"Un filo di sicurezza in più", l'appello a Governo e Parlamento per azzerare i morti sulle strade
In vista del varo del nuovo codice della strada, un gruppo eterogeneo di esperti ed attivisti lancia un appello al Governo e al Parlamento italiano per introdurre la limitazione automatica della velocità nei veicoli
10 January, 2015
Si chiama “Un filo di sicurezza in più” l'appello sottoscritto da un equipe di tecnici e attivisti, fra cui l'ingegnere dei trasporti Alfredo Drufuca e l'ex assessora ai trasporti di Napoli, Anna Donati, che mira all'introduzione nel nuovo codice della strada del limitatore di velocità (intelligent speed adaptation, ISA) negli autoveicoli. “La realizzazione di questo obiettivo comporta una profonda evoluzione tecnologica dei mezzi” si legge nel testo dell'appello, tuttavia “con le attuali tecnologie già si possono essere raggiunti importanti effetti di riduzione dell’incidentalità grave, come ben dimostra l'introduzione del tutor sulle autostrade dove ha ridotto il tasso di mortalità di oltre il 70%”.
Il documento si ispira ai principi della Vision Zero, il progetto di sicurezza stradale nato in Svezia nel 1996 e deliberato dal parlamento scandinavo nel 1997, per la riduzione totale dei morti della strada. Decessi che nel 2014 hanno toccato la cifra record di 1 milione e duecentocinquantamila nel mondo.
Secondo i promotori di “Un filo di sicurezza in più”, il provvedimento più semplice da introdurre e che allo stesso tempo sarebbe il più efficace, è appunto il dispositivo di controllo ‘intelligente’ di velocità (ISA), adattabile ai limiti vigenti sulle diverse categorie di strade. Dispositivo che esiste da quasi trent'anni e che, nelle diverse evoluzioni tecniche, è stato sperimentato dando risultati eccellenti quantomeno in termini di riduzione degli incidenti. Nonostante il numero ancora altissimo di morti e feriti gravi (solo in Italia, nel 2013 sono decedute 3400 persone, di cui il 42% nelle aree urbane contro una media EU del 33%) e nonostante la velocità sia statisticamente valutata come concausa nel 40% degli incidenti mortali, non sono in atto discussioni per l'eventuale introduzione di dispositivi tecnici che riducano automaticamente la velocità dei veicoli.
“La mancata adozione”, si legge nell'appello, “non solo non trova alcuna giustificazione razionale, ma pone oggi un problema di responsabilità oggettiva da parte dei decisori pubblici per le morti e le sofferenze che si potrebbero altrimenti evitare”. Tutt'oggi la legge prevede solamente il rispetto del vincolo previsto dalla direttiva 2004/11/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 11/02/2004 sui limitatori di velocità in alcune categorie di veicoli fra cui quelli progettati e costruiti per il trasporto di più di 8 persone
La recente Legge Delega per la riforma del Codice della Strada offre alcune aperture in questa direzione e sono attualmente in corso commissioni parlamentari volte ad aggiornare le norme nella direzione di privilegiare la sicurezza stradale. Il perno su cui ruota la vision zero, infatti, è “safety first”, la sicurezza come principio cardine ed in particolare contro l'approccio tipico dei codici della strada vigenti che, a detta dei fondatori del progetto, hanno da sempre privilegiato il “flusso viario” prima di ogni altra cosa. I promotori di un “Filo di sicurezza in più”, rilanciano quindi una richiesta diretta al Governo e al Parlamento di “riprendere, valutare e sviluppare in tempi rapidi una proposta operativa di introduzione di dispositivi ISA sui veicoli e di attivare contemporaneamente una iniziativa in sede europea per estendere e coordinare tale azione con gli altri Stati membri.
La richiesta ufficiale è che aderiscano tutte le Istituzioni, gli Enti Locali, le Associazioni, il mondo dell’Educazione e della Cultura, le Imprese e tutti i soggetti pubblici e privati che riconoscano l'alta rilevanza e l'attualità del problema.
(Vignetta di Simone Picco)