Rifiuti Zero, l'analisi del Servizio Studi della Camera sulla proposta di legge d'iniziativa popolare
È disponibile sul sito web della Camera dei Deputati l'analisi della legge d'iniziativa popolare Rifiuti Zero effettuata dal Servizio Studi del Dipartimento Ambiente. Due anni fa era avvenuta la consegna delle 86.794 firme a sostegno della norma nelle mani della Presidente della Camera dei Deputati On. Laura Boldrini
28 January, 2015
Da martedì 27 gennaio è disponibile sul sito web della Camera dei Deputati - www.camera.it - l'analisi della legge d'iniziativa popolare Rifiuti Zero effettuata dal Servizio Studi del Dipartimento Ambiente. Due anni fa era avvenuta la consegna delle 86.794 firme a sostegno della norma nelle mani della Presidente della Camera dei Deputati On. Laura Boldrini
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Di seguito l'elenco delle finalità della proposta di legge enunciate dal comma 1 dell'art. 1:
a) ricondurre il ciclo di produzione e consumo all'interno dei limiti delle risorse del pianeta, tramite l'eliminazione degli sprechi e il perseguimento di una "strategia rifiuti zero (zero waste)" che prevede:
- la massimizzazione della riduzione (della produzione) dei rifiuti, del riuso dei prodotti e dei componenti di prodotti e del riciclaggio;
- la minimizzazione del recupero di materia diverso dal riuso e dal riciclaggio, dello smaltimento e del recupero di energia in modo che il volume di rifiuti così trattati/smaltiti tenda ad annullarsi nel 2020.
- attività di ricerca sul rifiuto residuale secco ai fini della riprogettazione industriale di beni e di prodotti totalmente decostruibili e riciclabili;
b) proteggere l'ambiente e la salute prevenendo e riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti, secondo gli indirizzi della Carta di Ottawa per la promozione della salute del 21 novembre 1986;
c) rafforzare la prevenzione primaria delle malattie ascrivibili ai rischi indotti da inadeguate modalità di gestione dei rifiuti;
d) favorire l'accesso all'informazione e la partecipazione dei cittadini in materia di ambiente e di ciclo di trattamento dei rifiuti;
e) realizzare un programma di nuova occupazione articolato a livello regionale attraverso la costituzione di distretti del riutilizzo, del riciclo, del recupero e della riprogettazione industriale di beni e di prodotti totalmente decostruibili e riciclabili.
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