Cosa c’è dietro l’aumento dei rifiuti
"Cittadini e commercianti non sfruttano in pieno le potenzialità della raccolta dei rifiuti". L'intervento del nostro direttore Paolo Hutter su Repubblica Milano - da LA REPUBBLICA dell'1.02.2015
02 February, 2015
di Paolo Hutter
Che la raccolta differenziata avesse superato il 50% ce l’aspettavamo. La sorpresa che emerge dai dati sulla raccolta rifiuti del 2014 è l’aumento complessivo delle tonnellate, e in particolare il boom di dicembre. Dopo tre anni di calo significativo e sistematico della massa complessiva dei rifiuti solidi urbani, differenziati più indifferenziati, i primi 11 mesi dell’anno avevano già dimostrato una inversione di tendenza, con un aumento di poco inferiore al 2%.
Quello di dicembre è stato un vero e proprio balzo: più 7,5% per cento di tonnellate complessivamente raccolte da Amsa rispetto alla quantità raccolta nel mese di dicembre 2013. L’aumento si è distribuito quasi ugualmente tra rifiuti «indifferenziati» e differenziati.
I cassonetti dicono la verità più di tanti sondaggi e stime spacciati come dati. E qualunque ragionamento si voglia fare, qualunque ulteriore analisi si possa effettuare, una cosa è inequivocabile: il Natale è commercialmente riuscito, i consumi sono aumentati. La conferma viene da un’inchiesta di Eco dalle Città su altre città italiane, con aumenti analoghi, o superiori al 7,5, a Torino a Firenze a Pordenone. Dal punto di vista economico la notizia può essere buona, anche se bisogna vedere quante fasce di popolazione hanno potuto spendere di più e con quali prospettive.
Inoltre il dato di dicembre potrebbe chiarire anche i motivi del più 2 per cento dei primi 11 mesi, che potrebbe anch’esso dipendere da più consumi, più turisti e più movimento. Dal punto di vista di una gestione ambientalista ed economicamente efficiente dei rifiuti invece la novità è preoccupante. Da anni l’Unione Europea predica la necessità del cosiddetto «disaccoppiamento» della produzione di rifiuti (e più in generale di risorse ed energia) dalla crescita economica. E invece qui rischiamo di non avere (ancora?) la ripresa economica e di avere di nuovo l’aumento dei rifiuti. Cittadini e commercianti sottoutilizzano le potenzialità di Amsa. E la lotta allo spreco di cibo non si vede. Chiudiamo il 2014 avendo smaltito come non recuperabili ancora 330 mila tonnellate, più di due quintali a testa in media: un costo, non un ricavo. Una buona parte di questa massa sarebbe perfettamente recuperabile se solo la gente facesse davvero attenzione a separare bene i materiali.