Putignano (Bari), raccolta della plastica. Le spese superano i ricavi perche' ci sono troppe frazioni estranee
"La differenziata è troppo cara". Lo spiega l’analisi dettagliata condotta dalla CGIL di Putignano e dal Comitato per i Beni Comuni di Putignano
19 April, 2015
L’analisi condotta dalla CGIL di Putignano e dal Comitato
per i Beni Comuni di Putignano (scaricabile gratuitamente dal sito
www.benicomuni.org) parla chiaro: a partire da gennaio 2014 fino a settembre
dello stesso anno, il comune di Putignano ha ottenuto introiti dalla sola
plastica inferiori della metà (sic!) di quanto invece, ne abbia spesi a fronte
dei servizi di selezione e smaltimento delle frazioni estranee. In pratica la
plastica non è un ricavo, ma una grossa perdita. Com’è possibile?
Putignano è fra i pochi comuni pugliesi ad aver intrapreso il porta a porta nel 2013, attestando nell’anno successivo, la sua media di differenziata al 55% (media bassa, visto che da piano era previsto che si dovesse raggiungere il 59%).
La raccolta della plastica per il solo 2014, è stata in media di circa 27 tonnellate mensili da cui però, sembrerebbe ottenere ricavi per solo il 60% della plastica raccolta: poco più di 16 tonnellate. Dal contratto firmato con la ditta alla quale il comune di Putignano conferisce la plastica, si evincono meglio le tariffe: ci sono gli oneri di selezione per 100 euro a tonnellata, più 10 euro a tonnellata per l’apertura dei sacchi, entrambi sul peso lordo. Ciò significa che sul 100% del materiale sarà già addebitato il costo di 110 euro a tonnellata, a cui vanno aggiunti 36,20 euro a tonnellata sul peso netto, per gli oneri di pressatura del materiale. Altri 200 euro a tonnellata, sono per lo smaltimento delle frazioni estranee.
Difatti il peso netto della plastica raccolta a Putignano, è pari al solo 60% del totale: in pratica poco meno della metà di quelle 27 tonnellate di plastica raccolta di media in un mese, non è plastica o non è plastica riciclabile, che il comune di Putignano continua a conferire pagandone costi altissimi per lo smaltimento; si tratta cioè, di frazioni estranee da portate in discarica.
Torniamo al nostro esempio: il comune di Putignano pagherebbe quindi 2.970 euro per la selezione del materiale e per l’apertura dei sacchi, per quelle 27 tonnellate di plastica raccolte in media dai cittadini ogni mense; ulteriori 2.160 euro per lo smaltimento in discarica delle frazioni estranee -pari al 40% del totale- e altri 586,44 euro per la pressatura. Sommati equivalgono ad una bella spesa mensile, a cui dobbiamo anche aggiungere l’iva al 22% per ogni singolo onere: arriviamo ad un totale di ben 6.974,05 euro.
Quale sarebbe il ricavo del comune di Putignano? Negli ultimi mesi del 2014, il ricavo a tonnellata è stato di 227,24 euro, da calcolare quindi sul 60% del materiale raccolto, pari a 16,2 tonnellate di materiale. Sempre utilizzando il nostro esempio delle 27 tonnellate, si tratta di 4.049,40 euro compresi di iva -non più al 22% ma- al 10%.
In pratica il comune ci rimette di tasca propria addirittura 2.924,65 euro al mese (!), perché i ricavi sono nettamente inferiori ai costi di selezione, taglio delle buste, pressatura e infine, smaltimento delle frazioni estranee.
In merito bisogna constatare che i prezzi stabiliti dalle aziende private, sono veramente troppo cari: in Puglia, con i comuni stretti nella morsa della crisi, si fa particolarmente sentire la mancanza di un funzionale piano regionale dei rifiuti, in particolare di un sistema di piattaforme pubblico, sia per la raccolta di frazioni riciclabili primarie (quali carta, cartone, plastica e metallo), sia per gli impianti di compostaggio; ma sarebbe anche il caso di tornare a parlare di CMRD (centro materiali raccolta differenziata) affidati dal pubblico al privato e mai fatti funzionare.
Su Putignano però, grava enormemente l’eccessivo quantitativo di frazioni estranee presenti: il 40% è una cifra troppo elevata per un comune che ha già avviato il porta a porta da ben tre anni! Senza frazioni estranee, su un quantitativo di 16 tonnellate mensili, il comune avrebbe potuto guadagnare in un anno la somma mensile netta di 14.000 euro.
Verrebbe quindi da chiedersi, che non sia stata completamente fallimentare la comunicazione proposta nei confronti del cittadino per il corretto conferimento delle frazioni riciclabili e che non sia il caso di verificare attentamente che l’aggiudicataria del servizio di igiene ambientale, spenda in comunicazione i circa 35.000 euro annui, stabiliti dal CSA.
Soprattutto, verrebbe da chiedersi perché si sia arrivati a questo punto, senza risolvere i problemi quando si era in tempo.
Emiliano Montanaro
Comitato per i Beni Comuni Putignano - CGIL Putignano