ‘70
05 January, 2015
(Roma, 2 Gennaio 2015). Secondo i dati diffusi oggi dal Ministero dei Trasporti il mese di dicembre si è chiuso con 91.518 immatricolazioni di autovetture nuove, segnando un +2,35% rispetto allo stesso mese del 2013, consuntivando nell'intero 2014 1.359.616 pezzi, pari al +4,2% rispetto al 2013.
Per Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: "Per prima cosa una piccola soddisfazione statistica. Esattamente 12 mesi fa avevamo previsto nel nostro comunicato stampa di inizio anno un mercato 2014 a 1.350.000 vetture. Ci siamo quindi discostati dal consuntivo 2014 di circa un 0,7%. A questo punto sarebbe corretto che chi aveva a suo tempo dichiarato altri numeri si mettesse un po' di cenere sulla testa. Soprattutto prima di sbandierare nuove previsioni ottimistiche per il 2015.
Federauto fa notare che un mercato italiano a 1.360.000 nuove autovetture ci fa tornare indietro alla fine degli anni '70. Le differenze però rispetto a 35 anni fa sono enormi, sia dal punto di vista economico che sociale. Inoltre in quel lontano passato non esistevano le chilometrizero, che oggi dipingono un quadro più roseo di quanto non sia in realtà.
Continua Pavan Bernacchi: "Rispetto al 2013 abbiamo registrato un +4,2%, ma rispetto al 2012, che tutti considerano un anno orribile, abbiamo perso ancora un -2,9%. E' per questo che bisogna pesare e contestualizzare un dato che sembrerebbe positivo, ma non lo è. E' un dato che inquieta e siamo convinti che se il Governo non darà attenzione al nostro settore, alle nostre proposte, come ad esempio l'Iva agevolata per i privati, il 2015 bisserà il 2014 attestandosi attorno a 1.400.000. Torneremmo così al 2012 in un loop negativo che da soli non possiamo spezzare."
La Federazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, industriali e autobus, di tutti i brand commercializzati in Italia, sottolinea che si tratta di numeri modesti che anzitutto, non risolvono la crisi di sostenibilità delle aziende concessionarie e, in secondo luogo, non consentono di dare al Paese quella spinta e quel contributo che il settore automobilistico ha sempre dato per una robusta crescita dell’economia.
Conclude Pavan Bernacchi: “Bisogna considerare che il segno + del 2014 è dovuto in larga parte agli acquisti effettuati dalle società di noleggio. Spicca ancora il ritardo della domanda dei privati e delle famiglie, ossia il grosso del mercato. Manca poi l’apporto delle auto aziendali, quello che nei momenti di crisi più acuta ha salvato il mercato di altri paesi. I motivi sono oramai noti a tutti: timori per il futuro, calo generale dei consumi, politica fiscale opprimente, forte selettività del credito. E il tasso di sostituzione dei veicoli è precipitato, contribuendo ad elevare l’età media del parco circolante con ripercussioni in termini di maggiore inquinamento, consumi elevati e scarsa sicurezza e con forti impatti negativi su circa 1.000.000 di lavoratori che opera nella nostra filiera. Ma quello che è assurdo è che lo Stato, nonostante l’alto livello della pressione fiscale sull’autoveicolo, in acquisto e in utilizzo, riduce comunque il gettito complessivo. Un auspicio finale: il Governo ci ascolti e metta in atto un piano dove tutti potremmo uscire vincitori."