Rotaie Verdi, una rete ecologica per Milano. Intervista a Marina Trentin
Scali ferroviari dismessi per una nuova concezione di verde urbano, come a Parigi, Londra e New York. Un progetto di cui abbiamo parlato con Marina Trentin della cooperativa Eliante
07 April, 2015
di Aglaia Zannetti
Far rivivere scali ferroviari dismessi realizzando un parco lineare tra lo scalo di San Cristoforo e quello di Porta Romana attraverso l’utilizzo delle fasce di rispetto ferroviarie dove, accanto a aree verdi fruibili dai cittadini possa convivere, in armonia, una natura selvaggia, “biologicamente viva”. Una nuova concezione di verde urbano per un progetto ambizioso, Rotaie Verdi, cofinanziato da Fondazione Cariplo e RFI, Rete Ferroviaria Italiana in partnership la Cooperativa Eliante, il Comune di Milano e WWF Italia.
Dopo Parigi (la Promenade Plantèe) Londra (Oasi Urbane) e New York (The High Line) anche a Milano si sta facendo strada, grazie a questo progetto, l’idea concreta di un verde profondamente connesso e “innestato” nel tessuto urbano, dove , a fianco del corridoio ecologico dove i treni continueranno a passare, vi saranno aree verdi fruibili da tutti ricavate negli scali dismessi che diventeranno centri di aggregazione a tutto vantaggio anche sul fronte del recupero di architetture abbandonate che possono essere riqualificate in un ottica di sostenibilità e di attenzione anche al risparmio energetico.
L’intento è quello di favorire la presenza di biodiversità autoctone in zone abbandonate non raggiungibili e fruibili dai cittadini, una visione inedita che scommette sulla convivenza possibile tra natura e città.
Abbiamo rivolto alcune domande a Marina Trentin, ecologa, della Coop. Eliante, tra i promotori del progetto.
Marina, tu , con la cooperativa Eliante, hai partecipato alla stesura del progetto Rotaie Verdi sin dai suoi esordi e ora ti occupi del coordinamento tra i vari enti e soggetti coinvolti nella sua realizzazione. Come e quando è nata questa idea?
Prima di proporre il progetto a Cariplo, partecipando al bando connessioni ecologiche 2012, abbiamo lavorato due anni per la realizzazione di studi di fattibilità. Sulla scorta delle esperienze di Londra , Parigi e New York (dove dal 1999 esiste un parco pubblico realizzato su una linea ferroviaria degli anni ‘30 dismessa) avevamo un mente un ‘idea per Milano che potremmo definire visionaria: realizzare dei corridoi ecologici sulle rotaie del treno costruendo così una rete ecologica di aree sorgente ad elevato valore di biodiversità sfruttando le fasce di rispetto ferroviarie ; negli scali in dismissione verrebbero così create delle oasi urbane dove aree verdi a disposizione dei cittadini convivono con una natura che definiamo “wild urban”, selvaggia, libera, habitat ideale per piccoli mammiferi; un nuovo concetto di parco urbano dove la natura selvatica penetra il tessuto cittadino mettendo in connessione , a Milano, le zone rurali a sud ovest e a est della metropoli.
Quali sono state le tappe di questo lavoro?
Il progetto ha avuto una fase di campionamento, un anno durante il quale abbiamo raccolto dati botanici e zoologici scoprendo che nell’area di studio ben l’ 80% delle piante individuate sono presenti su tutto il territorio milanese. Una ricchezza sorprendente! Ci siamo dunque chiesti come avremmo potuto attraversare l’enorme colata di cemento e la risposta è arrivata dagli scali in dismissione , aree di rigenerazione biologica che vengono utilizzate come “stepping stones “(aree di piccola superficie che, per la loro posizione strategica o per la loro composizione, rappresentano elementi importanti del paesaggio per sostenere specie in transito su un territorio oppure ospitare particolari microambienti in situazioni di habitat critici come ad esempio piccoli stagni e boschetti in aree agricole, NDR)
C’è un accordo in corso tra RFI , Comune e Regione per stabilire quanto andrà a verde di questi scali: probabilmente lo scalo di San Cristoforo diventerà un parco a uso della cittadinanza, è uno scalo bellissimo dal punto di vista naturalistico, pieno di animaletti, ha poche piante alloctone – ci sono anche specie protette come Saxifraga tridactylites, la Sassifraga annuale - ed è vicino al Parco Sud. Eliante sta facendo una proposta sulla futura disposizione del parco. All’ interno dell’accordo di programma noi suggeriamo un’unità del verde, mantenendolo, ad esempio, vicino ai binari, si tratta, come ti dicevo, di un nuovo modello di verde; altro scalo è quello di Porta Romana dove la parte destinata a verde sarà forse attorno al 40% . In entrambi gli scali sono presenti anfibi, rettili, 50 specie di avifauna (complesso di uccelli che vivono in una determinata regione, NDR) e diverse varietà di piante.
Lo scorso 31 marzo avete partecipato a un convegno dedicato alle reti ecologiche urbane presso la sede FAI . Quali sono le conclusioni emerse da questo incontro?
C’è stata senza dubbio una conferma dell’impegno a livello regionale e da parte dell’area metropolitana per la costruzione e l’implementazione della rete ecologica; la presenza degli enti partecipanti è forte, così come forti sono le intenzioni, Fondazione Cariplo resta in prima linea ; le modalità di implementazioni sono tante e mettere in pratica tutto ciò richiede impegno, vuoi per la disomogeneità dell’ambito, vuoi per la struttura del territorio che è piuttosto complesso.