Inceneritore del Gerbido, Cirillo (Legambiente): "Aumentando il carico si rischia che arrivino rifiuti da ogni dove"
Secondo il Comitato Locale di Controllo entro marzo potrebbe arrivare la revisione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale che dovrebbe portare a 490.000 le tonnellate di rifiuti annue ammesse all'inceneritore di Torino. Abbiamo chiesto un parere ad Arnaldo Cirillo, responsabile rifiuti di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta
03 February, 2015
È notizia di qualche giorno fa la possibilità che a breve il termovalorizzatore del Gerbido incrementi la propria attività, passando da 421.000 a 490/500.000 tonnellate di rifiuti bruciati. Argomento di cui si era già parlato nei mesi scorsi, in seguito alla pubblicazione del decreto legge Sblocca Italia, ma che è tornato attuale in seguito alla richiesta che Trm avrebbe avanzato alla provincia di Torino per aumentare il tonnellaggio. Richiesta formulata proprio in virtù del decreto, che autorizza i termovalorizzatori a lavorare “a saturazione del carico termico”. Un parametro che dipende dalla quantità di rifiuti bruciati e dal loro potere calorifico.
Secondo il Comitato Locale di Controllo, nelle prossime settimane si aprirà la Conferenza di servizi per discutere dell’istanza ed entro marzo potrebbe arrivare la revisione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale con i nuovi limiti “termici” che, appunto, dovrebbe portare a 490.000 le tonnellate di rifiuti annue ammesse. Abbiamo chiesto un parere ad Arnaldo Cirillo, responsabile rifiuti di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta. Ecco quello che ci ha detto: “Premesso che noi siamo contrari al bruciare, già dalla fase progettuale dell'inceneritore noi dicevamo che le 421.000 tonnellate stimate fossero troppe. Quando fu presentato l'impianto del Gerbido queste tonnellate erano teoriche, perché calcolate su un indifferenziato tipo conferito a Basse di Stura (l'ex discarica di via Germagnano a Torino, ndr). Nonostante questo, le 500 mila tonnellate paventate non ci lasciano stupiti. Il rischio, come già abbiamo avuto modo di dire, è che arrivino rifiuti da ogni dove. Un altro aspetto riguarda il fatto che stiamo parlando di un una macchina che avrebbe dovuto essere gestita dal pubblico mentre in realtà è gestita da privati. E il privato deve fare utile. Il problema è che se non arrivano rifiuti da bruciare aumentano le tariffe da conferimento. Inoltre, bisogna tenere conto che Trm si sta portando nella dimensione delle 490mila tonnellate senza aver potuto lavorare un anno intero con l'inceneritore a pieno regime. E questo accade in un momento in cui la governance dei rifiuti è un caos, con la provincia che non esiste più per la nascita della Città Metropolitana.”