Assegnato a sei “Eroi” il “Nobel per l'ambiente” 2015
I vincitori del premio della Goldman Environmental Foundation quest'anno provengono da Kenia, Myammar, Scozia, Haiti, Canada e Honduras
27 April, 2015
Il Goldman Environmental Prize, istituito nel 1989 a San Francisco dai filantropi e ambientalisti Richard e Rhoda Goldman e noto anche come il “Nobel per l'Ambiente”, premia con 175.000$ (dollari statunitensi) le persone che si sono distinte con i propri sforzi nel proteggere e migliorare l'ambiente, (anche con iniziative dall'alto rischio per l'incolumità fisica delle persone coinvolte) è stato assegnato a sei “eroi”, provenienti dai quattro angoli del pianeta. I vincitori di quest'anno sono:
PHYLLIS OMIDO, Kenia. Dopo essersi accorta che il proprio latte materno creava dei problemi a suo figlio, e che altri bambini soffrivano dello stesso problema dovuto ad un avvelenamento da piombo, Phyllis Omido ha mobilizzato la comunità di Mombasa per far chiudere la fonderia più grande della metropoli keniana che esponeva i cittadini a enormi rischi per la salute dovuto agli inquinanti che si sprigionano durante il processo produttivo dell'acciaieria.
MYINT ZAW, Myanmar. Nonostante una severa sorveglianza del governo e l'uso limitato di stumenti come i social media, e-mail ein generale un limitato accesso a internet, Myint Zaw è riuscito a lanciare un movimento nazionale che ha fermato con successo la costruzione della diga Myitsone sullo strategico fiume Irawaddy in Myanmar.
HOWARD WOOD, Scozia. Howard Wood ha condotto una campagna che ha permesso di istituire la prima area marina protetta della Scozia, dando voce ai cittadini in un dibattito dominato dalle pressioni delle lobby della della pesca commerciale.
JEAN WIENER, Haiti. In un paese caratterizzato da una estrema povertà e una forte instabilità politica, come Haiti, Jean Wiener è riuscito, insieme alla sua comunità, a creare le prime aree marine protette del paese permettendo agli haitiani di vedere i loro sforzi proiettati nel futuro attraverso una gestione sostenibile delle foreste di mangrovie e della pesca.
MARILYN BAPTISTE, Canada. Ex presidente della First Nations Chilcotin (la comunità che raccoglie i popoli indigeni o autoctoni dell'odierno Canada che non sono né Inuit né Métis), Marilyn Baptiste ha portato la sua comunità a vincere la battaglia contro i progetti della più grande miniera di d'oro e rame della British Columbia, che avrebbero distrutto il Fish Lake che per i Chilcotin rappresente la più grande fonte di sostentamento alimentare nonché il più importante simbolo dell'identità spirituale del clan.
BERTA CÁCERES, Honduras. In un paese affetto da enormi disuguaglianze economiche e sociali e preoccupanti violazioni dei diritti umani, Berta Cáceres è riuscita ad organizzare il popolo Lenca dell'Honduras, lanciando una campagna di sensibilizzazione di base che ha permesso di fare pressioni sul più grande produttore di dighe al mondo, riuscendo a far ritirare il suo sostegno al progetto idroelettrico Agua Zarca.