Torino, la gestione dei rifiuti durante l'ostensione della Sindone
Pellegrino sobrio, Sindone sostenibile? In parte sì, anche se è difficile differenziare il rifiuto del turista di passaggio che non dorme in albergo e probabilmente non mangia neppure al ristorante
24 April, 2015
Per la visita alla Sacra Sindone si sono già prenotate più di un milione di persone, ma si stima che saranno cinque i milioni di pellegrini che la visiteranno a Torino. Due dati certi ci sono: nei primi due giorni (fine settimana) la reliquia è stata visitata da più di 27mila persone, e l'ostensione del 2015 durerà più tempo della precedente, per la precisione 67 giorni rispetto ai 44 del 2010.
Questo flusso di pellegrini, che si suppone continuo e incessante (ma è tutto da verificare), che da Viale dei Partigiani si muoverà attraverso i Giardini Reali e la Manica Nuova del Palazzo Reale per poi approdare in Cattedrale, oltre a generare un volume d'affari stimato di circa due milioni di euro, porterà inevitabilmente un maggiore quantitativo di rifiuti nel centro della città. Per evitare un possibile sovraccarico Amiat ha predisposto un piano, che prevede sia un'azione nella zona del centro attraverso il potenziamento del numero degli operatori ecologici per la raccolta e la nettezza urbana, e sia una azione che si potrebbe definire di prevenzione. L'azienda ha pensato di distribuire ai pellegrini che arrivano in Corso Regina Margherita con gli autobus un sacchetto in plastica (che in futuro sarà biocompostabile) e un flyer, in sei lingue, dove invita i pellegrini a “non abbandonare rifiuti o sacchetti al suolo e di smaltirli in maniera responsabile nei primi cassonetti disponibili”. Inoltre Amiat, come da indicazioni di Questura e Prefettura, ha sostituito su tutto il percorso i classici contenitori verdi per la raccolta indifferenziata dei rifiuti con dei reggi-sacco trasparente per permettere la visione del loro contenuto agli agenti di polizia.
L'idea di Amiat, del Gruppo Iren e del Comune di Torino è di sollecitare i pellegrini ad un comportamento virtuoso sul fronte dei rifiuti. Anche se i sacchetti e i flyers distribuiti agli autisti dei bus al check point di Corso Regina Margherita non sempre vengono consegnati ai pellegrini, a causa del breve tempo concesso agli autisti per le operazioni di scarico dei passeggeri. Inoltre l'invito a “smaltirli in maniera responsabile nei primi cassonetti disponibili” fa i conti con la difficoltà di differenziare il rifiuto passeggero: nel senso che durante il percorso si incontrano esclusivamente contenitori per la raccolta indifferenziata.
Però esiste una zona, un Sancta Sanctorum della Sostenibilità dell’Ostensione, dove è possibile differenziare i rifiuti, una specie di isola ecologica: è ad uso delle 27 attività commerciali all'interno del punto ristoro dei Giardini Reali. Questa isola ecologica, che si occupa anche del ritiro giornaliero dei rifiuti, è costituita da 4 bidoncini per la raccolta del vetro e lattine, 11 per l'organico e due grandi per l'indifferenziato. (L'isola non prevede la possibilità di differenziare la plastica, la carta e il cartone, auspicando che siano in minima quantità). La beffa è che è sottoutilizzata, perché, come mostrano le cronache dei primi giorni, è l'area di ristoro stessa ad essere sottoutilizzata, in quanto ubicata in una zona che non intercetta il flusso dei pellegrini.
In conclusione proviamo a fare due conti sui rifiuti del pellegrinaggio.
Se si prevede un flusso di cinque milioni di pellegrini e si presuppone che ogni pellegrino mediamente produca un quantitativo di 460g al giorno - il dato è dell'Istituto di Statistica della Provincia Autonoma di Trento - allora in totale i pellegrini produrranno 2.300 tonnellate di rifiuti indifferenziati, pari a quelli prodotti dal triangolo di Vanchiglia nel 2014: si tratta di circa l'1% di tutti i rifiuti indifferenziati prodotti a Torino nello stesso anno.
Il dato dell’Istituto di Statistica di Trento è una media sui rifiuti prodotti dalle presenze “extraalberghiere” quindi di passaggio di turisti in alcune Valli del Trentino (Val di Non, Val di Sole, Giudicarie e Val d'Adige).
Supponiamo invece, che il pellegrino, produca solo 100g di rifiuti indifferenziati allora il suo impatto sulla città sarà pari a 500 tonnellate di rifiuti in più da smaltire, pari a circa lo 0,2% di tutti i rifiuti prodotti da Torino nel 2014.
Le cifre ricavate, nel loro complesso, non sono cifre grandi se paragonate alla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti dalla metropoli piemontese, ma comunque meritano attenzione.
Sotto il profilo della pulizia, dopo i primi giorni di Ostensione, non sono emerse critiche né lamentele.
(foto di Luigi Vendola)