Rifiuti, Commissione Ue tira dritto, ritirerà proposta
Salvo colpi di scena last minute, il pacchetto di normative che include gli obiettivi Ue di riciclo del 70% per i rifiuti urbani e dell'80% per gli imballaggi entro il 2030, sembra destinato a naufragare. La Commissione Ue targata Juncker «ha deciso di non portare avanti la proposta e di presentarne un'altra nel 2015» ha detto chiaro e tondo Karl Falkenberg (Ansa)
26 January, 2015
di Chiara Spegni
Le nuove regole Ue sui rifiuti attualmente in discussione a Bruxelles saranno ritirate, riviste e corrette. Nè i ministri dell'ambiente, nè la maggioranza dell'Europarlamento e tantomeno gli ambientalisti, pare siano riusciti a convincere la nuova Commissione europea dal suo intento di eliminare la proposta dell'esecutivo precedente, nonostante il Lavoro già avviato da settimane. Salvo colpi di scena last minute, il pacchetto di normative che include gli obiettivi Ue di riciclo del 70% per i rifiuti urbani e dell'80% per gli imballaggi entro il 2030, sembra destinato a naufragare. La Commissione Ue targata Juncker «ha deciso di non portare avanti la proposta e di presentarne un'altra nel 2015» ha detto chiaro e tondo Karl Falkenberg, direttore alla DG ambiente della Commissione Ue, agli eurodeputati. Gli stessi che ancora non sono riusciti ad ottenere «una motivazione credibile» per questa decisione, spiega Giovanni La Via (Ncd/Ppe), presidente della Commissione ambiente, nonostante la prospettiva di fatto sia quella di rimandare il Lavoro di almeno un paio d'anni, fra la presentazione della nuova normativa e la discussione.
Di fronte alla vaga intenzione dell'esecutivo Ue di rendere il pacchetto «più ambizioso» per rilanciare la crescita, Simona Bonafè (Pd), responsabile del dossier per l'Europarlamento, ha snocciolato a Falkenberg la stima dell'impatto economico della normativa già sul tavolo: «180mila nuovi posti lavoro, fino a un massimo di due milioni con il pacchetto a regime; aumento potenziale del Pil dell'1% e risparmio sulle materie prime fra il 10 e il 40%». L'ampia maggioranza degli eurodeputati contraria al ritiro della proposta costituisce «un segnale preciso» ha commentato Bonafè. «Penso che la Commissione Europea ne debba tener conto e penso con altrettanta chiarezza che noi dobbiamo andare avanti» ha concluso l'eurodeputata del Pd. In questo braccio di ferro istituzionale, il Parlamento Europeo combatterà fino all'ultimo. «Noi aspettiamo che la Commissione Europea prenda una decisione, il programma di Lavoro non è stato ancora approvato» ha detto il presidente della Commissione ambiente, La Via. Il tempo stringe, secondo Falkenberg «la formalizzazione della decisione è attesa a febbraio».
A questo punto l'ultima chance è solo un dietrofront del presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, per evitare strappi con le altre istituzioni. «Mi risulta che dopo forti attacchi ricevuti da parte del Parlamento Europeo in plenaria, Juncker abbia deciso di prendere in mano la situazione e intenda fare una sua valutazione» riferisce La Via. Gli indizi per ora non segnano un cambio di rotta: in Commissione «si è appena costituito un gruppo di Lavoro ad hoc per la nuova normativa» riferiscono fonti Ue. Si parla di attivare meccanismi di crescita, di legami con il piano d'investimenti Juncker, ma anche di nuove regole per rendere apparecchi elettronici ed elettrodomestici efficienti (ecodesign), oltre che di misure di sostegno ai Paesi meno avanzati nel riciclo. La macchina insomma, si è già messa in moto.