"Raccolta differenziata", dal presidente di Ama un compendio sul ciclo dei rifiuti
Abbiamo intervistato Daniele Fortini, presidente dell'azienda dei rifiuti di Roma e autore, insieme a Nadia Ramazzini, di "Raccolta differenziata", una piccola enciclopedia della gestione dei rifiuti, dal cassonetto, al riciclo, agli inceneritori
10 April, 2015
“Raccolta differenziata” è il titolo semplice e diretto del libro di Daniele Fortini e Nadia Ramazzini, edito da Ediesse e dedicato, appunto, al ciclo dei rifiuti. Due professionisti del campo, il primo presidente di Ama, l'azienda che si occupa della raccolta rifiuti di Roma, seconda giurista che lavora da anni nel settore dei rifiuti e della termovalorizzazione. Fortini e Ramazzini hanno unito le proprie esperienze e competenze creando una piccola enciclopedia della gestione dei rifiuti, dal cassonetto, al riciclo, agli inceneritori. Sono molti infatti i testi sull’argomento, ma pochi quelli che si elevano dalla teoria alla pratica o dal particolare all’enorme sistema generale della gestione dei rifiuti, di cui si parla quasi sempre solo per problemi o criticità. Nel caso del libro “Raccolta Differenziata” ci troviamo invece di fronte ad un compendio fatto da professionisti ma diretto a tutti, curiosi e studiosi. Abbiamo quindi chiesto proprio a Daniele Fortini come nasce e si sviluppa l'idea di questo libro.
Non è così comune che il presidente di una municipalizzata si cimenti nella letteratura. Da dove nasce l’idea di scrivere un libro?
"La suggestione nasce da due docenti universitari, Michele Raitano e Michele Gianfelice che sono nel comitato scientifico della casa editrice Ediesse. Si sono resi conto che, nonostante siano tanti anni che si parla di porta a porta, differenziata, inceneritori, non c’è ancora in libreria alcun compendio che possa illuminare la scena delle complessità del ciclo integrato dei rifiuti. Viviamo nel paese delle emergenze e ogni volta che ci troviamo di fronte ad una emergenza, andiamo a cercare delle ragioni che possano spiegarci il motivo delle cose, ma poi tutte le volte ci fermiamo in superficie. Guardiamo ad esempio all'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania. Tutti nel mondo conoscono la questione e la risposta è stata semplicemente: la Camorra e le industrie hanno voluto alzare un polverone per far arrivare denari pubblici ed ottenere poteri straordinari. Nessuno però ha indagato le vere cause, né ha studiato i veri motivi della crisi. Ci sono infatti continuamente emergenze rifiuti: Firenze alla fine degli anni 80, Milano metà anni 90 e ora, proprio nel 2015, in Liguria, Sicilia, Calabria."
“Ecco, per capire un po’ di più il perché di queste emergenze fino ad oggi non c’era uno strumento che ne spiegasse i meccanismi soprattuto i metodi con cui uscirne - prosegue Fortini - tutti quelli che hanno scritto sui rifiuti erano persone sensibili ma solo di competenza accademica oppure denuncianti appartenenti a movimenti o comitati. Qualcuno che avesse gestito i rifiuti non si è mai cimentato con questo racconto e quindi sono stato chiamato dalla casa editrice insieme alla dottoressa Ramazzini che è stata fondamentale nel lavoro di assemblaggio e nell’approfondimento giuridico. Questo libro è quindi unico perchè molti testi denunciano e raccontano ma sempre senza l’esperienza diretta. La stessa esperienza è davvero difficile da accumulare perché di Italia non ce ne è una sola. La stessa Roma non è una sola, ci sono tante città dentro la capitale: ogni rione, strada quartiere hanno una sola modalità di rapporto con i rifiuti ed è difficile quindi ricondurre tutto a strategie unitarie. "
A proposito di Roma, è chiaro che la situazione della Capitale cambia da strada a strada, ma quali sono le difficoltà principali che ha riscontrato nella gestione dei rifiuti di questa città?
"Prima di tutto siamo di fronte ad un problema culturale. Siamo infatti tutti portati a pensare che il ciclo dei rifiuti sia molto semplice: mettiamo nei secchioni, portiamo in discarica e via. È stato così per 40 anni e ancora oggi si pensa funzioni così e quindi il pensiero immediatamente successivo è: perchè fare la differenziata se poi si mette in discarica? Oggi però quella discarica non c’è più: Malagrotta è chiusa, totalmente chiusa. La conversione però da questo modello semplice, economico e confortevole in cui tutto viene nascosto sotto una buca, è evidentemente un salto culturale. Si passa infatti da un modello comodo ad uno che richiede più disciplina."
"A Roma poi, diversamente dalle cittadine di provincia o dai piccoli borghi, il fenomeno del controllo sociale non c’è. Nei piccoli paesi - sottolinea Fortini - quando un cittadino butta i rifiuti per terra è probabile che qualcuno dirà che sta sbagliando. In una città come Roma invece nessuno interviene per invitare alla correzione. La raccolta dei rifiuti funziona infatti anche in ragione della coesione sociale della comunità. Abbiamo poi il fenomeno della migrazione dei rifiuti visto che tanti cittadini, per sfuggire alla raccolta porta porta, fanno un sacchetto ed arrivano alla strada accanto o al municipio continuo per buttare tutto, creando quando dei sovraccarichi nella distribuzione."
“Inoltre, Roma è dispersa su un vastissimo territorio, per cui grande borgate periferiche sono cresciute senza una pianificazione urbanistica adeguata a tessere le trame di una grande città in crescita. Di norma infatti, quando si pianifica, si progettano la mobilità, i parcheggi, il sistema fognario; noi siamo invece in presenza di una città in cui molte zone sono cresciute in modo abusivo oppure, anche quando non sono abusive, spesso la ricucitura tra zone centrali e periferiche non è stata progettata. Si hanno quindi tanti agglomerati senza connessioni viarie e quando si è isolati ci si senti soli, in minoranza, e quindi non incentivati a lavorare per la comunità."
“Ultima, ma non ultima questione è quella degli esercizi commerciali - conclude il presidente di Ama - Nella capitale abbiamo infatti una formidabile presenza di esercizi commerciali: nel centro storico ce n'è uno ogni 4 metri e troviamo una conseguente produzione di rifiuti impressionante. Roma ha una densità media di abitanti di 2600 abitanti per km2, ma nel centro storico la densità è di 20.000 aumentando quindi esponenzialmente la produzione dei rifiuti. Per concludere, la media pro-capite dei rifiuti prodotti è di 524kg all’anno nel 2014. Roma ha invece 660kg. Siamo forse più spreconi? No. A Roma il PIL è nella media, ma a differenza di altre città abbiamo comunità ospiti consistenti, ma anche turisti e studenti fuori sede, pellegrini, visitatori per decine di migliaia di presenza all’anno. Ciò influisce sia sulla produzione diretta di rifiuti che su quella degli esercizi commerciali."