"Un passo in avanti per lo sviluppo della mobilità ciclistica", Fiab sul seminario di Montecitorio
L'associazione è soddisfatta del convegno su “Intermodalità tra mezzi di trasporto sostenibile” tenutosi il 5 marzo a Montecitorio insieme al Gruppo Interparlamentare per la mobilità nuova. Nuove piste urbane lungo i binari, inquadramento della legge quadro sulla mobilità ciclistica, fiscalità nel trasporto privato a favore dei collegamenti collettivi e green
10 March, 2015
“Il seminario della scorsa settimana a Montecitorio si è rivelato un concreto contributo allo sviluppo delle politiche di mobilità ciclistica nel nostro Paese”. Sono queste le parole di Giulietta Pagliaccio, presidente di FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta all’indomani dalla tavola rotonda sul tema Intermodalità tra i sistemi di trasporto sostenibile, promossa da FIAB in collaborazione con il Gruppo Interparlamentare per la mobilità nuova e ciclistica.
Il presidente alla Commissione Trasporti, on. Michele Meta, ha comunicato che la legge quadro sulla mobilità ciclistica, presentata un anno fa, sta per essere incardinata alla Camera. “È una notizia molto positiva - commenta Pagliaccio - e ci auguriamo vivamente che l’iter parlamentare proceda, ora, in modo spedito”.
Davanti a una nutrita platea di politici, assessori, tecnici ed esperti in materia, responsabili di servizi e aziende di trasporto nazionali e locali, rappresentanti dell’associazionismo delle sue ruote e giornalisti, il seminario ha offerto un quadro aggiornato sullo stato dell’arte del trasporto intermodale con l’utilizzo di mezzi sostenibili. Dalle best practice europee – il sistema delle bici pubbliche in Olanda; le velo-stazioni presenti ovunque in Francia o le soluzioni di bici al seguito su tutti i mezzi di trasporto in Germania tanto per citare alcuni esempi - alla realtà italiana che, sebbene necessita di molto lavoro, è puntellata da esempi eccellenti. Tra questi la linea Mi.Co.Tra per il trasporto transfrontaliero di passeggeri e biciclette tra Udine e Villach (Austria) inaugurata nel 2013 con oltre 72.000 passeggeri e 7.770 bici trasportate (dati 2014) e che è interconnessa con la ciclovia Alpe Adria, le ciclovie di interesse regionale, la rete ciclabile italiana Bicitalia e quella europea Eurovelo.
Se tuttavia, come è emerso a più voci, nel nostro Paese diventa sempre più urgente spostare un’ampia fetta di utenza dal trasporto privato a quello pubblico, è altrettanto necessario sviluppare forme di intermodalità che possano garantire spostamenti comodi, rapidi, accessibili ma soprattutto sostenibili. Una mobilità intermodale, infatti, non significa solo ottimizzare e velocizzare i tempi di trasporto, ma rendere l’ambiente più vivibile per tutti privilegiando mezzi e soluzioni green.
Viaggia in questo senso la riforma sul trasporto pubblico locale in discussione in questi mesi, ma anche la proposta dell’onorevole Meta che ritiene fondamentale insistere sul tema della fiscalità affinché i ritorni economici derivanti dalla gestione del trasporto privato (zone ztl, parcheggi, ecc.) vadano a favore della mobilità collettiva e sostenibile.
Nell’ampio tema dell’integrazione “treno+bici” è stata molto apprezzata, invece, la disponibilità annunciata dall’AD di Rete Ferroviaria Italiana, Maurizio Gentile, di mettere a disposizione gli spazi di rispetto che corrono lungo i binari per la realizzazione di piste ciclabili, in particolare all’interno dei grandi centri urbani (come Milano o Roma, dove esiste già un progetto per 20 km di percorsi). Il sedime accanto ai binari è uno spazio già protetto e con poca pendenza, perfettamente adatto alla realizzazione di percorsi per i ciclisti urbani che incentiverebbero l’uso delle due ruote in città e, collegando le diverse stazioni, faciliterebbero l’intermodalità con il “ferro”.