Uber, dibattito a Torino in Consiglio Comunale
Il Comune di Torino aveva dichiarato guerra ad Uber, dichiarando il servizio un esercizio abusivo e multando alcuni conducenti. Ma come procedono realmente le attività di contrasto messe in campo dal Comune? Ecco la relazione del dibattito che si è svolto in Sala Rossa lunedì 26 gennaio
27 January, 2015
Continua il caso Uber a Torino: l'amministrazione comunale, che fin dagli inizi si è sempre dichiarata contraria al servizio, aveva annunciato che avrebbe dato battaglia alla multinazionale californiana, per impedire che gli autisti a noleggio privi di licenza potessero svolgere il compito dei taxisti. Ma come procedono realmente le attività di contrasto messe in campo dal Comune? Ecco la relazione fatta dall'Ass. Giuliana Tedesco e gli interventi più significativi del dibattito che si è svolto in Sala Rossa lunedì 26 gennaio.
SERVIZIO UBER: DIBATTITO IN SALA ROSSA
Comunicazioni in Sala Rossa, questo pomeriggio durante il Consiglio comunale, da parte dell’assessora alla Polizia municipale Giuliana Tedesco, in merito alle attività di contrasto da parte dell’amministrazione verso il servizio di trasporto Uber. Le comunicazioni sono state richieste dalla consigliera comunale Paola Ambrogio (Fratelli d’Italia).
L’assessora Giuliana Tedesco nel suo intervento ha ricordato che: “la Polizia municipale si è attivata ed è in atto un’intensa attività d’indagine, da cui sono scaturiti alcuni interventi contro il fenomeno che hanno colpito autisti e vetture. Sono stati contestati diversi articoli del codice della strada (articolo 86 comma 2, articolo 82 comma 8 e 10, articolo 116 comma 16 e 18). Questo, per dare seguito a quanto avevamo garantito durante le analoghe comunicazioni tenutesi nel novembre dello scorso anno. Come il ministro Lupi, anche io credo ci si trovi di fronte ad un esercizio abusivo della professione però, per risolvere il problema, serve un intervento normativo adeguato da parte del ministro dei trasporti. Non si risolve questo problema solo con interventi che riguardano l’ordine pubblico. Va tutelato il diritto alla concorrenza ma devono esserci regole chiare e semplici che valgano per tutti. Per questo, se i Comuni devono contrastare l’illegalità, il servizio Uber va ricondotto all’interno di un quadro normativo di regole certe”.
All’intervento dell’assessore Tedesco, ha fatto seguito il dibattito fra i consiglieri.
Paola Ambrogio (Fd’I): “Già a suo tempo gli assessori Mangone e Tedesco avevano ribadito in Sala Rossa che il servizio Uber è illegale, garantendo interventi di contrasto per arginare questo attività. Nel frattempo la Polizia municipale avrebbe dovuto attivare una serie di azioni di intelligence per contrastare il fenomeno. Se così fosse stato, come mai per più giorni un teatro torinese ha pubblicizzato un servizio gratuito di Uber per i suoi frequentatori senza che l’amministrazione intervenisse. Voglio sapere se la Polizia municipale era informata, se era presente davanti al teatro per elevare sanzioni ed effettuare sequestri. Deve essere chiaro che Uber è un servizio illegale e chi lo esercita, lo fa abusivamente. Aspettando nuove norme dobbiamo fare la nostra parte e agli annunci l’amministrazione deve fare seguire i fatti.”.
Dario Troiano (Moderati): “Nessuna battaglia di retroguardia contro Uber, perché secondo me il vero problema riguarda la possibile elusione fiscale. Uber fornisce una piattaforma cui aderiscono coloro che mettono a disposizione la propria auto. L’ottanta per cento dell’incasso dei drivers (con addebito su carta di credito) viene restituito ai conducenti stessi. Quindi Uber incassa un venti per cento che, tolti i costi generali, viene riconosciuto alla piattaforma olandese, generando reddito zero sul territorio nazionale. Serve allora metterci nella condizione di trattare, perché stiamo attraversando una rivoluzione epocale. In attesa della normativa nazionale, chiedo all’assessore di convocare Uber ad un tavolo per trovare una soluzione al problema dell’inserimento di un attore terzo nel campo della mobilità privata”.
Giuseppe Sbriglio (Con Sbriglio insieme): “Mi sono stupito delle posizioni che molti colleghi hanno espresso in merito al voler aprire delle battaglia legali con Uber. Saremo in grado di vincere queste battaglie? E per quale motivo non provare a collaborare? Io tengo in considerazione le esigenze dei tassisti, tuttavia credo che i bisogni più importanti da assecondare siano quelli dei consumatori. Il mondo è pieno di applicazioni che forniscono servizi di questo genere da Air BnB a Bla Bla Car; pertanto credo che, sebbene si debba tener conto delle necessità di ogni categoria, allo stesso tempo il mondo si debba adeguare alle esigenze del consumatore”.
Marco Muzzrelli (PD): “È necessario approfondire il tema: oltre al rispetto delle regole, c’è infatti la questione della sicurezza degli utenti. Siamo di fronte a una tecnologia innovativa che ha trasformato mercati potenziali in mercati reali: molti degli utenti di Uber, probabilmente, non avrebbero mai utilizzato i taxi. Noi dobbiamo lavorare per rendere complementari i due servizi – Uber e taxi - e affinché la nostra città, per prima in Italia, riesca ad accogliere questa e altre innovazioni, così da costruire una mobilità moderna ed efficiente”.
Silvio Magliano (Area Popolare - NCD): “Dobbiamo ragionare insieme su come il servizio di valutazione di Uber possa diventare un’opportunità per gli utenti del servizio taxi. Al termine di ogni corsa, infatti, l’utente può dare un giudizio sul trasporto effettuato e, in caso di valutazioni non soddisfacenti da parte degli utenti, l’autista non potrà più svolgere attività per Uber. Con i tassisti non è possibile: dovremmo introdurre analoghe valutazioni anche per loro. Per migliorare il servizio e tutelare chi ha investito in una licenza taxi e rispetta sino in fondo i Regolamenti comunali. Uber potrebbe però essere anche un prezioso alleato per il trasporto dei disabili: il Comune potrebbe risparmiare molto sui buoni taxi”.
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