"Il trucco del pesto". Storia vera di fanta-ortaggi scolastici
Che fine fanno ortaggi e frutta coltivati negli orti scolastici? Alunni e insegnanti per legge non possono consumare in mensa il prodotto del loro lavoro, ma in una scuola milanese hanno un “segreto” per aggirare l'ostacolo senza sprecare il cibo e far comunque felici i bambini
28 January, 2015
di Aglaia Zannetti
Come è possibile gestire il divieto di mangiare a scuola ciò che si coltiva nell'orto scolastico senza frustrare le attese dei bambini coltivatori.
Un'idea sono le pratiche virtuose dell’Istituto Comprensivo Calvino di Milano dove i ragazzi dei tre plessi, scuola d’infanzia e primarie di primo e secondo grado, da tempo si cimentano con la coltivazione di due orti. Qui preside insegnanti e genitori credono nella pratica della coltivazione come efficace mezzo educativo: dalla semina all’atto finale della raccolta, il segreto per sconfiggere i “capricci alimentari” e le tipiche resistenze infantili – come il rifiuto di verdure e minestroni- sembra proprio essere quella della partecipazione attiva degli alunni che, chiamati a sporcarsi le mani di terra in prima persona, capiscono il valore del cibo e l’importanza di non sprecarlo.
Un’insegnante della scuola si è inventata un modo per aggirare - nel pieno rispetto delle regole imposte per la ristorazione a scuola - gli ostacoli al consumo in mensa della frutta e della verdura coltivata negli orti scolastici. “La nostra scuola tre anni fa partecipo’ ad un progetto triennale promosso dalla Fondazione Catella/Comune di Milano/Università Bicocca che ha lo scopo di dimostrare la validità di coltivare un orto a scuola. La Fondazione ha installato dei cassoni completi di impianto d’irrigazione nel giardino della scuola Media di via Frigia, vicinissimi anche alla primaria ma purtroppo lontani dalla scuola dell’infanzia. Io però, che non voglio mai perdermi occasioni come queste, ho deciso di aderire ugualmente con un’altra sezione. Ci siamo fatti dare i permessi dai genitori e periodicamente ci recavamo all’orto per seminare-innaffiare-raccogliere. Immediatamente i genitori hanno captato l’entusiasmo di bambini e maestre e nel giro di poco tempo ci hanno aiutato a costruire un orto davanti alla nostra finestra.
Tanti papà giovani e volenterosi, utilizzando materiale di scarto di un falegname ci hanno installato 5 piccoli cassoncini di legno riciclato! Perché l’orto è significativo se lo si ha sotto gli occhi tutti i giorni. Abbiamo seminato e raccolto una moltitudine di ortaggi in questi anni e per rendere tutto significativo io e la mia collega abbiamo sempre messo in atto un grande escamotage!!
Sì perché le regole di Milano Ristorazione sul consumo di cibo all’interno delle mense scolastiche sono rigide e non ammettono deroghe. Ecco cosa facciamo: guardiamo sul menù quando c’è per esempio il pesto. In quel giorno andiamo nell’orto con i bambini, raccogliamo il basilico e l’aglio, prepariamo il sugo con gli ingredienti raccolti, aggiungendo quelli mancanti, poi una parte la portiamo alle scodellatrici alle quali chiediamo di cucinarcela. L’altra parte viene portata a casa.
Ovviamente le scodellatrici poi ci daranno il pesto di Milano Ristorazione e non quello fatto da noi... pero’ intanto loro mangiano tutto! Abbiamo fatto così con carote zucchine pomodori mais, melanzane, insalata, rapanelli, menta, basilico, salvia, zucca. Nel caso delle verdure semplici non si spreca nulla perché quelle che portiamo alle scodellatrici loro poi me le ridanno e le confeziono in sacchettini sempre da portare a casa.
La cosa interessante sono i racconti dei bambini il giorno dopo: chi ha fatto il risotto con la zucca, chi l’insalata con le carote. Chi racconta di improbabili furti da parte dei fratelli…di mamme che hanno voluto mangiarsi tutto il pomodoro da sole!! C’è una piccola parte di “inganno”, ma mi sembra un buon compromesso per rendere utile la fatica che si fa a coltivare e per non sprecare i prodotti dell’orto. Se c’è un coinvolgimento emotivo i bambini hanno uno stimolo in più per assaggiare i cibi ostici come le verdure.”
Il coinvolgimento in tutti e tre i plessi scolastici è palpabile; alla scuola d'infanzia, grazie all'aiuto di genitori e nonni volontari , è stato realizzato un piccolo ma fornito orto in cassoni e i risultati , sia da un punto di vista pratico, vale a dire nella lotta allo spreco di cibo, sia da un punto di vista educativo che abbraccia anche altri aspetti, sono diversi: “Rispetto a quello della scuola d’infanzia, alle medie l’approccio è più “agreste” con un taglio più scientifico - ci spiega ancora la maestra da noi interpellata- loro hanno l’ortista che insegna le caratteristiche delle piante, i tempi di semina e raccolto, perché una pianta è morta o si è ammalata. Per i bambini più piccoli l’approccio più giusto è quello pratico, strettamente legato alla cura dell’orto. Anche la primaria e le medie raccolgono frutta e ortaggi e la portano a casa! Quest’estate a luglio, ad esempio, chi è rimasto in città ha raccolto la frutta e verdura che altrimenti sarebbe andata persa … “
Contro lo spreco di cibo si può far molto, partendo da qui, dai bambini e un orto in cassoni curato con dedizione e tanto, tanto divertimento.